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Aspettando la verità sulla scomparsa di Denise

Seconda udienza del processo per il rapimento della piccola Denise Pipitone

25 maggio 2010

AGGIORNAMENTO
La deposizione di Piera Maggio -
"Ho fatto spesso da 'paciere' tra Anna Corona e Piero Pulizzi, che litigavano spesso. Una volta lui mi raccontò che la moglie gli puntò un coltello alla gola, un'altra volta la Corona ruppe con un pugno un tavolo di plastica", ha detto Piera Maggio, visibilmente emozionata, deponendo in aula. La donna sta ripercorrendo, rispondendo alle domande del pm Cerroni, le tappe della conoscenza con i coniugi Pulizzi, padre naturale della bambina rapita nata da una relazione extraconiugale. Anna Corona, presente in aula, è la madre di Jessica Pulizzi ed ex moglie di Piero Pulizzi: è indagata per concorso in sequestro di minorenne.
Piera Maggio, che si è costituita parte civile, ha detto di avere conosciuto i coniugi Pulizzi "intorno al 1996, quando avevo 25 anni". "Io venivo chiamata quando i due coniugi litigavano furiosamente - ha detto - una volta lei prese la macchina e andò a velocità folle. Prima di avere dei figli era stata ricoverata in una clinica psichiatrica". E ricorda: "Una volta, tornata da Tunisi dove aveva partecipato a un matrimonio, lei era convinta di avere avuto fatto il 'malocchio', e andava spesso dalla fattucchiera". Poi, però, l'amicizia tra la Maggio e Anna Corona e il marito, si incrina. "Dopo qualche tempo venni a sapere che la signora Corona sparlava di me, dicendo che avevo una relazione con il marito e io preferii chiudere l'amicizia. In quel periodo avevo un sentimento di affetto per Piero Pulizzi, ma non c'era intimità fra noi, anche perché loro due erano ancora sposati". "Quando lui la voleva lasciare - ha detto ancora - Anna Corona lo minacciava di uccidere i due figli, di fargliela pagare". "E ho avuto la conferma - ha proseguito - che quando lui lasciò la moglie, Anna Corona venne a casa mia minacciandomi che mi avrebbe 'scannata'".
Piera Maggio - che in aula ha anche rivelato che si sta separando dal marito, Tony Pipitone, l'uomo che ha riconosciuto Denise - ha raccontato poi che Piero Pulizzi sospettava che la moglie avesse tendenze omosessuali. "Piero mi disse che c'era del tenero tra la moglie e un'amica - ha detto la mamma di Denise - e mi raccontò anche che da giovane Anna Corona avrebbe avuto una particolare 'amicizia' con una coetanea". Dopo qualche tempo, Piero Pulizzi lascia la moglie e si trasferisce a casa della madre. "La nostra relazione inizia soltanto dopo che Piero lasciò la moglie all'incirca tra la fine del 1998 e il 1999 - ha detto ancora Piera Maggio - Denise nacque nell'ottobre del 2000". "Denise l'abbiamo voluta, non è capitata e nessuno deve permettersi di toccare i miei figli e andare oltre...", ha detto scoppiando in un pianto a dirotto la Maggio. "Feci vedere Denise di nascosto a Piero Pulizzi due giorni dopo la sua nascita in ospedale - ha raccontato tra le lacrime - La sua somiglianza con il padre naturale era straordinaria, ma mio marito pensava che fosse lui il padre".
Anche "Jessica Pulizzi un giorno mi chiamò al telefono minacciandomi, mi disse che mio figlio Kevin avrebbe dovuto piangere e soffrire così come stavano soffrendo lei e la sorella perché il padre aveva lasciato la moglie", ha detto ancora Piera Maggio. "Era un continuo stillicidio di telefonate mute e di sospiri - ha proseguito - fino a staccare il telefono di casa perché ero stanca". Alla domanda del pm se avesse denunciato le telefonate moleste, ha risposto: "No, perché avevo paura di eventuali ritorsioni".
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Questa mattina è iniziata la seconda udienza, al tribunale di Marsala, del processo per il rapimento della piccola Denise Pipitone - sparita da Mazara del Vallo il 1° settembre 2004 - che vede coinvolti Jessica Pulizzi, accusata di sequestro, e Gaspare Ghaleb, accusato di falsa testimonianza al Pm.
La madre di Jessica, Anna Corona, è indagata per concorso in sequestro di minorenne. Tra i testi sentiti dai magistrati c'è Piera Maggio, madre di Denise. Jessica Pulizzi nella prima udienza non era presente in aula.
"Oggi comincerà il vero processo, e io aspetto la verità". Queste le parole di Piero Pulizzi, padre naturale di Denise. "Vedremo quello che accadrà, mi aspetto giustizia - ha detto - Io vivo nella duplice veste di padre dell'indagata e padre della vittima". Piero Pulizzi è anche il padre dell'imputata. Pulizzi, entrato in aula, al primo piano del palazzo di giustizia di Marsala, non ha neanche guardato in faccia la figlia Jessica seduta sul banco degli imputati accanto al suo legale. E a chi gli ha chiesto perché non si saluta con la figlia, l'uomo ha replicato: "Lei si è avvalsa della facoltà di non rispondere ai magistrati, io mi avvalgo della facoltà di non rispondere a lei".

