Aumenta il taglio dei posti letto negli ospedali siciliani
Nel nuovo decreto dell'Assessorato regionale alla Sanità diminuiscono i posto letto disponibili
Salirebbero a 2064 i posti letto da tagliare negli ospedali siciliani. Rispetto ai 1986 previsti dal piano di rientro della sanità, illustrato a dicembre all'Ars dall'assessore regionale Massimo Russo, la riduzione potrebbe essere più consistente. Le novità sono contenute nel documento "Indirizzi e criteri per il riordino, la rifunzionalizzazione e la riconversione della rete ospedaliera e territoriale regionale. Procedure e modalità di controllo gestionale" che l'assessore Russo ha inviato al ministro al Welfare, Maurizio Sacconi, cui spetta l'ok definitivo.
Se da Roma arriverà il via libera al testo, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, dai previsti 1986 posti letto da tagliare nel settore pubblico, si passerebbe a 2064. La cancellazione sarebbe estesa anche ai day hospital che secondo il ministero in Sicilia sarebbero troppi.
Per il decreto Russo, questa sarebbe la distribuzione dei tagli: a Palermo, dove la riduzione sarebbe meno forte, da 685 posti si scenderebbe a 574. A Catania i posti letto tagliati sarebbero 347, invece dei 481 previsti, Qui il decreto prevede anche la soppressione degli ospedali Ascoli Tomaselli e Santa Maria. A Messina non sarebbero cancellati i previsti 370, ma soltanto 301. A Enna il taglio più forte: con 124 contro i 22. Nel ragusano gli unici centri che saranno rifunzionalizzati sono quelli di Scicli e Comiso: i posti letto totali sarebbero 725 contro gli attuali 832. Ad Agrigento diminuirebbero da 929 a 815. Infine a Siracusa da 855 si passerebbe a 750, 105 in meno degli attuali.
"Saranno introdotti dei meccanismi di verifica dell'attività di tutte le strutture di ricovero e cura per garantire ai cittadini un'offerta di prestazioni sanitarie appropriate. Inoltre saranno fissate delle regole: i direttori generali e sanitari sono tenuti a rispettarle, da questo dipende la valutazione del loro operato e di riflesso l'entità delle loro retribuzioni". Questo è uno dei punti del decreto che Russo ha inviato a Roma e che sarà oggetto di un tavolo tecnico il 30 giugno prossimo. "Le strutture pubbliche entro il 2009 - continua il decreto - dovranno adeguare il proprio controllo di gestione in modo da monitorare la coerenza tra i ricoveri effettivamente erogati e gli obiettivi aziendali di produzione, coerentemente con l'analisi del fabbisogno. Il rispetto dei budget dovrà essere inserito tra i criteri di valutazione dell'operato dei dirigenti". Le strutture sanitarie dovranno, inoltre, trasmettere all'assessorato regionale alla Sanità le schede di dimissione ospedaliera per il regime ordinario "con cadenza mensile - precisa il documento -. Questo per supportare il processo di programmazione e di verifica degli obiettivi, di misurazione degli scostamenti e per supportare eventuali tempestive manovre correttive".
In una nota congiunta della Cgil Sicilia, Fp Cgil Sicilia e Spi Sicilia si legge: "Chiediamo all'assessore alla Sanità di attivare immediatamente i tavoli negoziali per assistenza domiciliare integrata e tutte le forme di assistenza che possano sopperire alla diminuzione dei posti letto ospedalieri. Abbiamo condiviso con l'assessore un progetto di razionalizzazione dell'intero sistema che comprendeva anche i tagli dei posti letto per acuti e contestualmente il rilancio dell'assistenza sul territorio, per cui siamo convinti che operando solamente i tagli si verrebbe a creare un vuoto assistenziale di estrema pericolosità".
Codaconc: "No ai tagli della sanità" - Una vera e propria scure sulla sanità siciliana è quella che prevede un abbattimento dei posti letto in tutta la regione. E' quanto afferma Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons, che si schiera contro quella parte della riforma sanitaria siciliana che penalizza i cittadini e gli utenti dei servizi ospedalieri. "La diffusione territoriale delle strutture pubbliche che erogano prestazioni sanitarie è un diritto dei cittadini che necessitano di cure e assistenza. Ancora oggi infatti i cittadini - dice Tanasi - sono costretti ad aspettare ore e ore in un pronto soccorso e nello stesso tempo le liste d'attesa per una prestazione diagnostica pubblica sono lunghe con attese di mesi. Per rendersene conto basta chiedere la prenotazione per una banale visita cardiologica o un doppler. A ciò si risponde con i tagli e gli accorpamenti che costringono gli utenti a spostarsi dal luogo di residenza a un altro quando necessitano di un ricovero". "Il Codacons non intende tacere di fronte a questa riforma sanitaria ed è pronto - conclude Tanasi - a ricorrere alla giustizia amministrativa per tutelare i diritti dei cittadini siciliani".
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com, Codacons.it]