Avere paura del maltempo...
Grande paura ieri nel Messinese dove un'eccezionale ondata di maltempo ha provocato frane, crolli e smottamenti in tutte le zone già colpite dall'alluvione del 2009
Un'eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta sulla Sicilia nord-orientale, causando danni e pesanti disagi alla circolazione stradale. Maggiormente colpita la zona sud di Messina, peraltro già devastata dall'alluvione dell'ottobre 2009 che come si ricorderà provocò 37 vittime e decine di feriti.
Il maltempo ha interessato anche la zona tirrenica della città dello Stretto con ripercussioni fino a Villafranca Tirrena. A causa di un violento nubifragio, abbattutosi ieri alle prime luci dell'alba, una frana si è riversata sulla A20 Messina-Palermo all'altezza della galleria "Telegrafo". L'autostrada è stata riaperta intorno alle 14 a causa di numerosi smottamenti, che per tutta la mattinata hanno reso impraticabile l'importante arteria di comunicazione. Stesso scenario sulla Ss 113, dove decine di persone sono rimaste bloccate all'interno delle autovetture, rendendo indispensabile l'intervento dei mezzi di soccorso.
Sulla A18 Messina-Catania, la circolazione stradale è stata gravemente penalizzata da diverse frane; le situazioni più delicate si sono verificate a Tremestieri (imbocco dell'autostrada), Santo Stefano, Scaletta ed Alì, dove entrambe le corsie di marcia sono state lettaralmente invase da detriti ed acqua.
Grande paura nelle zone alluvionate. Due abitazioni sono state evacuate, a scopo precauzionale, a Giampilieri, la frazione che subì più danni nell'alluvione dell'1 ottobre 2009, quando morirono 37 persone. A Galati, altra frazione di Messina, l'autista di un autobus e una passeggera sono stati costretti ad abbandonare il mezzo a causa del fango e dei detriti che si sono staccati da un costone e lo hanno investito.
Negozi e scantinati allagati, strade invase dai detriti e traffico in tilt nell'intera zona sud che ha vissuto una mattinata infernale. Numerose le richieste di intervento pervenute alla sala operativa dei vigili del fuoco. Per le abbondanti piogge è straripato un torrente a Galati, bloccando un cavalcavia ed isolando per diverse ore gli abitanti della zona a monte del sottopasso ferroviario. Parzialmente isolato l'abitato di Santa Margherita, interessato da smottamenti e colate di fango dalle colline circostanti a dimostrazione che malgrado le promesse ed i parziali interventi la situazione non è migliorata. Per molte ore paralizzata anche la Statale 114 all'altezza di Mili, Galati e Tremestieri.
Nel villaggio di San Filippo, a Messina, un uomo è rimasto ferito, investito da ua piccola frana che si è staccata da un costone, mentre cercava di pulire la strada. Trasportato al Policlinico, gli sono stati riscontrati ematomi in tutto il corpo. Un piccolo pullman è stato poi sommerso da un torrente in piena nel rione di Galati S.Anna. L'autista e una passeggera sono riusciti ad uscire dal mezzo e a mettersi in salvo. Nel quartiere di Camaro Superiore, il fango ha invaso le strade, allagando case e negozi. Alcune auto sono rimaste intrappolate fra i detriti. Allagamenti si sono verificati anche nell'Area di sviluppo industriale a Larderia, e a Mili San Pietro, Santa Margherita, Giampilieri Superiore (il villaggio che subì più danni nell'alluvione dell'1 ottobre 2009), Galati Sant'Anna.
Una ventina di auto è stata spazzata via dalla furia dell'acqua che ha invaso una strada di Mili San Pietro, frazione collinare di Messina. L'acqua ha creato danni anche nel villaggio di Cumia, dove una decina di auto sono state sommerse dalla pioggia.
Intanto questa mattina sono tornate a casa le otto famiglie che ieri, a scopo precauzionale, avevano lasciato le loro abitazioni a Giampilieri. Anche nelle altre zone cittadine, in particolare a Galati e Cumia, i cittadini evacuati sono tornati già nelle loro case. Numerosi i danni registrati ad abitazioni e auto, soprattutto a Mili San Pietro, Galati, Villafranca Tirrena e in altre aree della zona ionica.
I tecnici della protezione civile di Messina, guidati da Bruno Manfrè, si trovano nei villaggi colpiti per fare una prima stima dei danni. Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, aveva annunciato ieri che chiederà lo stato di calamità naturale. Nelle zone colpite, intanto, i volontari continuano a spalare il fango per liberare le strade.
"Ecco le conseguenze dirette dell'attuale attenzione rivolta al territorio dalla nostra classe politica, la quale pare continuare a ignorare l'emergenza idrogeologica del sud Italia" ha affermato il presidente dei geologi siciliani Emanuele Doria in una nota in merito agli ultimi eventi franosi nel sud Italia provocati dal maltempo e nella quale rivolge un appello ai parlamentari siciliani "perchè trovino il coraggio di rifiutarsi di partecipare a spartizioni a tavolino di fondi, incuranti delle reali necessità delle popolazioni che rappresentano".
"Nonostante la Commissione Ambiente della Camera ha stimato in 44 miliardi di euro il fabbisogno per la messa in sicurezza del territorio italiano - afferma Doria - con il Decreto milleproroghe appena approvato si è realizzato uno scippo alle regioni del Sud, ed in particolare alla Sicilia, titolari dei fondi Fas, su cui sono stati raccolti i 200 milioni di euro per il dissesto idrogeologico". Doria stigmatizza lo storno delle somme al nord Italia dove "sono andati ben 150 milioni di euro di competenza delle regioni del sud, in massima parte verso la Liguria e il Veneto". "Come ci insegna la storia di questo Paese - conclude Doria - in Italia esistono sempre cittadini di serie A e di serie B e non bastano i morti per ottenere un aiuto concreto da uno Stato poco attento a quanto accade nel mezzogiorno".
[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Ansa, Adnkronos/Ing]