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Aveva comprato due case a un'asta, gli ex proprietari lo uccidono e gli danno fuoco

Un giovane di Porto Empedocle aveva acquistato gli immobili di una famiglia mafiosa

28 settembre 2009

E' stato ucciso e bruciato per aver acquistato due case a un'asta fallimentare senza aver chiesto prima il consenso degli ex proprietari.
E' accaduto a Porto Empedocle nell'agrigentino, dove gli agenti della Squadra Mobile, insieme ai colleghi del locale commissariato, hanno arrestato quattro persone. In manette sono finiti Giuseppe Di Stefano, 54 anni; il figlio Giovanni Di Stefano, 28 anni; Gerlando Di Stefano, 51 anni, e Giuseppe De Rubeis, 25 anni. Tutti sono accusati a vario titolo di concorso in omicidio aggravato, sequestro di persona, minacce aggravate, distruzione di cadavere e detenzione illegale di arma.

La loro vittima è Giuseppe Adorno, 25 anni, scomparso nel nulla il 24 agosto scorso e il cui cadavere, completamente carbonizzato, è stato trovato lo scorso 3 settembre. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, a far scattare la vendetta è stata la decisione della famiglia Adorno di comprare ad un'asta giudiziaria degli immobili di proprietà della famiglia Di Stefano, ma pignorati a causa di qualche disavventura finanziaria. Una decisione che i Di Stefano non avevano accettato, a tal punto da ideare il piano di morte.
Giuseppe Adorno è stato così prelevato davanti un distributore di benzina all'ingresso di Porto Empedocle, da De Rubeis, che era stato suo compagno di scuola. Sull'auto di De Rubeis, infatti, la vittima è stata condotta nel luogo in cui poi ha incontrato i Di Stefano e dove è stato ucciso, con modalità tipiche di una vera e propria esecuzione. Il suo cadavere, completamente carbonizzato, è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione il 3 settembre nelle campagne dell'agrigentino. [Adnkronos/Ing]

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28 settembre 2009
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