Aspettando il Lombardo quater...
Sembra che per il varo dell'ennesima giunta siciliana sia tutto pronto. Intanto Lombardo assicura fedeltà al Cavaliere
Tutti aspettano, chi con ansia, chi con curiosità, chi con preoccupazione, il varo del "Lombardo-quater". E sembra che oramai l'attesa sia arrivata alla fine, almeno stando alle dichiarazioni di Raffaele Lombardo che ieri, dopo aver incontrato il premier Berlusconi (di quello che si sono detti parleremo più avanti, ndr) ha detto che la presentazione della nuova giunta alla Regione siciliana "é questione di giorni".
Parlavamo dei sentimenti contrastanti che animano la politica siciliana in attesa dell'ennesimo rimpasto lombardiano, sentimenti che in questi giorni si sono espressi nelle più svariate maniere ma che hanno avuto in comune il "mettere in guardia" il governatore. Il Pdl Sicilia di Gianfranco Miccichè, sostenitore della prima ora degli esperimenti di Lombardo, nei giorni scorsi ha dichiarato, con una nota congiunta dei tre fondatori, Micciché, Dore Misuraca e Pippo Scalia, che "il partito resta unito nelle scelte politiche che riguardano il futuro dell'Isola". "Ribadiamo - hanno sottolineato i parlamentari - il nostro no convinto all'ipotesi di un esecutivo composto da tecnici. La politica siciliana ha il diritto e il dovere di governare la Regione. Un compito che spetta a chi ha alle spalle il consenso popolare". La posizione politica espressa dai tre cofondatori é stata confermata da Micciché nel corso di un incontro avvenuto martedì a Roma con il presidente Lombardo.
"A Lombardo - hanno aggiunto i leader del Pdl Sicilia - è stata ribadita la necessità che il Parlamento siciliano, su input dell'attuale governo regionale, vari al più presto alcune importanti riforme strutturali, a cominciare dalla semplificazione amministrativa, passaggio necessario per accelerare la spesa dei fondi europei". "Contestualmente al varo delle riforme - hanno concluso Miccichè, Misuraca e Scalia - è più che mai opportuno che il governo appronti il disegno di legge su bilancio e finanziaria che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre. A gennaio del prossimo anno ci sarà il tempo per una verifica dell'attività di governo".
Quindi, dal Pdl Sicilia è arrivata una netta bocciatura per quel che riguarda la possibilità di mettere in piedi un governo di tecnici, soluzione che non dispiace a un pezzo del Pd che al governatore, però, ha chiesto di chiudere definitivamente con Berlusconi, dopo che la maggioranza del Pdl, i cosiddetti lealisti, è già all’opposizione.
Raffaele Lombardo, senza nulla preannunciare e senza nulla escludere, ha risposto alla posizione di Miccichè dicendo di non essere mai stato particolarmente appassionato di governi tecnici, ma le problematiche siciliane lo hanno portato a non poter escludere a priori questa possibilità. "Il governo dei tecnici non mi appassiona in maniera particolare. Anch’io mi sento più a mio agio circondato da cosiddetti politici come me, eletti dalla gente e titolari di una rappresentanza chiara", ha scritto il governatore nel suo blog. "Bisogna vedere però come accrescere i numeri di questa maggioranza - ha spiegato - che dovrà essere determinata per portare avanti ancora una serie di riforme fondamentali per la vita della Sicilia. Occorre cambiare il sistema in cui funziona la Regione, decentrare i poteri ai comuni, farli organizzare in liberi consorzi, reimpostare la politica agricola sui controlli ed impostare una politica del turismo del tutto diversa".
Lombardo ha voluto inoltre precisare: "Tutti dovranno fare il loro dovere aiutando la Sicilia, aiutando i cittadini senza figli e figliastri. Senza amici cui dire di si e non amici a cui dire di no se non passano nella segreteria di tizio o di caio. Deve valere così per la sanità come per la cultura, per l’agricoltura e come per tutto. E’ la Sicilia che cambia e per fare queste cose io credo che ci voglia una grande determinazione e una grande compattezza".
E passiamo adesso, come accennato prima, a parlare dell'incontro che c'è stato ieri tra Silvio Berlusconi e Raffaele Lombardo a palazzo Grazioli.
