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Aspettando il reddito di cittadinanza (o reddito minimo?)

Il prossimo obiettivo del premier Matteo Renzi dopo la presentazione del Def

12 aprile 2014

Reddito di cittadinanza, 600 euro a chi non ha lavoro. Il modello è la Francia e l’erogazione dei fondi per i maggiorenni residenti in Italia dipende dalla volontà del singolo di lavorare. E' questo, insieme all'introduzione del reddito minimo, il prossimo obiettivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo la presentazione del Def insieme al ministro dell'Economia Padoan.
Il disegno di legge, ancora non entrato in vigore ma che si auspica effettivo nei prossimi mesi, prevede uno schema di reddito minimo garantito agganciato ad una riforma del mercato del lavoro.

La copertura finanziaria per il reddito di cittadinanza esiste. Costa 20 miliardi e prevede un contributo di massimo 600 euro per chi ha perso il lavoro o si trova disoccupato. Tecnicamente andrebbe chiamato "reddito minimo garantito" e non "reddito di cittadinanza", perché quest’ultimo indica l’erogazione di fondi ai cittadini maggiorenni a prescindere che lavorino o no, ma resta una forma di contributo. La legge prevede uno schema di reddito minimo garantito del "costo di 19-20 miliardi", agganciato ad una riforma del mercato del lavoro. Avranno diritto al reddito tutti i cittadini residenti in Italia. Potrà beneficiarne chiunque abbia perso il lavoro e chi, pur lavorando, non riesca a superare la soglia di povertà: nel primo caso verrà erogato il contributo massimo di 600 euro; nel secondo caso lo Stato provvederà ad integrare il reddito fino a quota 600.

L’importo sarà calcolato sulla base del nucleo familiare, ma l’aiuto verrà erogato ad ogni membro. Esempio: una famiglia è composta da due persone, una percepisce un reddito di 400 euro al mese e l’altra non ha entrate. Il primo componente riceverà 200 euro (per arrivare a quota 600), il secondo riceverà il contributo pieno e per ogni figlio a carico aumenterà l’importo del sostegno. Che andrà ad integrare anche le pensioni minime. I centri per l’impiego offriranno a chi è disoccupato fino a 3 offerte di lavoro "congrue", ovvero adatte al suo curriculum: "Se uno è laureato in ingegneria non gli si può chiedere di fare il giardiniere". Al terzo rifiuto, si perde il diritto al reddito.

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12 aprile 2014
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