Assunti 32 mila precari della scuola...
... mentre altri 30 mila sono rimasti a bocca asciutta: erano 60 mila le assunzioni che si attendevano
Nelle prime settimane dello scorso mese di luglio sono stati assunti 32 mila precari della scuola. Era la notizia che aspettavano da mesi i supplenti che avevano quasi perso le speranze. Per molti però è rimasto l'amaro in bocca di un'occasione persa. Il provvedimento è stato infatti annunciato dallo stesso Ministero dell'Istruzione con un laconico comunicato che ha lasciato scontenti i sindacati e quanti pensavano a un contingente di immissioni in ruolo ben più numeroso. Erano infatti 60 mila le assunzioni che tutti si aspettavano: 50 mila docenti e 10 mila Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).
A coronare il sogno di un posto fisso nella scuola sono poco più di metà: 25 mila insegnanti e 7 mila fra bidelli, personale di segreteria e tecnici di laboratorio. "Il ministero dell'Istruzione - ha informato con una nota il ministero a fine giugno - ha voluto rispondere in tal modo ai precedenti impegni presi, compatibilmente con la sostenibilità economica disponibile". Insomma, sembra che il ministero di viale Trastevere per la scuola non poteva permettersi di più. "E' comunque intendimento del ministero - continuava la nota - avviare subito un processo di revisione della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti che eviti il riprodursi del precariato".
Distanti le posizioni dei rappresentanti dei lavoratori per i quali "non si è fatto abbastanza". Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl Scuola ha definito la mossa del ministro Mariastella Gelmini come "infondata logica del risparmio". Scrima ha parlato di "una notizia buona e una cattiva". "La notizia buona - ha detto Scrima - è che a questa categoria di lavoratori della scuola viene riconosciuto il diritto alla stabilità e alla sicurezza: è così respinta la posizione di quanti volevano la rottamazione di tanti che nella scuola hanno lavorato e continuano a lavorare per garantire un buon servizio [...] La notizia cattiva è che le assunzioni ora determinate coprono solo in parte il fabbisogno e sono inferiori a quanto già previsto dal piano triennale". Che, appunto ne prevedeva 60 mila l'anno. Per il leader della Cisl è prevalsa ancora "un'infondata logica del risparmio in quanto i posti ancora vacanti saranno comunque coperti con personale assunto a tempo determinato pagato quanto quello di ruolo e, parità di costi, avremo condizioni di instabilità del lavoro che non garantiranno la prima condizione necessaria per sostenere l'efficacia e l'efficienza del sistema di istruzione". D'accordo con la Cisl Scuola è Rino Di Meglio della Gilda degli insegnanti che ha parlato di "immissioni in ruolo scarse e ancora troppi precari". Ma "a destare maggiori preoccupazioni sono comunque - secondo Di Meglio - i tagli contenuti nella Finanziaria".
Una consistente fetta dei posti che gli Uffici periferici del ministero (Uffici scolastici provinciali e Uffici scolastici regionali) hanno assegnato ai precari coprono i vuoti esistenti nelle scuole delle regioni del Centro-nord. Il numero delle immissioni in ruolo, infatti, è commisurato alle disponibilità di posti "dopo le operazioni di mobilità" (i trasferimenti, soprattutto) che al Sud scarseggiano.
Basta dare un occhiata alla mappa con i contingenti delle assunzioni per ogni provincia per farsi un'idea di quali saranno le zone del Paese che faranno la parte del leone. Nella scuola dell'Infanzia (l'ex materna), a titolo di esempio, in provincia di Palermo sono rimasti disponibili appena 28 posti vacanti mentre nella "piccola" provincia di Modena si contano ben 165 posti vacanti.
[Informazioni tratte da Repubblica.it]