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Avanti con i respingimenti!

L'Unhcr sconcertata e preoccupata: ''Si rischia di penalizzare le persone in fuga da guerre e persecuzioni''

31 agosto 2009

AGGIORNAMENTO - Mentre l'Unione Europea chiede informazioni "ai paesi interessati Italia e Malta" sul respingimento del gommone con a bordo 75 persone, l'imbarcazione è in balia delle onde. A 5 miglia dalla Libia non riesce a raggiungere le coste.
È stata inviata, quindi, una richiesta ben precisa "per poter valutare la situazione". Lo ha riferito oggi a Bruxelles un portavoce dell’Esecutivo comunitario, Dennis Abbott che ha aggiunto: "La Commissione sottolinea che qualunque essere umano ha diritto di sottoporre una domanda che gli riconosca lo statuto di rifugiato o la protezione internazionale". Inoltre ha ricordato una lettera del commissario alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot nella quale ha scritto: "Il principio di non-refoulement (non respingimento, ndr), così come è interpretato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, significa essenzialmente che gli Stati devono astenersi dal respingere una persona (direttamente o indirettamente) laddove potrebbe correre un rischio reale di essere sottoposta a tortura o a pene o trattamenti inumani o degradanti".
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I 75 immigrati di nazionalità somala, tra cui 15 donne e tre minorenni, respinti ieri verso la Libia sono arrivati nel porto di Zawia, vicino Tripoli. Lo sbarco sulle coste del paese africano è stato reso difficoltoso dal mare molto agitato.
I migranti a bordo di un gommone sono stati intercettati ieri mattina al di fuori delle acque territoriali, a circa 24 miglia a Sud di Portopalo di Capo Passero (SR). Le motovedette italiane sono intervenute quando hanno visto che l'imbarcazione, che sabato era stata "assistita" da un'unità militare maltese prima di proseguire la sua rotta verso Nord, si stava dirigendo "inequivocabilmente" verso le coste della Sicilia sud orientale.
Quattro migranti, tra cui una donna e un neonato che erano a bordo del gommone, sono stati soccorsi dalle motovedette maltesi e trasferiti nell'ospedale Mater Dei della Valletta. Un altro profugo in precarie condizioni di salute è stato invece trasferito ieri mattina dalle motovedette italiane a Pozzallo.

Il respingimento immediato di tutti gli altri migranti ha suscitato lo sconcerto e la preoccupazione dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), per il rischio di una penalizzazione nei confronti dei richiedenti asilo, persone in fuga da guerre e persecuzioni che hanno diritto ad ottenere protezione, come nel caso del Corno d'Africa.
"I respingimenti vanno fatti nel rispetto dei principi del diritto internazionale - rimarca Piero Fassino - e, in particolare, non può essere sacrificato il diritto all'asilo politico per coloro che non sono semplici clandestini ma persone che fuggono da situazioni che vengono riconosciute come di guerra civile, conflitto, repressione e persecuzione". E "fino ad oggi questo diritto non è stato rispettato dal governo. Pensiamo che occorra realizzare i respingimenti con modalità che consentano di contrastare i clandestini e al tempo stesso di riconoscere il diritto d'asilo e di poterlo esercitare".
"L'ennesimo respingimento di migranti verso le coste della Libia" è per Sonia Alfano, dell'Idv, "l'ennesimo atto criminale che il governo italiano compie in plateale violazione della Convenzione di Ginevra, in particolare per quel che riguarda la concessione del diritto d'asilo, che anche il nostro Paese ha sottoscritto".
Critica anche l'Udc. Secondo il segretario nazionale, Lorenzo Cesa, "la politica in materia di immigrati condotta dal governo è totalmente sbagliata. E' legittimo respingere ma vanno rispettati anche i diritti fondamentali dell'uomo, stabiliti dalle convenzioni internazionali". "Un Paese come l'Italia - continua Cesa - che ha nel suo Dna un sentimento di accoglienza e solidarietà molto forte non può essere indifferente a dei drammi umani che si stanno consumando soprattutto nel Corno D'Africa".

Ma il governo non recede e va avanti. A metterlo in chiaro è stato oggi il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "L'accordo con la Libia funziona - sostiene il titolare del Viminale - Continueremo in questa direzione per garantire l'Italia e l'Unione europea e per garantire agli immigrati la loro sicurezza". I respingimenti, ha sottolineato il ministro, "fanno parte degli accordi tra Italia e Libia, firmati dal governo precedente e che noi abbiamo attuato". Per sottolineare l'efficacia degli accordi Maroni ha citato alcuni dati. "Tra il 1 maggio e il 30 agosto del 2008 - ha ricordato - sono arrivati in Italia 14mila clandestini. Nello stesso periodo del 2009 ne sono arrivati 1.300. Il sistema funziona e in questo modo si evitano tragedie come quelle che abbiamo visto negli ultimi giorni". Quanto agli sbarchi e ai respingimenti registrati nei giorni scorsi Maroni ha consigliato ai cronisti di "usare prudenza, bisognerebbe accertare certe cose prima di dare informazioni. Il respingimento di ieri - ha spiegato - è avvenuto in acque internazionali".
A ribadire la linea del rigore, invocata ieri a Tripoli da Silvio Berlusconi ("Noi rispettiamo tutte le leggi. – ha dichiarato Berlusconi - Se vogliamo davvero procedere ad una politica vera di integrazione, dobbiamo essere rigorosi per non aprire l'Italia a chiunque"), è stato anche il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Il rigore e il rispetto delle regole sono l'unica via possibile per l'integrazione degli immigrati regolari. La diminuzione del 94% degli sbarchi dopo l'accordo Italia-Libia, che la sinistra non riuscì a compiere, dimostra quanto di buono stanno facendo governo e maggioranza parlamentare. La politica della legalità andrà avanti, nel rispetto del diritto internazionale e degli italiani" dice Gasparri.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa.it]

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31 agosto 2009
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