Il governatore ha parlato di "ottimi rapporti" con il presidente del Consiglio ad ha spiegato che "é assolutamente opportuno che il presidente della Regione e il presidente del consiglio abbiano buoni rapporti di collaborazione e dialogo". Alla domanda se l’apertura a Berlusconi può cambiare gli scenari nel governo siciliano, Lombardo ha risposto: "mi sono limitato a riferire al premier che il suo esecutivo non cadrà certo per un voto dell’Mpa. Del resto, non sarebbe possibile perché noi non abbiamo questo peso". Inoltre, secondo Lombardo, "le elezioni sarebbero una iattura per il Paese, quindi, faremo di tutto per non far cadere il governo". "Abbiamo rassicurato il presidente che non mancheranno i voti del Movimento per le Autonomie e dei suoi quattro senatori e cinque deputati", ha aggiunto Lombardo. "Il governo deve continuare a lavorare per i prossimi tre anni e non sarà certamente il mancato voto dell’Mpa che ne condizionerà la tenuta. Ho detto al presidente Berlusconi che valuteremo con attenzione i cinque punti che porterà all’esame del Parlamento e sui quali chiederà, eventualmente, la fiducia, a partire da quelli che riguarderanno il Sud e che riteniamo imprescindibili per garantire il nostro sostegno". "Chiediamo - ha detto ancora il presidente della Regione - che nel piano per il Sud vengano inseriti i temi della fiscalità speciale, concordandoli prioritariamente con le autorità comunitarie, del varo di un piano straordinario per le infrastrutture e delle misure per la lotta alla criminalità organizzata. Per quanto attiene le questioni aperte con il governo regionale siciliano, riteniamo imprescindibili, e in questo senso l’ho rappresentato a Berlusconi, chiudere tre grandi questioni che si trascinano da troppo tempo insolute: la firma del decreto di attribuzione dei fondi Fas da cui scaturirà come primo effetto il finanziamento dei cantieri di lavoro regionali, creando 40 mila posti di lavoro; la revoca del decreto che sottrae al consorzio autostrade siciliano (CAS) la gestione delle autostrade dell’Isola; il tema dei trasporti marittimi, con la soluzione della vertenza Tirrenia”.
"E’ un rapporto e deve consolidarsi con un maggiore impegno sulle politiche per il Sud - ha ammonito infine Lombardo - in primis con gli accordi con la Libia: si consultino Confindustria e Ance perché ci sono aziende siciliane che possono e vogliono lavorare lì. La nostra esternalizzazione sono la Libia e la Tunisia non l’Est europeo”.
Per Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars, "In questo momento l’unica cosa chiara è che regna la confusione. Lombardo è uscito dall’incontro con Berlusconi con un pugno di mosche rispetto agli obiettivi che si era prefisso. Fas, Tirrenia e autostrade: almeno stando alle sue parole, su nessuno di questi punti ci sono stati impegni certi e tempi definiti". "Adesso non ci sono più alibi: Lombardo venga in aula, come da giorni chiedo, e dica ai siciliani una volta per tutte - ha aggiunto Cracolici - che governo vuole fare e con quali forze politiche intende farlo. Perché una cosa è dire di volere un governo tecnico ma con un patto di legislatura che guardi anche al futuro, ben altra cosa è pensare che questo lo si possa fare indistintamente con il Pd e con quanti continuano a dichiararsi i rappresentanti di Berlusconi e del berlusconismo in Sicilia: a queste condizioni, come è chiaro anche a Lombardo, noi non ci stiamo". "Il presidente della Regione si presenti all’Ars alla ripresa dei lavori - ha concluso - esponga la sua proposta e il Pd ne valuterà la qualità e la coerenza con gli obiettivi delle riforme che abbiamo sostenuto in questi mesi".
A commentare sprezzante le dichiarazione di Lombardo all’uscita di palazzo Grazioli anche Giuseppe Lupo, segretario regionale del Partito Democratico siciliano: "Non mi sorprende che l’incontro tra il premier Berlusconi e il presidente della Regione Raffaele Lombardo sia stato un ulteriore incontro inutile per la Sicilia". "Berlusconi - ha aggiunto Lupo - non ha risposto alle richieste avanzate da Lombardo. Il governatore abbia il coraggio di dare una svolta riformista al suo esecutivo, rompendo con i berlusconiani nell’interesse dei siciliani".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it]