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Berlusconi e la manovra dei sacrifici

Il premier bacchetta il Mezzogiorno: "Al Sud livelli di evasione inaccettabili"

27 maggio 2010

Nessun aumento delle tasse, nessun intervento sulle pensioni ma riduzione della spesa pubblica e "sacrifici indispensabili per difendere la nostra moneta".
Ieri in conferenza stampa a palazzo Chigi Silvio Berlusconi ha presentato insieme a Giulio Tremonti la manovra da 24,9 miliardi varata l'altro ieri dal Consiglio dei ministri (LEGGI) e lo ha fatto non mancando di sottolineare che "è stata condivisa", soprattutto dall'Europa. "La crisi è stata provocata dalla speculazione" e ci troviamo di fronte a "una situazione senza precedenti" ha rimarcato il Cavaliere, che non ha mostrato dubbi: "La manovra ci è stata chiesta dall'Europa e noi manterremo il nostro impegno. Difendere l'euro significa salvare il nostro Paese, la sfida è questa".

Berlusconi se l'è presa sia con "i governi consociativi della prima Repubblica che negli anni '80 hanno moltiplicato per otto il debito pubblico, sia il governo della sinistra che con quattro voti di scarto ha modificato il Titolo V della Costituzione e attribuito alle regioni un potere di spesa nella sanità sganciato da ogni vincolo di responsabilità". Il premier ha poi puntato il dito contro una "riforma costituzionale che si è rivelata dissennata, il contrario del federalismo fiscale che noi vogliamo attuare, una riforma che ha fatto esplodere la spesa sanitaria, soprattutto in molte regioni del Centro-Sud". "Nel sud ci sono percentuali inaccettabili di evasione" ad esempio "l'85% in Calabria e il 63% in Sicilia". Quindi i controlli inseriti dalla manovra sono "il primo rimedio al malcostume". Una vera e propria bacchettata dunque per il Mezzogiorno da parte del capo del Governo, che ha anche ricordato come "in Lombardia l'evasione si assesta solo al 12%".
E proprio dalla lotta agli evasori parte la risalita, come ha annunciato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: "Le misure anti evasione assunte con la manovra fanno uscire la lotta all'evasione dalle urla alla effettiva, dura e concreta attività amministrativa".

Tra le regioni però si respira aria di sfiducia, con i tagli che dovrebbero essere imposti dalla manovra finanziaria. Niente aumento delle tasse però, come ha precisato Berlusconi, invitando a tagliare ma non aumentare. "Non credo che le regioni debbano aumentare le imposte, ma semmai ridurre i costi: basti pensare al fatto che c'é da rabbrividire per il livello delle consulenze. Insomma, con buona volontà e sagacia amministrativa credo si possa evitare di aumnetare le imposte regionali".
E proprio per oggi, per parlare appunto della manovra, è stata convocata per la Conferenza delle Regioni durante la quale si valuteranno le "Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica" previste dal Governo.

Il plauso dell'Europa - La manovra del governo provoca reazioni contrastanti. Da Bruxelles arriva il plauso del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, in Italia l'opposizione va all'attacco. Divisi i sindacati: Epifani chiama allo sciopero generale mentre Cisl e Uil restano prudenti.
Le misure contenute nella manovra finanziaria approvata lunedì sera dal Consiglio dei ministri italiano "vanno nella buona direzione" ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, durante una conferenza stampa. "Non ho ancora visto i dettagli, ma sono stato lo scorso venerdì in Italia e il primo ministro Silvio Berlusconi mi ha informato delle sue intenzioni e posso dire che le misure adottate vanno nella buona direzione", ha affermato il numero uno dell'esecutivo europeo. "Saluto gli sforzi che diversi paesi europei stanno facendo, tra cui l'Italia, per sanare i conti pubblici", ha aggiunto Barroso, sottolineando che "l'analisi dettagliata della Commissione sul piano italiano verrà più avanti".
Al forum dell'Ocse a Parigi, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha detto che "non siamo in una congiuntura economica" ma ad "un tornante della storia", spiegando che "l'intensità dei fenomeni che vediamo è storica e sta modificando la predisposizione dell'esistenza, dell'economia e della politica". Tremonti ha fatto riferimento alla manovra varata dal Cdm con cui, ha detto, si è scelto di "salvaguardare i livelli di stato sociale e di operare forti riduzioni di spesa dei governi centrale, regionale e locale". "E' fondamentale - ha sottolineato - la salvaguardia della coesione sociale".
Ma il provvedimento continua a far discutere. Il giudizio sull'impianto resta negativo, ma il Partito democrtico non intende sottrarsi al richiamo alla responsabilità avanzato dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e se sarà possibile il confronto con maggioranza e governo i democratici presenteranno le loro contro-proposte. Questo in sintesi quanto emerso dalla riunione, ieri mattina, al Pd con Enrico Letta, vicesegretario del partito, i capigruppo Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, il vicecapogruppo alla Camera Michele Ventura, e il responsabile Welfare del partito, Beppe Fioroni.
Linea dura invece dall'Idv. Antonio Di Pietro ha chiesto all'opposizione di non offrire "sponda al governo". "Tutta l'opposizione, quella vera, può muoversi in un solo modo, forte e chiaro: contro la manovra". "Noi - ha rimarcato Di Pietro - non abbiamo alcuna intenzione di dialogare, né oggi né domani, con quanti trescano con il governo o offrono sponde di comunicazione".

Dal mondo sindacale emergono giudizi diversi, con la Cgil che conferma un netto no al provvedimento. "Nessuno mi può convincere che questa manovra è equa" ha detto a chiare lettere il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, che al comitato direttivo avanzerà la proposta dello sciopero generale contro la manovra entro la fine di giugno. Sabato 12 giugno si terrà invece una manifestazione a Roma dei dipendenti pubblici, della scuola e dell'università. Le iniziative sono mirate a indurre il governo a tornare indietro e cambiare i contenuti della manovra con degli emendamenti. Epifani, inoltre, ha spiegato che lo sciopero generale sarà di quattro ore con una manifestazione su base territoriale per tutti i settori del lavoro: "La manifestazione ha due obiettivi - ha spiegato il leader della Cgil - il primo è che il governo cambi la manovra, il secondo è che la smetta di toccare e ridurre i diritti dei lavoratori".
"Abbiamo letto il testo della manovra e confermiamo il nostro giudizio - ha spiegato ancora Epifani - c'è bisogno di una correzione dei conti pubblici, la Cgil dice sì ma non trova nelle scelte di questa manovra la risposta a questa correzione. E' una manovra che divide il paese. Siamo l'unico paese in cui la parte più benestante non viene toccata dalla manovra. Zapatero ha annunciato un intervento di 5 miliardi sui redditi più alti; Cameron tassa le banche, mentre la Merkel prevede tasse per trovare nuove risorse. Noi siamo l'unico paese dove i sacrifici si concentrano solo sui lavoratori pubblici, in parte su quelli privati e sui tagli agli enti locali. Inoltre non c'è traccia di nessuna riforma di nessun tipo, tutti i provvedimenti sulle pensioni sono un pasticcio, iniqui e non affrontano il vero tema che è la previdenza dei giovani". Secondo Epifani, poi, nella manovra "non c'è nessun sostegno agli investimenti e all'occupazione, anzi con il taglio delle risorse alla ricerca si impoverisce un settore fondamentale. Per tutto questo chiediamo alle forze politiche, al Parlamento e al governo di cambiare i contenuti di questa manovra. Presenteremo noi stessi, e vedremo anche se è possibile con Cisl e Uil degli emendamenti per sostenere l'obiettivo del cambiamento".
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha invece affermato: "I sindacati non sono divisi, sono uniti e dovrebbero essere più uniti nell'affrontare questa situazione di economia di guerra [...] I sindacati devono chiedere tutti insieme che i sacrifici li devono fare anche gli altri. Non sono d'accordo a criticare ogni cosa, ma dobbiamo chiedere cose precise. Non voglio unirmi al coro oppositivo solo per il gusto di fare opposizione".
Secondo il leader della Uil, Luigi Angeletti, "questa volta la manovra è più equilibrata del solito, pagano più gli evasori e la politica". "Vanno bene i tagli dei costi della politica, bene la riduzione dell'evasione fiscale - ha sottolineato - mentre va male il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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27 maggio 2010
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