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Bene, bravi, sette più... Le Regioni hanno i conti in rosso? Un bel premio ai direttori generali!

05 giugno 2006

Dalla Liguria alla Sicilia, tutti gli aumenti ai manager
Le Regioni hanno i conti in rosso? Ai dirigenti arrivano maxi-premi
di Gian Antonio Stella (Corriere.it, 03 giugno 2006)

Bene, bravi, sette più. Il vecchio tormentone egualitarista di Cochi e Renato è stato rilanciato un mese fa dalla giunta ligure. La quale, ignara del prossimo arrivo della legnata di Tommaso Padoa- Schioppa alle Regioni più discole sul fronte sanità, ha dato a tutti i direttori generali, compreso l'addetto al buco sanitario, un premio per i risultati raggiunti. Poco meno di 15 mila euro netti a testa. Una trentina di milioni di lire.
Scandalo: se i conti sono quelli, si sono meritati i soldi? Così, scava scava, viene fuori che anche le altre Regioni nel mirino hanno accumulato i loro debiti continuando a premiare chi doveva controllarli.

Ma partiamo dalla Liguria. Dicono le regole, pubblicate ieri (2 giugno) dal ''Secolo XIX'', che ai responsabili della macchina regionale può (non ''deve'': può) essere dato un premio legato ''alla gestione e valutazione del rischio e delle situazioni impreviste, allo sviluppo di una cultura dell'innovazione nell'ottica di semplificare e razionalizzare l'attività regionale''.
Traduzione: chi è più bravo e col suo lavoro ha fatto marciare al meglio gli uffici risparmiando soldi pubblici può venire gratificato da un incentivo. Il 5 maggio scorso, la giunta di centrosinistra guidata da Claudio Burlando valuta, pesa e decide: i direttori generali (14) meritano d'esser premiati tutti e 14, dal responsabile del Bilancio Giuseppe Profiti a quello dell'Agricoltura Maurizio Scajola, fratello di Claudio, l'ex ministro.
Compreso il capo della Sanità Domenico Crupi? Compreso.

Unica scelta, una limatura al premio: non il massimo che sarebbe il 25%, ma solo il 23. Segno che la soddisfazione della giunta non è totale, ma quasi.
Com'è possibile, si chiede il giornale genovese, se nella sanità ''il deficit ha continuato a lievitare fino a raggiungere cifre da capogiro'' e cioè 561 milioni di euro di disavanzo definitivo tra il 2004 (gestione della destra di Sandro Biasotti) e il 2005 (metà Biasotti, metà Burlando), vale a dire ''il 50% in più di quanto preventivato''? Punto sul vivo, Burlando dice che no, ha già parlato col ministro dell'Economia e gli ha spiegato che ha ereditato una situazione pesantissima e che all'ultimo momento prima delle elezioni la destra aveva abolito il ticket e che lui ha comunque già fatto un piano per andare a coprire quel buco: ''Ho già dovuto tassare i contribuenti più ricchi e le imprese più grosse e se adesso fossi costretto a fare come dice Roma andrei a colpire i più poveri e i bottegai e i piccoli artigiani''.

In ogni caso ci vorranno anni per sistemare davvero i conti: ''Abbiamo trovato qua e là un casino. A La Spezia avevano fatto un Global Service ma potendo scegliere tra la nuova società e l'Asl tutti avevano scelto di restare dipendenti pubblici e così si è finito per pagare due volte. Così com'è, il sistema non regge. Abbiamo detto a tutti: nessuna assunzione se proprio non è indispensabile in corsia o nelle sale operatorie. Abbiamo avviato progetti per riformare e redistribuire i servizi. Chiamato le case farmaceutiche per comprare direttamente da loro e distribuire noi i farmaci più costosi. E un sacco di altre cose ancora''.
Dice che hanno appena ridotto del 50% le consulenze: ''A me sarebbero rimasti 10 mila euro. Ho detto: rinuncio. Se a qualcuno servono davvero consulenti, li prenda. Siamo liguri, ci stiamo attenti. Ma onestamente: per noi è impossibile raddrizzare i conti, oggi, nella situazione data. Ogni cento ragazzi sotto i 14 anni abbiamo 241 anziani con più di 65. Sessantamila vedove solo a Genova. Tantissimi lombardi che, una volta in pensione, vengono a vivere qui. Malati che per fare la fisioterapia sono mandati da Albenga a Udine. Il "Gaslini" che attira bambini da tutta l'Italia e dall'estero. Cosa faccio: mando indietro i bambini, per tagliare? Mi hanno offerto il Festivalbar in diretta tv: ho detto "grazie, non ho i soldi" Ma non posso tagliare certi servizi''.
Vabbè: ma quei premi da 15 mila euro ai dirigenti non si potevano risparmiare? Dice che no, ''è gente che lavora sodo, professionisti capaci, uomini che se gli chiedi di venire un sabato in mezzo a un ponte ci viene''. E in ogni caso, quel premio, è una specie di voce dello stipendio.

Ma questo è il punto: che senso ha premiare i risultati se i risultati non si vedono? Perché premiare i migliori se poi sono premiati tutti? Ve lo vedete un campionato di calcio dove viene distribuito uno scudetto a testa, dal Milan alla Reggina?
Eppure, come dicevamo, in questi anni l'hanno fatto tutti. A destra e a sinistra. Anche nelle Regioni bacchettate da Padoa-Schioppa. Lo hanno fatto in Abruzzo, dove ci sono 37 ospedali per poco più di un milione di abitanti e la nuova giunta di Ottaviano Del Turco è oggi in causa con i manager della sanità che avevano continuato a incassare un premio del 20% sullo stipendio di 143 mila euro nonostante i conti fossero in profondo rosso.
Nel Lazio, dove l'assessore alle Risorse umane Marco Di Stefano dice che fino all'anno scorso i responsabili del sistema sanitario regionale, alla faccia dei conti disastrosi, venivano premiati con un bonus dai 10 ai 25 mila euro.
In Campania, dove Antonio Bassolino è finito perfino al centro di un'inchiesta per i premi dati ''a pioggia''. C'era una richiesta di archiviazione: dati a tutti, i premi non avevano danneggiato nessuno. No, ha risposto il Gip: hanno avuto un danno i più bravi e quelli che avevano lavorato di più.

Quanto alla Sicilia, l'indennità media dei dirigenti (a parte le punte di 400 mila euro alle ''regine'' Gabriella Palocci e Patrizia Bitetti) è intorno ai 150 mila euro.
Una enormità, visto l'abisso finanziario (465 milioni di euro nel solo 2003) e le condizioni degli ospedali, degli ambulatori e dei servizi come il 118: undici autisti e portantini per ogni ambulanza. Eppure, il loro bel premio del 20%, pari a 30 mila euro l'anno, i dirigenti delle 31 unità sanitarie negli anni già pagati l'hanno sempre avuto. A proposito, in queste settimane stanno decidendo dei premi 2004 e del 2005...

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05 giugno 2006
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