Berlusconi sostituisce Scajola
Al premier l'interim temporaneo del Ministero dello Sviluppo economico, dopo le dimissioni di Claudio Scajola
Silvio Berlusconi ha assunto l'interim del ministero dello Sviluppo economico dopo le dimissioni di Claudio Scajola. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto ieri pomeriggio al Quirinale il presidente del Consiglio che gli ha sottoposto per la firma il decreto con il quale si accettano le dimissioni di Scajola e si affida l'interim del dicastero al premier.
Il premier, hanno riferito fonti parlamentari del Pdl, avrebbe assicurato al capo dello Stato che l'interim non durerà a lungo e manterrà l'incarico il tempo necessario per trovare il sostituto di Scajola più adatto per competenze e professionalità a guidare un ministero così importante. Il Cavaliere, hanno riferito ancora le stesse fonti, avrebbe spiegato che ci sono vari candidati in campo e per questo bisogna fare una riflessione attenta anche con gli alleati per la migliore soluzione del caso.
Intanto, si sprecano le indiscrezioni sul nuovo inquilino del dicastero di via Veneto. Sul tavolo ci sono varie opzioni: da quella tecnica a quella politica. Se la scelta, come sembra al momento, dovesse ricadere su un uomo di fiducia del premier, resta favorito Paolo Romani, attuale viceministro delle Comunicazioni, anche se in questo caso si porrebbe il problema della delega alle Tlc, considerata di cruciale importanza dal Cavaliere. Da qui i dubbi sulla necessità di 'accorpare' tante competenze in una sola persona, quando basterebbe lasciare le cose come stanno, mantenendo Romani al suo posto e candidando qualcun altro alla guida del dicastero.
Gianfranco Fini non si è ancora pronunciato ufficialmente, mentre per il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, precisano uomini a lui vicini, non c'è nessuna preclusione, spetterà al presidente del Consiglio decidere. Interpellato alla Camera sull'eventualità che la Lega Nord possa accampare richieste sul ministero dello Sviluppo, anche Umberto Bossi ha risposto che "Berlusconi è il presidente del Consiglio, è lui che decide. Noi non facciamo questione di posti ma di programmi". Bossi assicura poi che non ci sono divisioni nella maggioranza di governo. La maggioranza è spaccata? "E' la vostra speranza", ha detto ai giornalisti che lo attorniavano in Transatlantico. Dopo le dimissioni di Claudio Scajola il governo va avanti, "non ci sono problemi nella maggioranza - ha ribadito il Senatur - A noi non interessano i posti, Berlusconi per ora ha bloccato tutto, lui ha mano libera, a noi interessano solo i programmi". Le dimissioni di Scajola, in particolare, "non sono uno scossone. La gente ci resta male e anche noi".
Archiviata anche l'ipotesi Marcegaglia. La numero uno di Confindustria ha liquidato infatti le indiscrezioni secondo le quali potrebbe essere in lizza per succedere a Scajola: "Assolutamente no, non esiste che io possa prendere il posto del ministro Scajola, perché io faccio il presidente di Confindustria, sono contenta di questo e quindi questa è un'ipotesi che non esiste".
Contro l'interim a Berlusconi insorge l'opposizione. Antonio Di Pietro parla di "conflitto di interessi madornale, oltre che la dimostrazione che questo governo intende farsi solo gli affari propri". "Il fatto che in questo affare ci sia il coinvolgimento non solo di Scajola ma una pluralità di ministri e un nutrito gruppo di parlamentari - prosegue il leader dell'Idv - rende necessario che questo governo, tutto il governo, vada a casa". Sostenendo che "la magistratura sta scoprendo carrettate di malaffare e per questo serve più opposizione" all'attuale maggioranza, Di Pietro non nasconde l'auspicio che si torni presto al voto. "Ci auguriamo - conclude il leader dell'Idv - che al più presto ci sia una rivolta democratica da parte dei cittadini tale da mandare a casa questo governo e tornare alle elezioni al più presto".
L'interim al Cavaliere non piace nemmeno al Pd. "Il presidente Berlusconi ha dichiarato che il suo interim al ministero delle Attività produttive potrà durare anche diversi mesi. Sbaglia. L'interim non avrebbe dovuto assumerlo nemmeno per un secondo" dichiara il vicepresidente dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda. "Il ministero delle Attività produttive - aggiunge - ha competenza anche in materia di telecomunicazioni e il presidente del Consiglio è il proprietario della più grande azienda televisiva privata italiana. Il conflitto d'interessi non potrebbe essere più evidente e più sfacciato".
Sulla stessa scia il giudizio del capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta: "Con l'interim al ministero dello Sviluppo economico, competente nel campo delle comunicazioni, Berlusconi diventa allo stesso tempo controllato e controllore delle numerose e importanti proprietà che ha nel campo delle telecomunicazioni. Uno scenario disarmante per la concorrenza e il libero mercato che soffre da anni di un'anomalia dovuta a un irrisolto conflitto di interessi, oggi acutizzato da questo incredibile passo del premier".
"Piovono conflitti - afferma Pino Sgobio, dell'ufficio politico del Pdci-Federazione della sinistra - Dopo le dimissioni di Scajola, l'interim al ministero per lo Sviluppo a Berlusconi è l'ennesimo colpo alla dignità delle istituzioni". "In nessun altro Paese civile avviene quanto succede in Italia con questo governo. Berlusconi, così carico di conflitti di interessi, non può avere l'interim - conclude - nemmeno per un minuto di tempo". [Adnkronos/Ing]