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Assalto all'ambasciata britannica di Teheran

Le violenti proteste sono scoppiate dopo la decisione di Londra di sanzionare il Paese sul programma atomico

30 novembre 2011

Lunedì scorso decine di manifestanti hanno fatto irruzione nella sede dell'ambasciata britannica della capitale iraniana, e hanno tolto dall'edificio la bandiera della Gran Bretagna, sostituendola con quella dell'Iran. Nell'attacco, che ha interessato anche un altro complesso di proprietà del Regno Unito, sono stati anche incendiati documenti sottratti agli uffici. Gli occupanti avevano fatto sapere che avrebbero lasciato i due complessi solo quando l'ambasciatore britannico fosse andato via. Invece, in serata, la manifestazione degli studenti si è conclusa e i manifestanti hanno lasciato le due proprietà. E' rimasto solo un gruppo di studenti che, secondo l'agenzia ufficiale Irna, ha fatto sapere che non metterà fine al sit-in finché non sarà la Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, a chiederlo. Durante la protesta Londra aveva avvertito i cittadini britannici che si trovano in Iran di "rimanere in casa e mantenere un basso profilo".
L'ambasciata ieri ha subito due assalti, e dopo il secondo si sono registrati scontri tra la polizia e i manifestanti. Uno studente è rimasto ferito in modo grave, mentre altri manifestanti e alcuni poliziotti hanno riportato ferite leggere negli scontri. L'agenzia semi-ufficiale iraniana Fars ha riferito che la polizia ha usato gas lacrimogeni, mentre gli studenti hanno lanciato contro la sede diplomatica molotov e pietre. Sempre secondo la Fars, le forze di sicurezza iraniane hanno eseguito diversi arresti durante gli incidenti e i dimostranti arrestati
sono stati trasferiti in alcune stazioni di polizia nella capitale.
Teheran ha deplorato l'attacco e in un comunicato del ministero degli Esteri ha dichiarato di essere impegnata a garantire la sicurezza dei diplomatici. In serata gli assalti sono stati argomento di discussione dei membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che stanno cercando di arrivare alla stesura di un comunicato che condanni l'accaduto e chieda alle autorità di Teheran di proteggere i diplomatici stranieri, come previsto dal diritto internazionale.

L'assalto all'ambasciata britannica è avvenuta al termine di un sit-in di protesta organizzato dai basij davanti alla sede diplomatica britannica per esprimere la loro contrarietà nei confronti delle politiche ostili che la Gran Bretagna ha nei confronti della Repubblica islamica. Gli studenti hanno organizzato la protesta anche per esprimere il loro sostegno al recente disegno di legge parlamentare che abbassa il livello dei rapporti tra il ministero degli Esteri iraniano e il Foreign Office britannico. Alcuni studenti hanno hanno bruciato una bandiera della Gran Bretagna e dato fuoco all'edificio. Nelle immagini mostrate in diretta dalla tv di Stato iraniana si sono visti gli studenti rompere anche alcuni vetri dell'ambasciata con delle pietre e lanciato documenti dalle finestre. In precedenza i manifestanti riuniti davanti all'ambasciata avevano lanciato slogan come "Morte alla Gran Bretagna" e "Via la Gran Bretagna", bruciando anche bandiere israeliane.
"L'irruzione degli studenti iraniani filo-governativi all'interno dell'ambasciata è totalmente inaccettabile e la condanniamo". Questo il commento del Foreign Office di Londra che ha parlato di "atti di vandalismo contro la nostra proprietà". "La situazione è fluida e stanno ancora emergendo dettagli", ha aggiunto il ministero degli Esteri britannico.
In una nota il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha definito "assolutamente intollerabile quanto sta accadendo al compound dell'ambasciata britannica a Teheran". ISi tratta, ha aggiunto Terzi, di "un episodio molto grave che condanniamo fermamente, e per il quale esprimiamo piena solidarietà al governo britannico".
Intanto Londra sta ritirando il personale diplomatico dall'ambasciata di Teheran. A riferirlo fonti diplomatiche.

Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha definito "un affronto" alla comunità internazionale l'attacco all'ambasciata britannica in Iran. "Gli Stati Uniti - ha affermato - condannano questo attacco nei termini più duri possibili". L'assalto all'ambasciata britannica alimenta pesanti dubbi sullo stato di sicurezza delle missioni diplomatiche in Iran. "Gli Stati Uniti condannano l'attacco nei termini più duri possibili", ha rimarcato la Clinton a Busan (Corea del Sud), dove partecipa a una conferenza sullo sviluppo globale. "Siamo pronti - ha aggiunto - a ribadire in ogni modo che possiamo rendere chiaro quanto più forte possibile che i governi hanno il dovere verso la comunità diplomatica di proteggere vite e beni e ci aspettiamo che il governo iraniano lo faccia".
Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è detto "sconvolto e indignato" dall'assalto di Teheran e ha esortato le autorità iraniane a fare in modo che non si ripeta.
Sul fronte opposto il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, che ha puntato il dito contro il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per aver condannato l'attacco all'ambasciata britannica a Teheran, affermando che la risoluzione adottata in tutta fretta nelle scorse ore mette a rischio la sicurezza globale. "L'intervento frettoloso del Consiglio di Sicurezza nel condannare l'azione degli studenti è stato deciso per coprire precedenti crimini dell'America e della Gran Bretagna, mentre la polizia iraniana ha fatto tutto il possibile per riportare la pace - ha detto Larijani in un intervento in parlamento trasmesso dalla tv di stato - Questa azione subdola porterà instabilità nella sicurezza globale".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Repubblica.it]

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30 novembre 2011
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