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Audace colpo dei soliti ignoti... Il finto ''don Marco'' e i suoi compari hanno colpito anche a Siracusa e a Trapani

13 giugno 2007

Il finto sacerdote ha colpito ancora
di Arianna Rotolo (la Repubblica Palermo, 12 giugno 2007)

Hanno colpito ancora. Dopo aver beffato i parenti e gli amici di un anziano morto poco meno di un anno fa a Palermo, la banda di truffatori capeggiata da un finto sacerdote, si è spostata a Siracusa e a Trapani. Per ''don Marco'', il finto sacerdote che con l'aiuto di due complici, a luglio 2006 ha celebrato una messa funebre nella cappella del cimitero dei Rotoli ed è poi fuggito con le offerte dei fedeli, c'è un identikit. E gli investigatori confermano che la banda di truffatori utilizzando la stessa tecnica ha messo a segno il raggiro anche nel resto della Sicilia. ''In collaborazione con le questure di Siracusa e Trapani - afferma il vicequestore aggiunto Virgilio Alberelli - stiamo verificando se hanno agito anche in altre occasioni. Abbiamo deciso di divulgare la notizia per tutelare eventuali nuove vittime e per questo, non appena avremo la certezza, sarà diffuso anche l'identikit''.
Per il momento, gli unici dati su ''don Marco'' sono pochi. E' certamente siciliano, ma perfino l'età è approssimativa: compresa tra i 30 e i 40 anni.

La banda, così come spiegano dal commissariato Oreto-Stazione, diretto da Giacinto Vaccarella che coordina le indagini, ha organizzato l'inganno dopo aver esaminato con attenzione le necrologie pubblicate sui quotidiani locali. E soltanto dopo aver scelto le famiglie di professionisti e benestanti che nell'annuncio del familiare defunto fanno scrivere ''non fiori ma opere di bene'' agiscono a colpo sicuro. Il finto sacerdote si presenta in chiesa prima della messa, si apparta con il vero parroco presentandosi come un amico di famiglia, e infine, scatta il piano. Prima della fuga, i due complici distribuiscono buste con la finta intestazione dell'associazione umanitaria alla quale sarà devoluto l'incasso delle oblazioni.

Resta un mistero invece, come sia riuscito ad intrufolarsi ''don Marco'' fingendo di essere un prete. Secondo quanto stabilito da una direttiva della Curia infatti, il diocesano avrebbe dovuto esibire la tessera di riconoscimento. Sull'episodio avvenuto, don Giuseppe Calafiore, parroco della cappella dei Rotoli, contrariato che la notizia sia stata divulgata a un anno di distanza, sceglie la linea del silenzio.

- I soliti ignoti a Palermo... (Guidasicilia.it)

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13 giugno 2007
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