Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Arrestati i fedelissimi di Gianni Nicchi

Arrestate le persone ritenute responsabili di avere gestito la latitanza dell’ex superlatitante 29enne

06 ottobre 2010

Agenti della Catturandi della Squadra mobile di Palermo, in collaborazione con gli agenti della sezione Criminalità organizzata di Roma hanno arrestato Francesco Arcuri e Giuseppe Auteri in esecuzione di un provvedimento di fermo dei pm della dda Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio. Arcuri è accusato di associazione mafiosa, Auteri di detenzione illegale di armi con l'aggravante di aver favorito cosa nostra. I due arrestati a Palermo erano entrambi fedelissimi del boss Gianni Nicchi, finito in carcere il 5 dicembre 2009 dopo una lunga latitanza a Palermo.

Le indagini della Squadra mobile finalizzate alla cattura di Nicchi, hanno consentito di individuare il drappello di fedelissimi del giovane del boss; fra questi, centrale è la risultata la figura di Arcuri, palermitano di 29 anni, ritenuto il principale anello di collegamento con il latitante. Ad Arcuri era stato demandato il compito di gestire la latitanza del boss del mandamento di Pagliarelli. La gestione della latitanza di un personaggio di tale spessore ha comportato anche l’esercizio della funzione di raccordo fra lo stesso Nicchi e gli esponenti mafiosi degli altri mandamenti. Insieme a lui si muoveva Auteri, palermitano di 35 anni. "Il gruppo - hanno spiegato gli investigatori - era accorto e prudente. Intuendo di essere nel mirino degli investigatori, infatti i due evitavano accuratamente di parlare di argomenti compromettenti per telefono e si guardavano bene da farlo anche all'interno di auto". Tuttavia, i servizi di osservazione e di pedinamento, nonché le intercettazioni, hanno consentito di acquisire dati essenziali circa il comportamento del gruppo criminale.

Il gruppo disponeva sicuramente di una vasta rete logistica di supporto, costituita da alloggi, fiancheggiatori, mezzi di vario genere, come è dimostrato dal fatto che, poco prima dell’arresto di Nicchi, la macchina organizzativa della sua latitanza si stesse organizzando per far cambiare rifugio. L’attività di questo gruppo diretto da Arcuri, oltre a gestire lo stato di latitanza di Nicchi, si dedicava anche ad altre attività essenziali per l’organizzazione mafiosa, quali la raccolta del pizzo presso gli esercizi commerciali estorti e la custodia delle armi da fuoco.
Il monitoraggio eseguito dalla Squadra Mobile su Arcuri e sugli uomini a lui vicini ha consentito di accertare l’operatività di questo gruppo nelle attività tipiche di Cosa nostra, sia quelle relative al reperimento, alla custodia e alla messa a disposizione degli affiliati di armi da fuoco, sia quelle volte al conseguimento di profitti economici, realizzati a Palermo, prevalentemente, attraverso la raccolta del pizzo. L’attivismo del gruppo in queste attività è stato dimostrato da una serie di conversazioni registrate dai poliziotti che dimostrano come fosse a loro disposizione un vero e proprio arsenale dai fucili a pompa e a canne mozze a rivoltelle, tra cui Smith Wesson calibro 38 e 44 Magnum.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing]

- Doppio colpo a Cosa nostra (Guidasicilia.it, 05/12/09)

- In carcere il giovane e il vecchio boss (Guidasicilia.it, 07/12/09)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

06 ottobre 2010
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia