Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Aspettando che accadano le tragedie...

Quanto avvenuto nel Messinese non era una previsione ma una certezza, eppure si sono dovuti contare i morti

03 ottobre 2009

Briga Marina, Giampilieri, Molino e Scaletta Marea. Queste le zone del messinese, che si estendono lungo una fascia di 3 km e mezzo, più colpite dal nubifragio. A quasi 40 ore dall'alluvione si continua a lavorare, a scavare nel fango alla ricerca dei dispersi. Diciotto, fino ad ora, le vittime accertate, un'ottantina di feriti e oltre 400 sfollati. Un bilancio, purtroppo, che sembra essere destinato a salire considerevolmente. A Giampilieri, intanto, è stata completata l'evacuazione e 435 persone sono state trasferite in alcuni alberghi di Messina, dopo essersi rifugiati nella scuola elementare del paese.
Alle prime luci dell'alba si è inoltre ripreso a scavare nel fango, perchè nel paese vi sarebbero almeno altre due persone, due fratelli, che risultano dispersi. Si scava ancora a Scaletta Zanclea, il comune completamente devastato dalla massa di fango venuto giù dalle colline. Secondo il sindaco Mario Briguglio, vi sarebbero ancora sotto le macerie del paese sei persone, tutti cittadini abitanti che si trovavano in casa quando è arrivata l'ondata di fango, mentre sono sei i cadaveri che sono già stati estratti dalle case.

In nottata sono stati identificati i cadaveri di alcune delle 18 vittime. Si tratta di Simone Neri, 28 anni, che prima di essere travolto dal fango a Giampilieri aveva tratto in salvo numerosi familiari; Letterio Maugeri, 60 anni, e Giuseppe Tonante, 76 anni, anche loro uccisi dalla frana che ha devastato la borgata; Concetta Cannistraci, 71 anni, rimasta sepolta nel crollo di una palazzina a Scaletta Zanclea così come Santa Torcino, 42 anni; e infine Carmela Oliveri, 47 anni, il cui cadavere è stato recuperato in mare, nei pressi di Roccalumera, da una motovedetta dei vigili del fuoco. Risulta invece ancora dispersa Ketty De Francesco, 30 anni, il cui nome era stato inserito ieri tra le vittime. Le vittime riconosciute in nottata si aggiungono ai nomi di Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri; Francesco De Luca, un pensionato di 70 anni, annegato nello scantinato della sua casa rurale, in contrada Vallone, sempre nella frazione di Giampilieri; Roberto Carullo, sovrintendente della Polizia ferroviaria, travolto da un torrente nei pressi di Scaletta Zanclea mentre guidava l'auto; Martino Scibilia, un pensionato di 80 anni, recuperato a Scaletta Zanclea; Agnese Falgetano, postina di 44 anni, morta nella sua casa a Briga superiore, la donna, sposata con Santi Pellegrino, dipendente del Policlinico di Messina, ha involontariamente salvato uno dei due figli perchè a crollare è stata la parete della cucina, da cui si era appena allontanato il ragazzo per andare a prendere delle candele, come gli aveva detto la madre; Onofrio Sturiale, 26 anni, travolto da una frana tra Scaletta e Giampilieri; Salvatore Scionti, pensionato di Giampilieri, estratto dalla macerie della casa dove abitava con la famiglia della figlia Maria Letizia, ancora dispersa, come i due nipoti, Francesco e Lorenzo Lonia. La famiglia era a casa, in una palazzina posta proprio ai piedi della collinetta dalla quale si è staccata una massa enorme di fango che è caduta a valle travolgendo tutto; Santi Bellomo, macellaio, morto a causa di un infarto e il suo corpo è stato trovato a Scaletta; e infine Carmelina Barbera, trovata morta a Scaletta.

Dopo questo macabro e triste elenco vogliamo concentrare la nostra attenzione non tanto sulla visita che oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, farà nei luoghi del disastro, dove sicuramente spargerà compassione e speranza, ma sull'intervento che un nostro utente ha lasciato ieri nel forum della notizia che abbiamo dato ieri sul disastro avvenuto nel Messinese e che abbiamo intotolata "Maltempo assassino": "Sinceramente un titolo come il vostro è fuorviante e cerca di trovare "un capro espiatorio" per le nefandezze umane. Sì, è piovuto in modo anomalo ed eccezionale ma non è solo una grossa quantità d'acqua che causa vittime, allagamenti e disastri. Si dovrebbe cercare di andare più a fondo alla questione e pubblicamente puntare il dito verso le vere cause del disastro. LA MANO DELL'UOMO... dell'uomo stupido che cementifica ovunque che cerca di antropizzare anche i letti dei fiumi, i costoni fragili dei monti e cerca "soluzioni" nuove per trarre solo un unico profitto... Ma le scelte stupide per forza di cose lasceranno un segno indelebile nella nostra storia, il più delle volte macchie di sangue!!! Riflettiamo sul male che stiamo causando alla nostra terra e di conseguenza al male che facciamo a noi stessi...".
Durante la giornata di ieri, mentre le luttuose notizie si susseguivano velocemente, più volte abbiamo letto e riletto il titolo scelto da noi per la notizia, e più volte abbiamo storto il naso coscienti dell'errore che avevamo fatto. Sì, il nostro utente ha pienamente ragione e ci rimproveriamo per non aver modulato diversamente il messaggio che avremmo dovuto dare. Nonostante tutto, o forse è meglio dire, malgrado tutto vogliamo oggi, in un certo senso, rimediare parlando di alcuni aspetti che nell'arco di queste ultime 24 ore hanno preso corpo in maniera, oseremmo dire, prepotente: quanto avvenuto nella fascia territoriale messinese lunga tre km e mezzo era qualcosa che tutti sapevano sarebbe accaduta!
Sì, a Briga Marina, Giampilieri, Molino e Scaletta Marea, è stato come assistere con indifferenza criminale ad un disastro conosciuto fin nei minimi dettagli, una tragedia non che si poteva evitare ma che non avrebbe dovuto avere possibilità d'accadere.
Tutti eravamo informati di quanto era successo nel 2007, e quindi non esistono gistificazioni per quello che è successo la scorsa notte. Nessuna giustificazione!


Giampilieri nel 2007. Foto tratte dal sito web di Salvo Restuccia (salvorestuccia.giampilieri.eu/)

Quanto è successo era "una tragedia annunciata, anzi che si preannunciava ogni anno. E questa volta purtroppo è accaduto". Il presidente dell'ordine dei Geologi della Sicilia, Gian Vito Graziano, ha commentato così gli effetti del nubifragio messinese.
"Nelle zone a sud di Messina, ma anche in altre province come a Palermo, ogni anno si ripropongono sempre gli stessi problemi avvicinandosi
ai mesi più piovosi. Oggi
- ha detto ancora Graziano - esistono strumenti di pianificazione regionale avanzati, che ci fotografano situazione quasi in diretta, ma non si interviene. La colpa è di un'assenza cronica di fondi, ma anche la manutenzione ordinaria - come la pulizia di canali, fiumi e tombini - non viene fatta [...] Quella del messinese è una zona con una situazione idrologica molto diffusa, con grandi e piccoli torrenti: già di per sé un reticolo idrografico diffuso produce una certa insabilità e se a questo si aggiunge la non manutenzione e un uso scellerato del territorio con costruzioni che non dovrebbero esserci il quadro è completo". Il geologo dà la colpa anche alle competenze "molto divise" tra Regione Sicilia, che "ha fatto un buono strumento di pianificazione", e Protezione civile, che "più volte ha avvertito sui semplici interventi di manutenzione. Per noi sarebbe importante mettere in atto tutti gli interventi previsti dai piani della Protezione civile, regionali e locali, con persone sul posto come sentinelle per prevenire gli eventi. Ma non si sa se si farà mai: in Italia purtroppo - ha concluso Graziano - viviamo sull'onda dell'emozione e appena smette di piovere cessa anche ogni allarme".

Ma il colpevole della tragedia non si chiama soltanto "assenza cronica di fondi per intevenire concretamente, anche per la manutenzione ordinaria", ha un altro nome anche pronunciato ieri a chiare lettere dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso: ABUSIVISMO.
Più che un nome la parola chiave che sta dietro il disastro nel messinese.Bertolaso, ha inquadrato da subito l'intera vicenda in una dimensione ben precisa e niente affatto casuale: quella del dissesto idrogeologico provocato dagli abusi edilizi. Una dimensione che, a tempo debito, passata l'emergenza, renderà necessario accertare "di chi sono le responsabilità". "L'acqua fa il suo corso e se le case sono costruite dove non si dovrebbe", se sono sul greto di un fiume, come alcune di quelle crollate a Scaletta Marea che Bertolaso ha visto nel suo sopralluogo, allora "cosa vogliamo aspettarci? Sono otto anni che denuncio questa situazione". Parole dette "senza polemica", che tradiscono quasi un senso di impotenza di fronte a un fenomeno che sembra non si riesca ad arginare.

