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Bagni chiusi in 25 stazioni ferroviarie siciliane perché la Rete ferroviaria italiana intende assicurare...

...migliori livelli di sicurezza e decoro in tutte le stazioni della rete nazionale.

14 giugno 2005

L'uguaglianza fra i donne e uomini è sacra, ma rimangono importanti le sostanziali naturali differenze che esistono fra i sessi. Una differenza, per esempio, sta nel tempo impiegato ad espletare i propri bisogni in bagno, differenza con la quale il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha dovuto fare i conti, visto le lunghissime code che si formavano davanti le toilette pubbliche nella ''grande mela''. Con la politica della ''Restroom Equity Bill'', ossia raddoppiando il numero dei bagni pubblici per le donne, il problema è stato risolto.

In Sicilia, la Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha adottato una ''politica del bagno pubblico'' al contrario, eliminando il problema alla radice: bagni chiusi nelle stazioni con minore frequenza di passeggeri.
Un provvedimento questo che ha riguardato piccoli centri ma anche capoluoghi di provincia.
I bagni infatti, dal primo giugno, sono stati chiusi  in venticinque stazioni: Agrigento Bassa, Enna, Caltanissetta Xirbi, Canicattì, Licata, Modica, Roccapalumba, Vallelunga, Villarosa, Alcantara, Fiumefreddo di Sicilia, Alì, Giampilieri, Letojanni, S.Teresa Riva, Oliveri, Pace del Mela, Rometta, Carini, Cinisi, Partinico, Tommaso Natale, Campofelice, Santa Flavia e Trabia.

Sopra le ante sbarrate delle ''ritirate'', i viaggiatori hanno trovato una comunicazione che sembra uscire dall'antologia dello humor nero di Andrè Breton: ''Rfi intende assicurare migliori livelli di sicurezza e decoro in tutte le stazioni della rete nazionale. Nei servizi igienici tale impegno presuppone un presidio costante il cui onere può giustificarsi solo in caso di frequentazioni assai più elevate di quelle che si registrano quotidianamente in questa stazione. Pertanto, a decorrere dal 1 giugno 2005 questo servizio igienico viene definitivamente chiuso. Ci scusiamo per il possibile disagio assicurando al tempo stesso un'attenzione sempre più vigile sul complessivo decoro dell'impianto''.

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L'iniziativa alla grande popolazione che frequenta le stazioni, i pendolari, non è piaciuta, ed immaginiamo che a gradirla ancor meno siano state tutte le signore che, per le sopra citate differenze naturali e sostanziali, non hanno la possibilità di arrangiarsi come possono fare invece gli uomini...
Pronta RFI ha risposto alle lamentele dei pendolari: ''Con questo progetto, - è scritto in un comunicato dell'azienda - Rfi si pone l'obiettivo di incrementare nel breve e medio termine, i livelli di decoro, pulizia e qualità delle stazioni della rete nazionale. Per quanto riguarda i servizi igienici - prosegue il comunicato - tale impegno presuppone un presidio costante il cui rilevante onere può giustificarsi solo in caso di frequentazioni assai più elevate (oltre 500 al giorno) di quelle registrate quotidianamente nelle venticinque stazioni siciliane interessate al provvedimento''.

Surreale tanto quanto la comunicazione affissa nelle porte dei bagni chiusi.
Ma questo è quanto.
Quindi, rivolgendoci ai pendolari diciamo: trattenetevela più che potete, qualora non fosse possibile, fatela negli uffici delle RFI; ai turisti invece diciamo: attenzione a progettare suggestivi itinerari in treno nei luoghi, per esempio, del barocco o della Sicilia classica, perché i posti sono sì meravigliosi da visitare, ma la prova da affrontare è molto, molto ardua.

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14 giugno 2005
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