Aspettando la liberazione dei coniugi Cicala
Forse il presidente della Mauritania è disposto a trattare con Al Qaida per liberare i coniugi siciliani e gli altri prigionieri catalani
Il presidente della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz, potrebbe essere disposto a liberare membri di Al Qaida per il Maghreb Islamico (Aqmi) detenuti a Nouakchott, come chiedono i terroristi, se ne dipendesse la vita degli ostaggi nelle mani del gruppo armato nel deserto, ha scritto ieri il quotidiano spagnolo 'Abc'.
Quattro europei sono tuttora sequestrati da Aqmi, i due catalani Roque Pascual e Albert Vilalta, l'italiano Sergio Cicala e la moglie Filomena Kabouree, originaria del Burkina Faso. A dare queste informazioni al quotidiano iberico sarebbero state fonti "vicine al governo" mauritano.
Il presidente Abdel Aziz per ora tuttavia non ha indicato in pubblico una disponibilità a rilasciare i terroristi detenuti. Anzi, il governo mauritano, come quello algerino, ha protestato nelle scorse settimane per la decisione del Mali di liberare quattro terroristi di Al Qaeda, sotto pressione di Parigi, per ottenere la liberazione di un ostaggio francese.
Il direttore del quotidiano mauritano 'Tahalil', Isselmou Ould Mustafa, ha detto ad 'Abc' che il governo di Nouakchott "può cambiare posizione": "tutto dipenderà - ha aggiunto - dalle pressioni di Italia e Spagna".
E per la liberazione dei coniugi Cicala è arrivato l’appello dei Musulmani Moderati: "Vogliamo unirci ai due prigionieri lanciando un appello forte al Governo italiano e al Presidente della Repubblica affinché i coniugi vengano liberati al più presto e senza indugi”. Il Movimento dei Musulmani Moderati in Italia-Europa, con un comunicato, ha chiesto la liberazione di Sergio Cicala e di sua moglie, Filomena Kobouree, sequestrati in Mauritania da Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi) e detenuti in Mali. I Musulmani Moderati in Italia-Europa, si legge nella nota, seguono "con grave preoccupazione" la vicenda del rapimento. "La violenza genera solo ulteriore violenza", afferma il documento, "Cicala, che ha sempre amato e stimato il mondo musulmano, non ha altra colpa se non quella di una curiosità umana e intellettuale che lo ha sempre spinto a viaggiare e a conoscere culture diverse dalla propria. Tenerli in ostaggio significa agire in modo vile e contrario al comune sentimento di amore e solidarietà che lega l’uomo all’uomo a prescindere dal proprio credo religioso".
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it]
- I coniugi Cicala sono ancora nelle mani di Al Qaeda (Guidasicilia.it, 11/03/10)