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Beppe Grillo e la morale della mafia...

Il leader del M5S sul palco dello Sfiducia day provoca e sbaglia a parlare

27 ottobre 2014

Tutti in piazza per raccogliere le firme e per dare una spallata al governo Crocetta. Ieri è stato il giorno dello "Sfiducia day", cittadini, attivisti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle si sono dati appuntamento, simbolicamente sotto palazzo dei Normanni.
L'iniziativa puntava a radunare i siciliani scontenti del governo della Regione e a raccogliere sottoscrizioni "per irrobustire simbolicamente la mozione di sfiducia già presentata all'Ars dai deputati del movimento".
La giornata di mobilitazione, trasmessa rigorosamente in streaming, è cominciata intorno alle 16, con i saluti d'apertura dell'ex capogruppo Ars Francesco Cappello. Sul palco si sono alternati tutti i rappresentati del M5s a tutti i livelli istituzionali nazionali, regionali ed europei eletti in Sicilia, oltre ai due sindaci cinquestelle di Bagheria e Ragusa (Ignazio Corrao, Federico Piccitto e Patrizio Cinque, Riccardo Nuti e Alessio Villarosa, Nunzia Catalfo e Vincenzo Santangelo, Gianpiero Trizzino, Valentina Zafarana, Giancarlo Cancelleri, Paola Taverna, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Nicola Morra). In mezzo agli interventi tanta musica. Il momento clou è stato alle 20.30 con il leader del Movimento, Beppe Grillo.

"Voi e la Sardegna avete le pene più pesanti del Paese. Ma avete tutto e il contrario di tutto, siete ricchi e allo stesso tempo disperati: autonomi ma dipendenti, avete il mare e le trivelle. La Sicilia è un far west".
Grillo è entrato subito a gamba tesa sulle istituzioni: "La mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell'acido. Non c'è differenza tra un uomo d'affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d'affari no. Che cos'è un'associazione a delinquere? Da chi è formata? Ve lo dico io: un uomo d'affari, un politico, un banchiere, un notaio, un commercialista, un poliziotto e un magistrato. A volte nell'associazione a delinquere non c'è più nemmeno il deliquente. Sono peggio questi galantuomini di quelli che rubano".

Nel suo intervento dal palco di Palermo, il leader 5 stelle ha dato anche una "giustificazione" al voto di scambio: "In Sicilia siete sempre stati un bacino di voti da Andreotti a Lima, fino ai 61 seggi a 0 in favore di Berlusconi. Ma vi capisco maledetti: io lo metterei all'asta il voto anche per 92 euro da scaricare sulle tasse. Prima eravate interessanti perché c'era lo scambio del voto con il lavoro ma ormai il lavoro non c'è più...".
"La mafia è emigrata dalla Sicilia, è rimasta qualche sparatoria, qualche pizzo e qualche picciotto". E ancora: "Bisognerebbe quotare la mafia in Borsa e se si investe si guadagnerebbe sui ricavi". Poi ha aggiunto rivolgendosi al pubblico sorridendo: "Non dovrei dire queste cose, vedete domani i giornali titoleranno che Grillo inneggia alla mafia".
Parole eccessive e che hanno assunto un significato particolare anche perché ieri è stato il giorno in cui si sono chiusi a Roma gli Stati generali dell'Antimafia e domani il Capo dello Stato deporrà per l'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Una provocazione choc da Palermo quasi a voler sfilare la prima pagina alla Leopolda del premier Matteo Renzi.

Nel suo intervento, durato poco più di mezz'ora, Grillo ha poi rilanciato i suoi refrane: l'ostilità contro il Capo dello Stato ("A Riina e Bagarella hanno impedito di andare al Colle (per la deposizione di Napolitano ndr) ma per proteggerli: hanno già avuto il 41 bis, un Napolitano bis sarebbe stato troppo...) e l'ipotesi di abbandonare la moneta unica europea per rilanciare le esportazioni dell'Italia. Snocciola numeri e dati sui tassi di occupazione generale e giovanile, sull'incidenza dei prodotti siciliani sul mercato globale e sulle iniziative per il lavoro, criticando anche il governo Renzi. "Il Jobs act è una idea tedesca fantastica, prendere una persone e dividerla per tre: l'occupazione aumenta e le ore lavorative sono sempre le stesse. In Germania il Jobs act ha fallito e lo hanno rifilato all'Italia".
Infine l'attacco a Crocetta: "Firmate contro questo, che non si capisce più nemmeno cosa sia, sotto ogni punto di vista".

Le parole di Grillo, sempre eccessive, esageratamente provocatorie e rivolte alla pancia delle persone, hanno suscitato svariata indignazione. Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, ha parlato di sdegno: "Sono sdegnata dalle parole aberranti di Grillo sulla mafia. Come si fa a dire che la mafia "aveva una sua morale"? E' un insulto a tutte le vittime di Cosa nostra". "Invito il signor Grillo a fare un ripasso della storia, soprattutto da quanto scritto da Giovanni Falcone - ha aggiunto Maria Falcone - Non si parla di cose così importanti con superficialità. Grillo mostra di sconoscere il significato della mafia. Ha trattato con leggerezza un argomento che ha creato tanto dolore. Grillo disconosce il sacrificio di Giovanni Falcone o altre vittime di Cosa nostra".

Rosario Crocetta ha replicato oggi alle invettive lanciate ieri sera da Beppe Grillo anche alla sua persona. "Grillo è un millantatore, un emerito ignorante, uno xenofobo, omofobo e filomafioso che cerca i voti di Cosa nostra e che vuole consegnare la Sicilia ai vecchi gruppi di potere".
"La mafia non ha mai avuto una condotta morale - dice Crocetta all'Adnkronos - Cosa nostra ha sterminato bambini anche nel passato e la novità degli intrecci con gli affari è solo una stupidità storica di chi non conosce la mafia. Invece di parlare della mafia Grillo torni a fare i suoi show. Non si avventuri su questo terreno. Quando uno parla della mafia con la disinvoltura con cui lo fa Grillo, dicendo che bisogna quotarla in borsa, questi affari se li vada a fare a Genova". "Grillo pensa che possa sostituirsi nel consenso, così come al Nord fa con la Lega, al Sud lo fa con l'arretratezza e la conservazione mafiosa. Arriva a difendere i padrini, ormai è chiaro che va a braccetto con Dell'Utri", dice. "Ma sottovaluta culturalmente i siciliani - aggiunge Crocetta - I siciliani dovrebbero fare con Grillo quello che hanno fatto la scorsa settimana gli alluvionati di Genova con lui, gli hanno detto 'Vai a spalare'. E lo stesso dovrebbero fare i siciliani".

Parlando dello 'sfiducia day' e della raccolta di firme contro il Governatore, organizzata dal M5S, Crocetta dice: "E' stato un flopday, altro che sfiducia day. Non mi pare che siano più le folle oceaniche del passato per Grillo, per un evento annunciato da giorni con musica e spettacolo". E commentando la frase di Beppe Grillo, secondo cui "Crocetta non si sa cosa è sotto tutti i punti di vista", il Presidente della Regione siciliana replica: "Si capisce, invece, benissimo quello che sono. Invece non si capisce Grillo. Perché dietro questo barbone c'è il volto bieco dei potentati economici siciliani e italiani". Sull'intervento di Grillo dal palco sistemato davanti a Palazzo dei Normanni, Grillo dice: "Mi sono fatto una risata, ma gelida. Perché mentre prima faceva ridere, ora penso che i siciliani e gli italiani devono capire che si trovano di fronte a un millantatore che si presenta come antisistema e invece è la stampella del sistema di potere".

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27 ottobre 2014
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