Arrestato Nino Saccà, boss amico di Totò Riina
Latitante dal '93, Saccà è stato preso a Genova. Negli anni Ottanta fu introdotto nel gotha dei corleonesi grazie alla stima di 'Zu' Totò'
E' stato arresto ieri a Genova, dai carabinieri della Compagnia di San Martino, Dante Antonino Saccà (detto Nino), 72 anni, uno dei massimi esponenti della criminalità organizzata genovese negli anni Settanta e Ottanta. Secondo gli inquirenti, era stato affiliato al clan dei corleonesi di Totò Riina e si era legato al camorrista Michele Zaza. Condannato nel 1993 per associazione a delinquere di stampo mafioso, Saccà era a latitante dal 2007, quando Corte d'appello di Venezia aveva spiccato un mandato di cattura a suo carico per un residuo pena di 4 anni e un mese per truffe. I carabinieri lo hanno arrestato a casa di parenti in via Bernabò Brea, dove trascorreva la convalescenza dopo avere subito un intervento chirurgico.
A a metà del 1980, l'elite della mafia era Totò Riina e si dice che Nino Saccà, messinese, sia stato portato dentro ai Corleonesi proprio da 'Zu' Totò'. Archeologia di Cosa nostra, ma non solo: Nino Saccà era davvero considerato un boss, collettore degli interessi di Cosa nostra palermitana e della Camorra della Nuova Famiglia, il cartello di cui facevano parte Michele Zaza, i Gionta di Torre Annunziata, i Nuvoletta di Marano di Napoli, i Bardellino di San Cipriano e Casal di Principe, i D'Alessandro di Castellammare di Stabia, gli Alfieri, i Galasso di Poggiomarino, i Giuliano di Forcella e i Vollaro di Portici che con la Cosa nostra di Riina avevano stretto alleanza.
Nino Saccà, fotografato agli inizi degli anni '80 in Costa Azzurra con Zaza e altri due-tre boss della camorra, era un uomo verso cui "ci si deve rivolgere con massima attenzione e mai giudicando un suo intervento". Un uomo di rispetto. E tale è rimasto negli anni fino a quando la malattia non l'ha portato in Francia, latitante, a farsi operare. La latitanza è divenuta convalescenza che 'si deve' trascorrere in famiglia. Così ai carabinieri di Genova, che il territorio lo conoscono bene, non è sfuggita la presenza di Nino. E l'hanno preso.
Certo, deve scontare 4 anni in esecuzione di un mandato di cattura internazionale per truffa, ma il curriculum vitae di Nino Saccà parla di ben altra attività: dal riciclaggio di denaro sporco alla bancarotta fraudolenta, sempre compiuta in nome e per conto di 'amici degli amici'. E nel lungo curriculum c'è anche un episodio extra: il favoreggiamento di Renato Vallanzasca, il Bel Renè che terrorizzò la Roma di fine anni '70, in una delle sue primissime evasioni.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Lasiciliaweb.it]