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Aumenta la sfiducia dei siciliani verso la politica, che chiedono (semplicemente) più attenzione ai veri problemi dell'Isola

10 settembre 2010

I siciliani stanno attenti alla politica che li circonda? Stando ai risultati dell'indagine pubblicata oggi dall'Istituto nazionale di ricerche Demopolis, possiamo affermare di sì.
I siciliani, oramai da mesi, percepiscono una profonda disattenzione del governo nazionale verso il Sud, ma avvertono anche con preoccupazione una grave stasi nell'azione di governo a livello regionale e nella gestione dei fondi strutturali comunitari destinati alla Sicilia.
Insomma, per essere efficacemente chiari e sintetici, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni politiche e nei partiti appare in crollo verticale, perché sostanzialmente considerati incapaci di formulare progetti innovativi e proposte credibili di governo per il futuro della Regione.

I siciliani, intervistati dall’Istituto Demopolis, chiedono più attenzione ai veri problemi dell’Isola: in testa alle priorità, precisi interventi per l’occupazione (83%), l’emergenza più sentita in un frangente di profonda crisi economica; al secondo posto, la richiesta di una effettiva innovazione in un sistema di gestione dei rifiuti (66%), spesso da terzo mondo in alcune aree metropolitane; a seguire la necessità di infrastrutture e trasporti (58%), per un rilancio dello sviluppo economico e del turismo, e la domanda di una sanità pubblica di qualità (57%) in grado di offrire nell’Isola - oltre al risanamento del deficit - strutture e servizi più in linea con gli standard europei. Il 53%, infine, sollecita una migliore efficienza regionale nella gestione dei fondi europei per lo sviluppo.
"I cittadini - afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento - chiedono alla classe politica più impegno ed attenzione sui problemi reali della gente e della Sicilia. Sono preoccupati, i siciliani. Anche perché - conclude Vento - avvertono che è oggi in gioco il futuro delle nuove generazioni, di chi studia, di chi si è laureato, di chi da mesi o anni cerca invano un posto di lavoro".

In tale difficile contesto, rimane tendenzialmente alta, al 53%, la fiducia personale dei siciliani nel presidente della Regione Raffaele Lombardo, ma nel contempo risulta piuttosto critico il giudizio sull’operato complessivo del Governo regionale: soltanto il 39% dei cittadini esprime infatti oggi una valutazione positiva su quanto è stato fatto negli ultimi mesi.

Pesa sulla valutazione dei cittadini, intervistati intervistati da Demòpolis, la percezione di una stasi prolungata nell’attività del governo regionale. Un giudizio in chiaroscuro, quello dei siciliani, che attraversa i diversi settori amministrativi. Più o meno attivi ed efficaci, almeno nella percezione dell’opinione pubblica siciliana.
Secondo il Monitor continuativo sull'opinione pubblica dell’Istituto Demopolis, la palma della notorietà va all’assessore alle risorse agricole Titti Bufardeci che, con il 59%, risulta l’esponente più conosciuto dell’intera Giunta di Governo Regionale. Al secondo e al terzo posto l’assessore al Lavoro Lino Leanza (58%) e il responsabile del Turismo Nino Strano (52%), che supera di un punto percentuale Michele Cimino, vicepresidente della Regione con delega all'Economia.
Il podio della fiducia dei cittadini lo conquista invece, col 52%, Massimo Russo, artefice del difficile risanamento della Sanità; poco distante l’ex sindaco di Siracusa Titti Bufardeci (51%). Al terzo posto, secondo i dati dell’indagine Demopolis, l’assessore all’Istruzione Mario Centorrino (46%). Non distanti, Caterina Chinnici (44%) e Marco Venturi (43%). Leggermente più distanziati, tra il 40% ed il 30%, gli assessori Cimino, Leanza, Strano, Gentile, Armao, Di Mauro e Piercarmelo Russo.

I dati sono tratti dall'indagine demoscopica condotta su un campione di 1.004 cittadini maggiorenni, rappresentativo dell'universo degli elettori siciliani.

Uno dei motivi della disaffezione verso la politica...
Ecco, per esempio, quanto costa la giunta provinciale di Palermo -
La giunta provinciale di Palermo è costata nel 2009 607.180 euro e 95 centesimi, oltre 61 mila euro sono i rimborsi per i consiglieri che risiedono fuori città, 1 mln 600 mila euro l'anno costano i consiglieri provinciali. Sono alcune delle cifre che si evincono da un'inchiesta pubblicata dal Giornale di Sicilia sulle spese della politica dopo quella sui consiglieri comunali palermitani.
La provincia spende 350 mila euro per rimborsare i datori di lavoro che continuano a pagare gli stipendi ai consiglieri assenti perché impegnati nell'attività politica. Così la provincia rimborsa all'ente nazionale democratico di azione sociale oltre 11 mila euro per gli stipendi di sei mesi del consigliere Pdl Sicilia Antonio Rini, 31 mila euro per un anno di stipendi a Giovanni Melia (Pdl Sicilia), circa 100 euro al mese per Filippo Carollo del Pd, 6500 euro al mese per Giuseppe Gennuso (Udc) che lavora al patronato Informa famiglia.
Per quanto riguarda il Comune l'inchiesta del GdS ha appurato che le otto circoscrizioni comunali di Palermo costano circa 19 milioni e mezzo di euro solo per il personale oltre a un mln e 710 mila euro per gettoni ai consiglieri e ai presidenti circoscrizionali, e a 850 mila euro per rimborsi alle ditte da cui dipendono. Due mln 974 mila euro è la cifra dei rimborsi di salari e stipendi e dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali senza contare che gli ospiti di sala delle lapidi, che sono dipendenti di un altro ente pubblico, vengono rimborsati da quest'ultimo. Ci sono anche consiglieri che percepiscono rimborsi benzina fino a 800 euro al mese perché ufficialmente residenti in altri comuni mentre è notorio che hanno un'abitazione in città.

[Informazioni tratte da Demopolis.it, Ansa]

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10 settembre 2010
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