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Autonomia e petrolio

Rosario Crocetta difende le trivellazioni: "Mi chiedo, quale Paese al mondo che ha il petrolio non lo estrae?"

17 novembre 2014

Mentre il presidente della Regione Rosario Crocetta era in missione in Qatar per promuovere le imprese della Sicilia, l’Ars, su sollecitazione del M5s e del centrodestra, votava l'ordine del giorno che lo impegna a revocare le concessioni sulle ricerche di petrolio e gas sul territorio siciliano e lungo le coste isolane che si affacciano sul Mare Mediterraneo. Un voto che non è andato giù al governatore che, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, spiega perché è a favore delle trivelle.
"Mi chiedo, quale Paese al mondo che ha il petrolio non lo estrae? Il petrolio che sarà estratto grazie alle nuove trivellazioni dovrà essere raffinato prioritariamente in Sicilia. Non solo, ma l'Eni stabilirà in Sicilia la sede della società che opera nel campo dell'estrazione degli idrocarburi. A regime, nelle casse della Regione entreranno da 300 a 500 milioni l'anno di euro".
E a chi accusa Crocetta di aver svenduto la Sicilia lui risponde a tono: "E' una coglionata con il botto. Sono stanco di questa gente che vuole solo il male della Sicilia. Sono riuscito a trasformare la zona più inquinata d'Europa nella prima area verde d'Italia. Peraltro, quello di Gela sarà un modello che, mi auguro, venga adottato in altre aree inquinate dai petrolchimici".

"Non sono le trivellazioni che inquinano, ma le raffinazioni - continua il governatore - A Gela, la raffineria è attaccata alla città. Negli anni sono stati adottati provvedimenti, ma adesso è il momento di cambiare. E l'energia verde è il futuro. Dobbiamo essere in grado di confrontarci con i grandi gruppi multinazionali dei quali non siamo schiavi. A Gela, abbiamo impedito all'Eni di andare via e imposto di avere una sede legale in Sicilia per le trivellazioni, altrimenti revochiamo le concessioni. In questo nodo, abbiamo creato lavoro anche per i Cantieri navali e per Milazzo".
Dal punto di vista politica, la mozione e gli emendamenti di M5s e centrodestra, per Crocetta hanno valore molto limitato. "I grillini fanno il loro mestiere, dicendo sempre no. Il centrodestra, in Sicilia, non esiste, tant'è che i deputati di Ncd sono stati smentiti sulle trivellazioni dai loro leader: la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Simona Vicari, che non mi pare sia di sinistra, ha sostenuto che non ci sarà alcun assalto ai nostri mari e che l'autosufficienza energetica sia strategica".

Sulle polemiche degli ultimi giorni e dopo il via libera del governo nazionale, con lo Sblocca Italia, a nuove trivellazioni in Sicilia, è intervenuto anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. "Chi estrae e raffina il petrolio in Sicilia deve pagare le imposte di produzione nell'Isola. Non siamo più disposti ad alimentare le casse del Nord ladrone". "Si incardini immediatamente al Senato il disegno di legge-voto che consente la modifica dell'articolo 36 dello Statuto - ha aggiunto - che riserva tali imposte allo Stato, e si dia piena attuazione all'articolo 37 per assicurare alla Sicilia anche il gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove. Solo allora possiamo iniziare a trattare, se, come e quando si debbano autorizzare nuove trivellazioni nell'Isola".
"Qui - ha continuato Ardizzone - raffiniamo il 40% del petrolio, sopportiamo il costo del danno ambientale e di salute dei cittadini, ma le imposte vengono pagate dove le imprese hanno la sede legale (quasi totalmente al Nord), a differenza di quanto avviene, per esempio, in altre regioni come il Trentino e la Sardegna".

Ardizzone sbotta: "Non abbiamo l'anello al naso e quindi come classe dirigente siciliana non dobbiamo chiedere nulla a nessuno, dobbiamo solo pretendere quello che ci spetta. E' su questo aspetto che si misura la capacità di una classe politica: far valere il proprio peso a livello nazionale. Altrimenti è solo autonomismo di facciata".
Il disegno di legge-voto di riforma del secondo comma dell'articolo 36 dello Statuto, presentato dal deputato Michele Cimino, è stato approvato all'unanimità all'Ars lo scorso 11 febbraio. "Ho già avuto modo di parlare di ciò con il presidente del Senato Pietro Grasso, e con il presidente della Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama, Anna Finocchiaro, entrambi siciliani, chiedendo loro di incardinare il ddl il prima possibile in aula. Nella qualità di presidente dell'Ars chiederò di essere sentito dal Parlamento nazionale e nel contempo mi farò promotore di un incontro con tutta la deputazione nazionale eletta nell'isola affinché sostenga il ddl".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Raggiunto l'accordo per l'Eni di Gela, a quale prezzo? (Guidasicilia.it, 07/11/14) 

- Crocetta ter: ed è subito débacle (Guidasicilia.it, 13/11/14)

- L'imperatore Crocetta se ne infischia... (Guidasicilia.it, 15/11/14)

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17 novembre 2014
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