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Benzinai in sciopero per 48 ore. In Sicilia chiusura anticipata: scatterà oggi (lunedì 5 febbraio) dalle ore 19.00

05 febbraio 2007

Benzinai chiusi dalle 19 di martedì 6 febbraio fino alle 7 di venerdì 9 per la serrata di 48 ore indetta da Fegica, Faib e Figisc per protestare contro il 'pacchetto' Bersani, che di fatto liberalizza la vendita della benzina.
Si tratta solo dei primi due dei 14 giorni di sciopero annunciati dai benzinai, che si sono scagliati contro il governo e in particolare contro il ministro dello Sviluppo Economico accusandolo di comportarsi ''come Pilato''.
Tecnicamente lo sciopero è stato indetto per due giorni, il 7 e l'8. Ma, tenendo conto dell'orario in cui gli impianti aprono e chiudono quotidianamente, il 'blackout' dei distributori durerà dalle 19.00 di martedì 6 alle 7.00 di venerdì 9 febbraio sulla viabilità stradale e dalle 22.00 del 6 alle 22.00 di giovedì 8 febbraio sulla rete autostradale.

IN SICILIA LE POMPE DI BENZINA CHIUDERANNO (SEMPRE PER DUE GIORNI) CON 24 ORE DI ANTICIPO, A PARTIRE DALLE 19.00 DI OGGI, LUNEDI' 5 FEBBRAIO.

La liberalizzazione della vendita della benzina fa parte della serie di norme varate alcuni giorni fa dal Consiglio dei ministri. A moderare le proteste dei benzinai non è servito venerdì neanche l'intervento di Bersani, che si è detto pronto a un incontro con le tre sigle della categoria.
''Sono a disposizione per concordare la data di un eventuale incontro e confermarvi la disponibilità ad aprire un confronto'', ha scritto Bersani nella missiva inviata alle tre organizzazioni di settore in vista dello sciopero. ''Sono disponibile - si legge ancora nel testo - ad aprire un confronto sulle prospettive che la nuova legislazione, affidata alle decisioni del Parlamento, potrà comportare''.
Ma proprio il passaggio sulle ''prospettive'' e sull'iter parlamentare ha sollevato l'ira dei benzinai.
''Bersani sta facendo un po' come Pilato - ha replicato Franco Bertini, presidente della Faib - si sottrae e scarica le responsabilità sul Parlamento. Se Bersani voleva aprire un tavolo, doveva farlo prima di emanare il ddl. Invece prima ha varato il provvedimento e poi ci ha detto: vedetevela col Parlamento''.
Nessuno scaricabarile nei confronti del Parlamento, ha replicato il ministero: ''E' costituzionalmente previsto che un ddl sia esaminato dalle Camere ed è un diritto-dovere del Parlamento esaminarlo e approvarlo''.

Il tentativo di dialogo del ministero dello Sviluppo Economico non è comunque approdato a nulla, e pertanto la serrata avrà luogo come annunciato.

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05 febbraio 2007
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