Ora sono in molti - politici, associazioni, sindacati - a parlare di territorio ferito o di tragedia annunciata. "Se non smettiamo di costruire male, di intaccare l'equilibrio della natura, prima o poi paghiamo un prezzo - ha detto il governatore siciliano Raffaele Lombardo -. Credo che ci sia bisogno che sindaci, amministratori e cittadini segnalino le disfunzioni e si cominci a intervenire prevenendo i disastri".
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché, ha ricordato che "già lo scorso inverno, con le forti piogge abbattutesi sulla provincia di Messina, avevamo segnalato la criticità della situazione. Purtroppo ci si rende conto dello stato delle infrastrutture siciliane solo in occasione di tragedie come questa".
Giuseppe Buzzanca, sindaco di Messina, è invece tornato a due anni fa quando "ci fu un fenomeno molto contenuto, ma la mancanza di fondi - dice - non ha consentito di intervenire". Il primo cittadino della città siciliana ha toccato così un altro tasto: le risorse. Proprio "la scorsa settimana, dopo i primi danni seri legati ai temporali - ha fatto sapere la Cgil di Messina - i sindaci dei centri colpiti avevano minacciato le dimissioni in massa perché senza risorse per fare fronte ai danni e provvedere alla messa in sicurezza". Il sindacato, tra l'altro, "ha chiesto più volte un piano straordinario per la ricognizione e la messa in sicurezza del territorio. Inascoltato".
La Regione, dal canto suo, fa sapere che dal '98 sulla provincia di Messina sono stati spesi per sistemazioni idrauliche e dissesto idrogeologico oltre 200 milioni di euro tra fondi statali ed europei. Soldi a parte, sul banco degli imputati c'é soprattutto la speculazione edilizia, su cui puntano l'indice le associazioni ambientaliste. A partire da Legambiente, secondo cui "paghiamo il prezzo della cementificazione selvaggia" di quel territorio. "Negli ultimi anni il messinese è stato violentato da un'urbanizzazione disordinata e aggressiva - ha affermato Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia - che ha stravolto gli equilibri idrogeologici. Non a caso, molte inchieste della magistratura riguardano speculazioni perpetrate in aree torrentizie".
Insomma, "l'assetto idrogeologico della Sicilia è stato sconquassato", come sintetizza Giuseppe Lumia, senatore Pd. "Tutti sapevano - ha aggiunto l'europarlamentare Rita Borsellino - della situazione di questo territorio: cittadini, istituzioni, Protezione civile. E' una tragedia che ha responsabilità ben precise".

"Sicurezza, non opere faraoniche" - "O si avvia un piano serio che investa, piuttosto che su opere faraoniche, sulla garanzia e la sicurezza, oppure queste zone del Paese potranno essere afflitte da nuove sciagure". Il monito è arrivato ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio a poche ore dalla sciagura che ha coinvolto il Messinese.
Napolitano, dando ragione al sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso che aveva denunciato una situazione di "assoluta mancanza di prevenzione e di rispetto nei confronti del territorio" ha evidenziato anche "una situazione di diffuso dissesto idrogeologico in parte causato dall'abusivismo a Messina e in molte altre parti d'Italia".
Ma i lavori per l'opera faraonica per eccellenza, il Ponte sullo Stretto, potrebbero partire già a gennaio. "Spero che per gennaio i primi lavori possano partire se non addirittura per dicembre", ha affermato a poche ore dal richiamo del capo dello Stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. La società Stretto di Messina e il general contractor "hanno trovato l'accordo ieri - ha detto Matteoli - credo che oggi arriveranno a firmare per l'avvio dei lavori. Ho parlato con il presidente Ciucci e mi ha detto che è tutto a posto".

[Informazioni tratte da Adnkronos/ing, Ansa.it, La Siciliaweb.it, Repubblica.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

03 ottobre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia