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Berlusconi ha trovato un'intesa (minima) con la Lega

All'Ue si presenteranno 15 pagine di intenti approssimativi, approvati da un Bossi che si dice ancora pessimista

26 ottobre 2011

"Sulle pensioni il governo rischia, però alla fine una strada l'abbiamo individuata. Adesso bisogna vedere che dice l'Europa". A spiegarlo ai cronisti è stato il leader della Lega, Umberto Bossi, che tuttavia ha precisato di essere "ancora pessimista, il governo rischia", ha ribadito.
Il senatur ha sottolineato la priorità del Carroccio di non coinvolgere le pensioni di anzianità nella riforma previdenziale: "Non si toccano". Quanto alla possibilità che la strada individuata possa incidere più in generale sulle pensioni, "io - ha ricordato Bossi - sono sempre contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato".
Poco prima il segretario del Pdl Angelino Alfano aveva però rassicurato: "L'unità tra Pdl e Lega si è raggiunta sulla decisione di rispondere puntualmente all'Europa sulle cose che si sono fatte e che intendiamo fare". "Alla fine - ha proseguito Alfano - anche domani all'Eurogruppo ci sarà un atteggiamento positivo nei confronti dell'Italia" e "anche oggi si è dimostrato che tiene un rapporto tra due partiti che hanno fin qui assicurato stabilità e riforme al Paese". E ha aggiunto: "Speriamo di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio anche sul tema delle pensioni che consenta di dare una risposta all'Europa".

Le parole di Bossi e di Alfano sono giunte al termine di in una giornata caratterizzata da incontri e contatti per Silvio Berlusconi, in cerca di un accordo con il Carroccio per uscire dall'impasse attuale dopo il nulla di fatto in Cdm sul decreto sviluppo e le pensioni. A Palazzo Grazioli per tutta la giornata di ieri è andato avanti il vertice di maggioranza al quale, in rappresentanza della Lega, hanno partecipato i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e i capigruppo di Camera e Senato Marco Reguzzoni e Federico Bricolo. Al colloquio sono intervenuti anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il segretario del Pdl Angelino Alfano, i capigruppo di Camera e Senato del partito Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.
Una volta che il Cavaliere ha presentato la sua proposta di apertura al Carroccio per uscire dall'impasse attuale e trovare la soluzione in giornata, i vertici della Lega si sono riuniti a Montecitorio con Umberto Bossi per valutare quanto proposto dal Cavaliere. Poi Maroni ha incontrato a Montecitorio prima il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, poi il vicesegretario del partito Enrico Letta.

"Stavolta la situazione è molto pericolosa" aveva detto in mattinata senza mezzi termini Bossi, che alla domanda se si rischiava dunque la crisi di governo, aveva rtisposto secco: "Certo". Poi il senatur aveva bocciato l'ipotesi di un esecutivo guidato da Gianni Letta: "Noi non facciamo governi tecnici". Quindi se cade il governo bisogna tornare alle urne. Vedrà Berlusconi? "No. Starò a guardare le proposte che mi fanno". Quanto alle riforme che l'Europa chiede all'Italia: "Chi fa quelle robe lì è un italiano", aveva commentato il leader della Lega tornando a puntare il dito contro l'ex governatore della Banca d'Italia a capo ora della Bce, Mario Draghi. Poi è tornato sulla lettere inviata l'estate scorsa al premier italiano con la richiesta di misure strutturali targata Bce: "La lettera è una fucilata a Berlusconi. Io posso trattare ma non posso toccare le pensioni che sono a posto e portarle a 67 anni per fare piacere ai tedeschi. Loro hanno un sistema pensionistico sballato". L'Europa "vuol far fare un passo indietro a Berlusconi", sosteneva il leader del Carroccio. "Mi pare che ci sia questa ipotesi ma certamente ci sono margini di trattativa e quindi stiamo trattando", aveva affermato dal canto suo il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli interpellato sul rischio di una crisi di governo. Sul nodo delle pensioni, "sostanzialmente - aveva sottolineato Matteoli - siamo tutti d'accordo che queste è meglio non tagliarle. Però, se non si tagliano le pensioni, bisogna trovare qualche altra soluzione che non è facile".

In 15 pagine le misure che il governo si impegna a mettere in atto e che sarà presentata alla Ue - La maggioranza ha trovato l'accordo sulla lettera con le misure anti-crisi da inviare all'Unione Europea, ma è un'intesa minima sul fronte delle pensioni, generica sulle misure e vaga sulle date. Insomma un compromesso, l'unico possibile vista la posizione irremovibile della Lega. Così, nel vertice serale di due ore a Palazzo Grazioli, ha preso forma la lettera di 15 pagine che Berlusconi presenterà a Bruxelles oggi.
Unica misura sulla previdenza è l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne nel privato a quelle del pubblico: si lascerà il lavoro a 67 anni, con un aumento graduale che sarà completato nel 2026. Questo punto dell'accordo è stato anticipato ieri sera a Ballarò dal ministro Mariastella Gelmini, mentre si cercava ancora la quadratura del cerchio.

Per il resto, nella missiva rientrano misure sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulle semplificazioni normative a vantaggio delle imprese e sul piano delle infrastrutture. Ma senza nessuna indicazione sulle date d'approvazione. Un elemento che potrebbe far storcere il naso ai leader europei e ai mercati.
La lettera è stata inviata anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per conoscenza. Il Capo dello Stato ha espresso "acuta preoccupazione per gli sviluppi della crisi dell'Eurozona e per le sue ricadute anche nel nostro Paese". "Per l'Italia - ha aggiunto il presidente Napolitano - è obiettivo fondamentale il recupero di uno stabile percorso di crescita della produzione e dell'occupazione da conseguire congiuntamente a quello non più rinviabile dell'equilibrio strutturale dei conti e della riduzione del debito pubblico".
Berlusconi punta ad ottenere dalla Unione europea ad un via libera di massima sull'impegno assunto dal governo italiano, convinto che i colleghi europei non attaccheranno l'Italia, anche per non compromettere la stabilità dell'Unione.
Per Berlusconi, le misure che andrà ad illustrare ai leader europei riceveranno il via libera, cementando la maggioranza: "Una strada l'abbiamo trovata, dobbiamo vedere cosa dice l'Europa", ha detto dopo il vertice Umberto Bossi.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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26 ottobre 2011
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