Arrestato a Marsala un ex deputato regionale dell'Udc con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa
Il deputato regionale siciliano dell'Udc, David Costa, è stato arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa su provvedimento del gip di Palermo Giacomo Montalbano, richiesto dai pm Massimo Russo, Roberto Piscitello e Gaetano Paci.
L'ordine di custodia è stato eseguito dalla squadra mobile di Trapani che ha indagato sugli ultimi cinque anni di attività politica del parlamentare e sui suoi contatti con presunti esponenti mafiosi di Marsala, e in particolare con il boss Natale Bonafede. Costa è stato arrestato nella sua abitazione di Marsala.
L'anno scorso il politico, 39 anni, aveva ricevuto un avviso di garanzia per lo stesso reato e si era subito dopo dimesso dall'incarico di assessore regionale alla Presidenza.
L'inchiesta è collegata all'indagine denominata ''Progetto peronospera'' che riguarda i collegamenti fra mafia e politica nel trapanese e che nei mesi scorsi ha portato all'arresto di numerose persone.
Secondo l'accusa Costa era ''interessato a ricevere il sostegno della famiglia mafiosa di Marsala'' durante le elezioni avvenute nel 2001 per il rinnovo dell'assemblea regionale in cui era candidato nella lista del Ccd, a fronte ''di erogazione di somme di denaro''.
I pm della Dda hanno ricostruito molti episodi che vengono contestati all'ex assessore regionale, in particolare il fatto che Costa si sarebbe ''reso disponibile a versare una somma di denaro di 100 milioni di vecchie lire a un boss e, ad assicurare, una volta eletto, l'ingerenza amministrativa nel Comune di Marsala''. Il versamento non venne poi effettuato dal politico perché, sostengono gli inquirenti, ''i boss preferirono non essere pagati''.
A incastrare Costa sono state le intercettazioni ambientali tra due esponenti mafiosi, ma anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. In un'intercettazione ambientale della primavera del 2001, gli esponenti di Cosa nostra Vincenzo Giglio e Vito Vincenzo Rallo, entrambi condannati con sentenze già irrevocabili per mafia, hanno fatto riferimento proprio all'esponente dell'Udc, e a un altro politico, Pietro Pizzo, l'ex senatore arrestato lo scorso aprile per associazione mafiosa.
I due, secondo quanto ascoltato nell'intercettazione, erano interessati alla campagna elettorale per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana.
Costa recentemente era passato dall'Udc al gruppo dei cosiddetti ''Quarantenni'' del partito, che all'Assemblea siciliana hanno costituito una corrente autonomo denominato Udc-Democratici per le libertà.