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Berlusconi tira dritto!

"Riformeremo la giustizia e anche la Corte Costituzionale". "I pm me ne hanno fatte di tutti i colori. Sono l'uomo più perseguitato della storia"

21 febbraio 2011

"Riformeremo la Corte Costituzionale". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente sabato a un convegno del Pdl a Cosenza. "Noi ripresenteremo tutte le riforme della giustizia necessarie - ha rimarcato - saranno riforme costituzionali, le approveremo con una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri nei prossimi giorni, le manderemo in Parlamento, le voteremo con la nostra maggioranza, e poi quando saranno state approvate due volte da entrambe le Camere se sarà necessario ci sarà un referendum. E credo che tutti gli italiani ormai abbiano chiare le idee su quella giustizia che dovremmo avere e che non abbiamo e che è fondamentale per poter affermare di essere ancora in uno Stato democratico, che garantisce i diritti dei cittadini".
La riforma della giustizia, ha spiegato Berlusconi, "conterrà tutto ciò di cui tutti noi siamo sicuri ci sia bisogno, dalla divisione degli Ordini, ai due Csm, al modo di elezione dei membri del Csm, alla Corte costituzionale, con i numeri necessari, noi pensiamo ai due terzi, per abrogare le leggi ed evitare quindi che ci si ripetano le situazioni di oggi".
I magistrati, ha poi attaccato il presidente del Consiglio, "me ne hanno fatte di tutti i colori", sono "l'uomo più perseguitato della storia dalla giustizia", ma non sono "mai arrivati a condanna" e "continuano perché hanno ben chiaro che se non mi eliminano attraverso l'arma giudiziaria non potranno mai farlo attraverso le elezioni".
"Io mi sono impegnato - ha sottolineato - per evitare il prevalere della sinistra attraverso l'arma giudiziaria" e quindi "dobbiamo resistere, continuare a governare e farlo con serenità ma soprattutto dobbiamo impegnarci a fare queste riforme". "La nostra maggioranza è solida, in Senato e anche alla Camera" ha quindi scandito il Cavaliere, e "non dobbiamo avere paura di quell'armata Brancaleone, di quella specie di santa alleanza che la sinistra sta cercando di mettere in piedi, perché è qualche cosa che non ha senso, che non ha futuro".
"Tutti i sondaggi di cui disponiamo - ha aggiunto - ci confermano la nostra prevalenza presso gli elettori e il nostro alleato la Lega ci ha confermato il pieno e leale sostegno di sempre e l'ha fatto pochi giorni fa. Siamo quindi uniti, siamo coesi più che mai, abbiamo i numeri per andare avanti fino al termine naturale della legislatura. Finalmente liberati dai no di Fini e dei suoi - ha concluso Berlusconi - faremo le riforme che gli italiani ci hanno chiesto con il loro voto".

Poi, in un messaggio ai Promotori della Libertà, Berlusconi, sempre parlando della riforma della giustizia, ha confermato un Cdm ad hoc a breve per il suo varo definitivo. "La giustizia è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto, quale invece tutti vorrebbero che fosse". Un attacco rivolto in particolar modo ai pm di Milano. "Al di là dei danni arrecati dalle ennesime, insensate e imperdonabili iniziative giudiziarie messe in campo dai magistrati di Milano - ha detto - il presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza hanno lavorato e stanno lavorando alacremente alla soluzione dei tanti problemi che ci affliggono".
Il Cavaliere ha chiarito che non arretrerà di un millimetro: "Continuiamo quindi, voglio ripeterlo, a lavorare con impegno. Perché come succede in ogni democrazia liberale, il governo è legittimato dal voto popolare ed ha il diritto-dovere, diritto-dovere di governare se ha il sostegno della maggioranza parlamentare".
"Noi - ha ribadito - abbiamo vinto tutte le tornate elettorali degli ultimi tre anni: abbiamo vinto le elezioni politiche, le elezioni europee, le amministrative e quelle regionali. Non solo. Negli ultimi tre mesi il Parlamento ci ha rinnovato per ben otto volte la fiducia al governo, con uno scarto crescente tra maggioranza e opposizione, a favore della maggioranza".
"Il nostro governo - ha detto ancora - lungi dall'essere paralizzato o bloccato, come va dicendo l'opposizione con argomentazioni assolutamente infondate, il nostro governo del fare non si è fermato mai neppure un momento. E ora vogliamo e possiamo andare avanti grazie a un passo che è reso ancora più spedito dall'uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi".
"Noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni - ha sottolineato tra l'altro il Cavaliere - ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l'interesse dell'Italia, e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale".

Il premier ha rilanciato quindi sul tema delle intercettazioni: "Introdurremo una normativa sulle intercettazioni telefoniche che ponga fine agli abusi e alle violazioni della nostra privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato, con l'introduzione di nuove norme di garanzia che scoraggino la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni, così come avviene in tutti, tutti i Paesi civili, e tra l'altro come avviene negli Stati Uniti, dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera, e ci resta per molti anni".
Quindi ha ricordato che "tra i provvedimenti che sottoporremo di qui in avanti al Parlamento" ci saranno "la divisione dell'ordine requirente da quello giudicante, con la separazione degli ordini tra avvocati dell'accusa e giudici giudicanti e con un Consiglio Superiore della Magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, accompagneremo queste novità da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e che è inaccettabile".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

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21 febbraio 2011
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