Il tribunale di Marsala, presieduto da Riccardo Alcamo, ha sciolto la riserva sulle eccezioni difensive sollevate nel corso della prima udienza dall'avvocato Gioacchino Sbacchi, difensore di Jessica Pulizzi, secondo il quale il processo non si dovrebbe celebrare davanti al tribunale ordinario in quanto all'epoca dei fatti 1 settembre 2004 era ancora minorenne. Il tribunale ha però rigettato l'eccezione come già aveva fatto il gup in fase di udienza preliminare.
Il difensore dell'imputata si é opposto all'ammissione di alcune intercettazioni, in particolare di quella ambientale registrata l'11 settembre del 2004 negli uffici del commissariato di Mazara del Vallo. In quell'occasione Jessica Pulizzi, conversando con la madre, Anna Corona, avrebbe pronunciato la frase "A casa 'a purtai (l'ho portata a casa ndr)".
L'avvocato Giacomo Frazzitta, che assiste Piera Maggio, ha invece chiesto di ammettere tra le prove anche un'altra intercettazione, che risale al 30 marzo del 2006, in cui l'imputata fa riferimento a un "corpo di reato" che sarebbe stato nascosto. Il tribunale, infine, ha motivato l'accoglimento della richiesta di essere ammesso come parte civile presentata da Piero Pulizzi, papà naturale della bimba, in base ai risultati di un esame del Dna compiuto anche su Toni Pipitone, il genitore putativo della bimba. Il pubblico ministero Laura Cerroni ha chiesto l'acquisizione di sei intercettazioni ambientali e una intercettazione telefonica.

"Ho guardato Jessica Pulizzi negli occhi ma lei si è girata dall'altra parte...". Lo ha detto Piera Maggio durante una pausa dell'udienza del processo. Alla domanda su cosa ha provato quando ha guardato negli occhi Jessica Pulizzi, Piera Maggio ha risposto seccamente: "Il nulla, non ho nessun sentimento nei confronti di questa persona". Ma poi ha aggiunto: "Non voglio aggiungere altro perché solo tutte le madri d'Italia e del mondo possono comprendere come mi posso sentire io. Non ho alcun dubbio su quello che è accaduto". E su Anna Corona dice: "In tanti casi di cronaca ci sono state madri che hanno negato anche l'evidenza, questo non è il primo caso".

Dopo un'ora di Camera di consiglio i giudici del Tribunale di Marsala hanno ammesso quasi per intero le richieste di prove avanzate dall'accusa e dalla difesa del processo per il sequestro della piccola Denise. Accolte, tra l'altro, le intercettazioni tra l'imputata Jessica Pulizzi e la madre, Anna Corona, anche lei indagata nell'ambito dell'inchiesta per il rapimento della bambina che oggi avrebbe dieci anni. Sono circa 300 i testimoni che verranno ascoltati dal Tribunale, presieduto da Riccardo Alcamo.

E il ddl sulle intercettazioni entra a far parte del "caso Denise" - "Le intercettazioni sono fondamentali per le indagini sui sequestri di minori. Spero che nel ddl in discussione si tenga conto di casi come il mio". Lo ha detto Piera Maggio durante una pausa del processo. La mamma di Denise ammette di non conoscere a fondo il contenuto del ddl, però sottolinea che "nelle indagini sulla sparizione di mia figlia le intercettazioni sono state importantissime". Certo, "è sbagliato farne un abuso", ha ammesso ancora la signora Maggio. "Io sono stata massacrata sui giornali perché è stata raccontata tutta la mia vita privata. Tutto ciò che io raccontavo ai magistrati, come testimone, all'indomani finiva puntualmente sui giornali. Ed è un fatto grave". Ma sottolinea: "Ciò non toglie che è importantissimo continuare con le intercettazioni anche sul sequestro di minori, seppure il rapimento non sia a scopo estorsivo".
Ieri nel blog 'Cerchiamodenise', un post polemizzava con la decisione del Tribunale di Marsala di vietare le riprese televisive delle udienze dopo la richiesta avanzata dagli avvocati difensori degli imputati. "La limitazione alla presenza di giornalisti durante il processo, richiesta con forza dagli avvocati difensori degli imputati, ha di fatto oscurato la voce dell'informazione tanto attesa da chi segue da anni questa penosa vicenda. E' importante che l'opinione pubblica possa direttamente conoscere le vicende giudiziarie che riguardano la piccola Denise". "Tanto è stato detto di sbagliato e tanta disinformazione è stata compiuta in fase di indagine - si legge sul sito web dedicato alla bimba scomparsa - che adesso, in fase processuale, proprio dove ormai si deve giocare 'a carte scoperte', i giornalisti si trovano di fronte all'ennesimo muro di gomma, al di la' del quale, sotto le reticenze di chi sapeva o celate tra le pieghe della privacy, potrebbe esserci una bambina che aspetta solo di essere trovata".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Repubblica/Palermo.it]

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25 maggio 2010
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