Attenzione ed impegno continuo: le uniche strade per affrontare civilmente il ''fenomeno dell'immigrazione''
E' una reale priorità sociale, e quindi politica, quella di far fronte ai problemi insiti nell'immigrazione, ed è obbligo di ogni paese civile affrontare questi con politiche ''civili'', affinché il ''fenomeno dell'immigrazione'' possa mostrare maggiormente la sua parte positiva.
Detto questo, e coscienti che il problema dell'immigrazione è uno dei più difficili da affrontare per tutte le nazioni, è ormai assodato che le strade da seguire sono quelle dell'attenzione e dell'impegno continuo, rivolte sia verso le piccole cose quotidiane sia verso quelle più grandi e complesse.
Dall'Italia - Dopo le denunce dei media e le polemiche sul ''mercato nero'' dei kit per gli immigrati, introvabili negli uffici postali, il ministro dell'Interno Giuliano Amato è intervenuto per chiedere conto della situazione alle Poste. Amato ha ricevuto garanzie sul ripristino di una distribuzione regolare dei kit in tutti gli uffici. ''La piena disponibilità dei moduli presso tutti gli Uffici, come esposto in una serie di colloqui avvenuti in questi giorni con i vertici dell'azienda, è infatti ritenuta essenziale dal Ministero per il proseguimento della convenzione stipulata con Poste italiane''.
Il Viminale ha ribadito che il kit è gratuito. Nel caso in cui gli sportelli di Poste italiane li abbiano esauriti il ministero dell'Interno raccomanda di non rivolgersi a nessuno che li ceda a pagamento e di avvalersi del supporto qualificato e gratuito dei Patronati e dei Comuni coinvolti, presso i quali non è necessario che l'immigrato porti il kit cartaceo. ''Sia i Patronati che i Comuni, infatti, hanno direttamente acceso al portale di Poste italiane. Questi, quindi, possono effettuare direttamente la compilazione on line delle domande procedendo anche alla stampa della medesima e fornendo, nelle fasi successive, al cittadino immigrato informazioni sullo stato delle domande''.
Le informazioni sulle procedure di rilascio e di rinnovo del permesso sono reperibili sul sito www.portaleimmigrazione.it, ed è operativo anche il numero verde 800.309.309 che fornisce un servizio informativo in cinque lingue diverse.
Dalle Nazioni Unite - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), prendendo spunto dalla strage di Erba e dopo un'approfondita riflessione in seno all'Agenzia voluta dallo stesso Rappresentante per la Regione del Mediterraneo, Walter Irvine, ha lanciato nei giorni scorsi la proposta di elaborare, insieme ad altri soggetti competenti in materia, un codice deontologico per la stampa, mirato a tutelare immigrati e rifugiati. Un gruppo di lavoro composto da accademici, esperti di comunicazione e giornalisti redigerà un testo che, auspicabilmente con il contributo della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, potrà diventare una Carta di autoregolamentazione della stampa nelle materie dell'immigrazione e dell'asilo.
In una lettera aperta ai direttori delle maggiori testate giornalistiche nazionali, l'Agenzia dell'Onu sottolinea come l'evento di Erba sia stato reso ancora più grave da ciò che ne è seguito: ''la caccia al tunisino, l'ostilità contro l'arabo e la pretesa che il male fosse estraneo alla comunità''. Inoltre, viene fatto presente nella lettera, ''la frettolosa ricerca da parte della stampa di un colpevole, di un colpevole 'perfetto', quasi costruito in laboratorio, deve far riflettere e indurre la stessa stampa ad un'onesta e lucida autocritica che porti ad ammettere l'errore e ad evitare che si ripeta''. L'UNHCR auspica che i mezzi di informazione arrivino a ''capitalizzare'' sulla vicenda di Erba che rappresenta ''una lezione per quanti si sono precipitati a colpo sicuro a puntare l'indice contro "arabo spietato"''.
Un altro punto messo in luce nella lettera è il linguaggio dei media italiani rispetto al fenomeno degli arrivi via mare. Un linguaggio ''allarmistico e bellico, simile a quello usato nei conflitti, nelle contrapposizioni tra entità ostili''. ''Le coste siciliane sono prese 'd'assalto', Lampedusa è 'assediata', la gestione dell'immigrazione è 'lotta ai clandestini'. La situazione peggiora - viene posto in evidenza - quando si parla di immigrati arabi che vengono principalmente ritratti dalla stampa italiana in collegamento ad attività giudiziarie o nel contesto del terrorismo internazionale, come se, mutatis mutandis, gli italiani venissero prevalentemente rappresentati all'estero nei processi di mafia''.
Quanto ai rifugiati, la lettera pone l'accento sul fatto che ''raramente i media fanno una differenziazione terminologica tra rifugiato, richiedente asilo, immigrato, clandestino, extracomunitario e profugo. Termini che spesso vengono usati come sinonimi, senza alcuna attenzione alla connotazione giuridica di ciascuna parola''. Nel ricordare che il rifugiato è una persona in pericolo che ha ottenuto protezione in Italia, nella lettera viene anche sottolineato che ''l'esposizione mediatica di richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria, con tanto di nome cognome, foto o immagini di primo piano, senza apportare nessuna accortezza o precauzione, può essere molto pericolosa. Questo trattamento rende rintracciabile chi è fuggito da una persecuzione e espone anche i familiari rimasti a casa a possibili ritorsioni''.