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Berlusconi-Mills: respinta la ricusazione verso il giudice Gandus

La Corte d'appello di Milano: l'istanza presentata da Berlusconi ammissibile ma ''infondata nel merito''

18 luglio 2008

La quinta Corte d'appello di Milano ha respinto la ricusazione presentata da Silvio Berlusconi nei confronti di Nicoletta Gandus, il presidente del Collegio davanti al quale è in corso il processo che vede imputati il premier e l'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari.
A giudizio dei legali di Berlusconi il giudice avrebbe manifestato grave inimicizia nei confronti del premier aderendo e sottoscrivendo note e appelli critici sulle leggi votate dal Parlamento in materia di giustizia del precedente governo Berlusconi.
L'istanza presentata dal Cavaliere contro il giudice Gandus è per i giudici ammissibile ma "infondata nel merito".

Alla base della richiesta vi erano una serie di scritti con i quali il giudice Gandus ha, in passato, criticato leggi varate 'sotto' il governo Berlusconi. Ma i documenti prodotti "sono mere manifestazioni di pensiero relative non a rapporti personali o comportamenti di Silvio Berlusconi, ma semplicemente critiche a testi di legge approvati dal parlamento durante la legislatura 2001-2006 nella quale quest'ultimo è stato capo del governo".
E per giurisprudenza costante, la grave inimicizia tra giudice e imputato sussiste "solo nei casi in cui tra questi vi siano rapporti personali estranei al processo e ancorati a circostanze oggettive". Non solo: "Non si vuol davvero credere - motivano i giudici della Corte d'Appello - che a tutt'oggi un giudice, ufficialmente e pubblicamente collocabile in una certa area ideologico-politica, non possa serenamente e correttamente affrontare un processo in cui sia imputato un esponente politico di parte avversa. Non si vuol pensare in questa sede che sia ancora possibile, nell'anno 2008, che nel popolo italiano si agiti - si legge nell'ordinanza - più forte che mai l'archetipo dell'inconscio collettivo di Juliana Memoria, che lo ha visto da sempre, su tante questioni fondamentali della vita pubblica, diviso, quasi in un gioco delle parti, in opposte fazioni".

Per la Corte d'Appello "nulla invece nella condotta processuale del giudice ricusato, per quel risulta dagli atti del presente procedimento, sembra evidenziare un difetto di correttezza o un sintomo-spia dell'asserita avversione e della grave inimicizia di cui si duole il ricusante nei confronti di colei, che è chiamata, quale giudice naturale, giudicarlo". [Adnkronos]

- Magistrati sovversivi e contro la democrazia (Guidasicilia.it, 21/06/08)

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18 luglio 2008
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