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Authority francese respinge lo studio sulla tossicità del mais NK603

E l’Italia continua a ribadire la propria contrarietà agli organismi geneticamente modificati

23 ottobre 2012

Le Haut Conseil des Biotechnologies, l'Authority indipendente francese incaricata di esaminare le questioni riguardanti le biotecnologie, respinge le conclusioni dello studio di Gilles-Eric Seralini sui rischi sanitari legati al consumo del mais geneticamente modificato NK603, commercializzato dal gruppo Usa Monsanto.
Lo rende noto lo stesso Alto consiglio (Hcb) in un comunicato. "Il dispositivo sperimentale, gli strumenti statistici utilizzati e le interpretazioni date dall'autore dello studio - si legge nella nota - hanno delle lacune e delle debolezze metodologiche che impediscono di sostenere le conclusioni avanzate dallo stesso studio". L'Alto consiglio sostiene che lo studio di Seralini "non aggiunge alcuna informazione scientifica sostenuta da una dimostrazione in merito ad un eventuale rischio sanitario legato al consumo del mais NK603, trattato o meno con l'erbicida Roundup".

Nello studio pubblicato nella rivista 'Food and Chemical Toxicology', che ha fatto molto scalpore nelle settimane scorse, si sosteneva che il mais Ogm NK 603 della Monsanto, usato negli Stati Uniti fin dal 2000 anche per l'alimentazione umana, provocava tumori nei ratti.

"Al di là dello studio Seralini e delle sue conclusioni sulla tossicità degli Ogm, noi continuiamo a ribadire la nostra contrarietà agli organismi geneticamente modificati". E' questa la posizione del presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, che evidenzia come non sia un rifiuto ideologico, ma una convinzione che "nasce dalla consapevolezza che l'utilizzazione del biotech può annullare la nostra idea di agricoltura. Annullare l'unico vantaggio competitivo dei prodotti 'made in Italy' sui mercati: quello della biodiversità". Politi, poi, sottolinea che la posizione della Cia "non è oscurantista, ma si basa su considerazioni di carattere economico e ambientale". "Le nostre produzioni di eccellenza - continua - fanno grande il 'made in Italy' nel mondo, con esportazioni che muovono quasi 30 miliardi di euro l'anno".

Dunque, "omologare le produzioni agricole e, quindi, i gusti si tradurrebbe nella perdita secca del valore, azzerando la competitività, su scala mondiale, della nostra agricoltura. Assieme a questo c'è da considerare l'impatto negativo che alcune sperimentazioni hanno sull'ambiente naturale e sui suoi delicatissimi equilibri". "In questo senso - aggiunge ancora Politi - condividiamo le preoccupazioni di Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, che proprio di recente ha scritto al premier Mario Monti sull'annuncio dell'immissione fraudolenta in Lombardia, Veneto, Emilia e Friuli di 52 mila sacchi di sementi di mais Mon810, con il rischio di 'contaminazioni' delle colture. Sugli Ogm c'è bisogno di decisioni chiare, sia a livello Ue che nazionale, perché oggi l'intera normativa presenta tante e troppe lacune. Intanto, però, il governo faccia valere finalmente la 'clausola di salvaguardia'. D'altra parte, quando i cittadini e le regioni sono stati consultati sull'argomento, hanno detto 'no' con percentuali vicine all'80 per cento", conclude Politi.

"Con Ogm resistenti boom dell’uso di diserbanti in Europa" - L'agricoltura europea rischia di subire danni irreparabili se la Commissione europea dovesse seguire l'esempio degli Stati Uniti e autorizzare la coltivazione di Ogm tolleranti agli erbicidi. E' l'allarme di Greenpeace che arriva dalle stime, realizzate per la prima volta, su come l'Europa reagirebbe all'approvazione di colture Ogm tolleranti agli erbicidi e del conseguente incremento dell'uso di diserbanti legati a queste colture. La Commissione europea sta valutando l'autorizzazione alla coltivazione di 19 colture Ogm resistenti agli erbicidi.
Greenpeace ha commissionato al noto economista agrario Charles Benbrook l'elaborazione del rapporto 'Colture resistenti al glifosato nell'Unione europea', che utilizza i dati sulle colture Ogm tolleranti agli erbicidi negli Stati Uniti come base per la previsione europea. Il rapporto prevede variazioni - in alcuni casi aumenti fino a 15 volte - nell'uso di glifosato su un periodo di 14 anni (2012-2025), per mais, soia e barbabietola da zucchero Ogm nell'Ue.
"Gli agricoltori negli Stati Uniti non riescono a liberarsi dal circolo vizioso in cui sono finiti a causa degli Ogm tolleranti agli erbicidi. Il ricorso a questi prodotti ha innescato lo sviluppo e la rapida diffusione di quasi due dozzine di varietà di piante infestanti resistenti al glifosato, facendo aumentare così sia i costi di produzione, che il volume e l'ecotossicità dei diserbanti necessari per prevenire perdite eccessive dei raccolti", afferma Benbrook.

[Informazioni tratte da Adnkronos Salute, Adnkronos/Ign]

- L'Efsa boccia lo studio sul mais Ogm tossico (Guidasicilia.it, 05/10/12)

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23 ottobre 2012
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