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Il pranzo di Pasqua degli italiani tra agnello, uova e cioccolata: tre ore a tavola in completo relax

03 aprile 2010

Poco meno di tre ore a tavola. Ovvero: quasi il 20% del tempo nella giornata di Pasqua è trascorso a tavola, con permanenza media di poco inferiore alle tre ore per gustare a panzo i piatti della tradizione.
A casa o in vacanza, nei ristoranti, negli agriturismi o seduti per i picnic in spiaggia o sul prato, insomma, basta sedersi a mangiare e a rilassarsi. E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che a moltiplicarsi sono anche i tempi di preparazione del pranzo, al quale normalmente durante l'anno viene dedicato in media poco più di trenta minuti.
ustare in completo relax i sapori unici della cucina tradizionale che si tramanda ogni anno di generazione in generazione è un appuntamento irrinunciabile che, sottolinea la Coldiretti, sei italiani su dieci trascorrono in famiglia per una spesa media stimata in circa 25 euro a persona. Ma non manca chi sceglie il ristorante, soprattutto in vacanza, mentre cresce l'agriturismo dove si registrano circa 400mila presenze durante le festività.

Ogni menù pasquale che si rispetti ha come portata principale almeno una specialità alimentare della cucina tipica del territorio che nasconde spesso piccoli grandi segreti che la rendono inimitabile agli occhi di tutti i grandi marchi industriali.
E allora, se è vero che come dice un vecchio proverbio 'non c'è Pasqua senza uova', simbolo della vita che si rinnova e della primavera, allora proprio le uova non potranno certo mancare nei piatti pasquali di tutta Italia consumate sode o come ingrediente base di mille ricette rustiche o dolci. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in ricette tradizionali o nei dolci casalinghi, artigianali e industriali saranno, stima la Coldiretti, circa 400 milioni le uova 'ruspanti' consumate durante la settimana di Pasqua, un numero superiore di quasi dieci volte a quelle di cioccolata.
L'altro 'must' delle feste è, continua la Coldiretti, la carne di agnello che viene servita su quasi una tavola su tre nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato, con le festività pasquali che rappresentano anche l'occasione per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l'abbacchio alla scottadito) con l'effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione e vantaggio della biodiversità del territorio, anche di zone duramente colpite dal terremoto come l'Abruzzo.

I protagonisti della Santa Pasqua saranno dunque tutti i piatti tipici regionali che da nord a sud attraverseranno l'intero Paese: partendo da gnocchi filanti e dal capretto langarolo in Piemonte, alla minestra di brodo di gallina e uovo sodo e alle pappardelle al ragù di coniglio in Toscana; ma anche la corallina, salame tipico, accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio e l'immancabile coratella di abbacchio con i carciofi romaneschi per pranzo. Nelle Marche invece si gusterà la Crescia di Pasqua insieme alle uova sode, in Molise non potrà mancare l'insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. E in Abruzzo la protagonista sarà la capra alla neretese. In Puglia il principe della tavola pasquale sarà il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge; in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale saranno le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello non potranno certo essere dimenticate.
Come dolce, impossibile rinunciare in Campania alla squisita Pastiera napoletana, vera regina dei dolci pasquali che rappresenta un vero e proprio rito con tempi e modalità ben definiti, dalla preparazione, rigorosamente effettuata il giorno del giovedì santo, alla cottura; ma anche la ciaramicola umbra, ciambella di color rosa dovuto al liquore, e confettini colorati. Irrinunciabile per i lucani invece sarà la Scarcedda, tipico dolce ripieno di uova sode che rappresentano la fortuna ma anche le titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo in Trentino. In Sicilia, infine, ci vorrebbe un intera enciclopedia della cucina per citare tutti i piatti tipici delle feste pasquali, dalla Torta con mandorle e granella di zucchero, passando dal 'pupu cull'ovu' per arrivare alla 'picuredda' (pasta di mandorle a forma di agnello), ma qui vogliamo ricordare in particolare due dolci, che in tutto il mondo sono diventati sinonimo di Sicilia: i cannoli e la cassata [Adnkronos]

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03 aprile 2010
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