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Autorizzazioni e concessioni solo alle aziende con assunti in regola. Proposte per combattere il ''lavoro nero'' in Sicilia.

05 ottobre 2006

Saranno routine, in Sicilia, i controlli incrociati tra enti in grado di combattere il lavoro nero. Il Durc, Documento unico di regolarità contributiva, che subordina autorizzazioni e concessioni ai privati, alla regolarità dei rapporti di lavoro, sarà introdotto con una norma regionale che applicherà l'istituto, previsto finora per il settore edile, a tutti i comparti dell'economia. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato Giuseppe Scalia, assessore regionale al Lavoro, intervenendo a Palermo al meeting della Cisl Sicilia sulle politiche per l'occupazione. L'assessore Scalia ha dichiarato di fare propria la richiesta cislina riguardante il Durc. ''Nei prossimi giorni - ha informato l'assessore - convocherò le parti per definire la questione''. E non è escluso, ha lasciato intendere, che la novità arrivi con la legge regionale per l'impiego che sarà discussa in giunta di governo tra qualche giorno e per la quale l'esecutivo ha già recuperato 100 milioni l'anno per cinque anni, di fondi Ue.

Soddisfatta la Cisl, che pochi giorni fa per bocca del suo segretario regionale Paolo Mezzio, aveva lanciato l'allarme sul lavoro irregolare. In Sicilia, secondo elaborazioni del centro studi Cisl su dati Istat, il lavoro nero si attesta sul 26% con punte, a Catania, tra il 28,5% e il 33%. A seguire Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa, dentro una forbice compresa tra il 23,9 e il 28,5%. Quindi Trapani e Agrigento (19,3%-23,9%) e Caltanissetta e Enna (14,7-19,3%). Insomma, ha sottolineato Paolo Greco aprendo il dibattito a nome della segreteria regionale Cisl, ''in Sicilia i tassi di irregolarità superano di ben 3,2 punti, il 22,8% che è il dato su cui si attesta il Mezzogiorno''.
L'altra novità che arriverà con la legge regionale per l'impiego, l'istituzione del Crel, il Consiglio regionale per l'economia e il lavoro. Anche questa una richiesta Cisl fatta propria da Scalia. ''L'abbiamo già inserita nella bozza a cui stiamo lavorando'', ha fatto sapere l'assessore. ''Attendiamo di conoscere il testo'', ha replicato Mezzio. La Cisl è pronta a sedersi al tavolo, aprendo ''una nuova stagione di concertazione''.

L'altra sponda delle politiche per il lavoro al centro dell'appuntamento sindacale, la legge Biagi. ''Dopo la Finanziaria nazionale - ha comunicato il sottosegretario Antonio Montagnino - tra i primi impegni del governo Prodi, c'è proprio la riforma della Biagi''. Un punto su cui ha insistito Giorgio Santini, della segreteria confederale nazionale Cisl. ''Chiediamo - ha affermato il sindacalista - la riforma degli ammortizzatori sociali e uno statuto dei lavori, perché acquisti concretezza l'obiettivo che il consiglio europeo ha fissato per il 2010, del 70% di occupazione, delle persone in età di lavoro''. Montagnino ha dichiarato che l'esecutivo nazionale muoverà dalla ''cancellazione di istituti obsoleti ed elementi di distorsione che sono nella Biagi, che pure è una buona legge''. Così, a saltare saranno, ad esempio, ''il job on call e lo staff leasing''. La strategia del governo, ha rimarcato il sottosegretario, sarà indirizzata al ''sostegno della stabilizzazione dei rapporti di lavoro''. In questa direzione sarà valorizzato il ruolo della cosiddetta ''conciliazione individuale'' che consente a datore di lavoro e lavoratore di accordarsi, sulla base delle intese sottoscritte tra associazioni sindacali e delle imprese.

Al meeting Cisl hanno preso parte anche Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro, Giovanni Barbagallo, capogruppo della Margherita all'Ars, Saverio Romano, segretario regionale Udc, Pippo Gianni, presidente della commissione Lavoro a Palazzo dei Normanni e Gaetano Mancini, presidente regionale di Confcooperative.

Umberto Ginestra

- www.cislsicilia.net

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05 ottobre 2006
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