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Aumentano i promossi e le ragazze sono sempre più brave...

Ecco i dati raccolti dal ministero dell'Istruzione sull'anno scolastico 2007/2008

23 luglio 2008

Aumentano i promossi, le ragazze si confermano più studiose dei loro compagni maschi, e la matematica è il vero incubo un po' per tutti.
Chiusi i libri di scuola, anche per chi quest'anno era sotto esame, direttamente dal ministero dell'Istruzione arriva la fotografia del rendimento scolastico di questo 2008.
 
Si parte dalle buone notizie. La maturità di quest'anno ha visto crescere il numero di studenti che hanno portato a casa il 100 e lode (0,9% contro lo 0,7% dello scorso anno), mentre il 6,6% ha conseguito il diploma con 100 e il 12,3% ha preso 60. Anche quest'anno la maggior parte dei ragazzi che ha ottenuto il massimo dei voti studia nel meridione e, per lo più, proveniva dai licei classici e scientifici.
Si conferma invece il dato secondo cui le ragazze sono più studiose dei loro compagni maschi. "Negli esami di Stato di quest'anno infatti - ha sottolineato il ministro Mariastella Gelmini - il 98% delle donne ammesse si è diplomato, mentre tra i ragazzi ammessi si è diplomato il 96,7%".
Per quanto riguarda la distribuzione geografica invece, la palma per i promossi va alla Calabria a fronte del primato delle bocciature di Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Aumentano i 100 e aumentanto anche i promossi alla classe successiva. Rispetto al 2007, il 59,4% degli studenti ha superato l'anno scolastico (ben il 10% in più rispetto al 2007), mentre il 13,7% è stato bocciato e il 26,9% è in 'attesa di giudizio'. E proprio sui debiti da recuperare - gli studenti italiani sono tornati, dopo 15 anni, a studiare in estate per sostenere i corsi di recupero - arrivano le noti dolenti. Che siano ragazzi o ragazze, che studino al sud o al nord, che frenquentino il liceo o un istituto professionale, per tutti la bestia nera da superare è la matematica. "Si deve purtroppo prendere atto - ha commentato il ministro - che la matematica costituisce, per la scuola italiana, un'autentica emergenza didattica". E infatti ben il 45,7% dei ragazzi dovrà dimostrare entro settembre di aver superato l'insufficienza in questa disciplina (il 2,6% in più rispetto all'anno scorso) la quale, nella classifica delle materie più ostiche, è ben accompagnata dalla lingua straniera (debito per il 30,6% degli studenti). Seguono poi le altre discipline scientifiche (fisica, chimica, biologia etc.) col 23,6% e l'italiano con il 14%.

Ma la “bestia nera” per gli studenti italiani non è soltanto la matematica...
Il 38% degli studenti italiani non sa usare il congiuntivo, il 27% ha problemi con il condizionale e il 31% con il passato remoto. Nel linguaggio a creare confusione sono gli accenti, e in particolare il 'se' costituisce un problema per il 63% degli italiani mentre il 22% ignora l'uso della doppia consonante in alcune parole.

E' quanto emerge dallo studio promosso dal colosso internazionale dei videogiochi Ubisoft, in occasione dell'uscita di My word coach-Arricchisco il mio vocabolario, che attraverso sei livelli di gioco mette alla prova e migliora la proprietà di linguaggio. Lo studio è stato realizzato da BocconiTrovato&Partners attraverso 5 focus group, su circa 100 ragazzi delle scuole medie superiori, in collaborazione con un pool di 80 esperti (psicologi e sociologi) su come i giovani vivono il rapporto con l'italiano.

Ma questi non sono gli unici scogli della lingua italiana. Quello che emerge con forza è la poca conoscenza del lessico: gli studenti ignorano i sinonimi, sbagliano nell'utilizzo dei termini e faticano a trovare quello giusto. Il problema? Anche a scuola si usa un italiano colloquiale, c'è poi un pessimo rapporto con libri di testo e vocabolario. In generale strumenti vecchi e noiosi, che non stimolano l'arricchimento del proprio lessico.
I giovani si giudicano impreparati in italiano ma vorrebbero migliorarsi in vista dell'università o dei colloqui di lavoro. Gli studenti si trovano in difficoltà, a causa della poca conoscenza del lessico, soprattutto durante le interrogazioni (46%) e il tema d'italiano (57%). Non trovare la parola giusta imbarazza inoltre nell'approccio con l'altro sesso (41%).
Quanto alle fonti da cui deriva la conoscenza dell'italiano, la scuola non appare certo ai primi posti: infatti è indicata solo dal 21%. Un termine forbito o un lemma da riutilizzare viene colto in un film (61%), dai programmi televisivi (54%), internet (31%) o nelle chat (28%). Bassa anche la percentuale di coloro che imparano nuovi termini leggendo romanzi (17%). E la famiglia? Il 58% degli intervistati ha detto di non ricevere stimoli a migliorare il proprio linguaggio in famiglia, nemmeno in vista degli esami di maturità.

Ma quanto i giovani sono veramente impreparati sull'italiano? A giudicare dalle risposte i maturandi italiani hanno le idee piuttosto confuse sulla lingua e i significati delle parole. Ai partecipanti ai focus è stata sottoposta una tabella con 30 parole (verbi, aggettivi e avverbi) ed è stato chiesto loro di indicare il significato giusto tra i quattro proposti. Tra quelle proposte è stata la parola 'abiurare' a creare più problemi. Solo l'11% ha individuato in 'sconfessare-rinunciare' il significato corretto, e se le risposte si sono polarizzate su 'minacciare-intimidire' (46%) c'è anche un 19% che ha scelto 'copiare' e un 24% che ritiene abiurare il verso di un animale. E' andata meglio con 'dirimere' visto che il 17% ha scelto 'risolvere-definire' come risposta, per il 35%, invece, significa 'andare a zonzo, vagare' seguito da 'indirizzare, guidare' (27%) e 'perdonare' (20%). Sul significato corretto di 'bellicoso' c'è stato il riscatto del 48% dei giovani che ha scelto la risposta 'agguerrito, propenso alla lotta'. La restante metà si è divisa tra divertente (28%), superficiale (14%) e animalesco (12%).
Qual è invece il significato corretto di 'piccato'? A questa domanda sono venute fuori le proposte più curiose perché solo per il 7% degli studenti è un aggettivo che indica una persona infastidita o risentita, mentre per il 41% trattasi di una pianta, un piatto tipico (33%) o addirittura un utensile (19%). E 'zuzzurellone'? A fronte di un 62% che ha correttamente indicato in 'sciocco' un giusto sinonimo, ci sono 4 ragazzi su 10 che hanno scelto un recipiente (12%), un tipo di abito (11%) o una tribù dell'Africa centrale (9%). [Adnkronos]

 

 

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23 luglio 2008
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