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Arrestato latitante di spicco della mafia catanese

Preso Orazio Privitera, ritenuto ai vertici di una delle frange più aggressive della cosca catanese dei Cappello

25 gennaio 2010

Si trovava in un casolare nelle campagne di Carlentini, nel Siracusano, il latitante Orazio Privitera, 47 anni, arrestato questa mattina dai poliziotti della Questura di Catania. L'uomo, sfuggito lo scorso ottobre all'operazione antimafia Revenge, è stato rintracciato dagli agenti della squadra mobile in uno sperduto casolare, attiguo ad una porcilaia e protetto da un sistema di videosorveglianza, non lontano dal confine con la provincia di Catania. Nell'abitazione la polizia, che vi ha fatto irruzione dopo giorni di ricerche e appostamenti, ha trovato oltre al ricercato anche sua moglie e sua figlia. Privitera, che era disarmato, non ha opposto resistenza e si è consegnato alla polizia.
Il covo era un luogo spartano: un casolare con due stanzette con televisione, una cyclette, stufe elettriche e un grande congelatore pieno di provviste.

L'uomo, considerato tra le figure di maggior spicco del contesto mafioso della provincia di Catania e della Sicilia orientale, è destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per essere tra i promotori del clan Cappello e soprattutto della frangia più violenta di questa cosca, quella riferibile al gruppo dei Carateddi, il cui capo indiscusso rimane il boss latitante Iano Lo Giudice.
Secondo l'accusa, Privitera farebbe parte del gruppo di 'giovani leoni' che stava per prendere il sopravvento su storici gruppi di Cosa nostra, legati alle 'famiglie' adesso perdenti dei Santapaola, Ercolano e Laudani. Per questo la cosca emergente aveva progettato degli omicidi di esponenti del gruppo rivale. Piani intercettati dalla polizia di Stato che, nell'ottobre scorso, hanno fatto scattare l'operazione 'Revenge' della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, che non ha contestato però ad alcuno degli indagati l'accusa di omicidio.
Orazio Privitera
, allevatore di professione, ha già scontato condanna per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti e ha subito per varie cause fino ad oggi oltre 20 anni di detenzione carceraria.

Congratulazioni per la cattura del latitante Privitera sono arrivate dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal presidente del Senato, Renato Schifani. "L'importante operazione della Polizia di Stato di Catania - si legge nel messaggio - si situa nel solco del sempre più crescente impegno dello Stato contro le organizzazioni criminali più pericolose del nostro territorio". E ancora: "I miei più sinceri ringraziamenti alle forze dell'ordine, ai magistrati e a tutti coloro che ogni giorno con coraggio e impegno si battono contro la criminalita' organizzata di stampo mafioso nel nostro Paese".
"Con l’arresto di Privitera si mette a segno un altro duro colpo a Cosa nostra. Un ottimo risultato ottenuto grazie alla professionalità della magistratura e delle forze dell’ordine". Questa la dichiarazione del senatore del Pd, Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, commentando
l’arresto del boss catanese eseguito stamani dalla squadra mobile di Catania. "Mi auguro - aggiunge Lumia - che il governo la smetta di strumentalizzare i successi ottenuti nella lotta alle mafie a fini propagandistici. Non si può elogiare l’operato della magistratura quando si arrestano i boss e allo stesso tempo attaccare i giudici quando si occupano del rapporto mafia-politica. Se l’esecutivo vuole sostenere realmente l’azione di contrasto alla criminalità organizzata si prenda atto delle condizioni in cui versano soprattutto le procure antimafia, sia in termini di risorse che di strumenti investigativi per condurre le indagini. Ad esempio, si dia subito un segnale forte e deciso: si faccia marcia indietro sulle intercettazioni".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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25 gennaio 2010
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