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Bernardo Provenzano resta al 41 bis

Il tribunale di Bologna respinge l'istanza presentata dai legali del boss, reputato ancora "pericoloso"

04 settembre 2013

Nonostante il parere favorevole delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, ma col "no" della Direzione nazionale antimafia, il tribunale di sorveglianza di Bologna ha risposto negativamente all'istanza di revoca del 41 bis del legale per il boss mafioso Bernardo Provenzano che sarebbe in gravissime condizioni di salute.
Per i giudici, come scrivono alcuni quotidiani, le sue condizioni anche se gravi non sono incompatibili col regime carcerario cosiddetto duro.

Negli atti esaminati dai giudici c'è anche la trascrizione di un colloquio fatto dal padrino corleonese con la moglie in cui Provenzano chiedeva come andasse "a putia" cioè la bottega. Per i giudici ciò potrebbe far pensare alla richiesta di informazioni da parte di Provenzano su come "vadano gli affari" che nel suo caso sarebbero "di mafia".

A causa delle sue condizioni di salute il processo sulla trattativa Stato-mafia a carico del boss è stato sospeso. Lo scorso luglio il legale del mafioso, Rosalba Di Gregorio, ha presentato anche istanza di scarcerazione al giudice di sorveglianza di Parma. "Non ci è stata notificata alcuna fissazione d'udienza quindi non abbiamo potuto partecipare. Ho saputo del provvedimento del Tribunale di sorveglianza dai giornalisti. Per l'udienza è stato evidentemente nominato un difensore d'ufficio. È un'ulteriore lesione del diritto di difesa che faremo presente nel ricorso in Cassazione - spiega la difesa - Da quanto ho appreso la prima parte dell'ordinanza affronta il problema delle malattie riscontrate in questi anni a Provenzano e il suo deficit cognitivo (art. 146 del codice penale comma terzo). Secondo il Tribunale queste condizioni non giustificherebbero la revoca del carcere duro perché il detenuto viene curato. La seconda parte affronta la questione della grave infermità fisica (art. 147 comma 2)". "Il 15 luglio scorso Provenzano è stato visitato e sono stati riscontrati gravi deficit di comprensione e di movimento. I medici scrivono che non può essere sottoposto a colloquio e quindi a perizia psichiatrica perché non può rispondere alle domande. Alterna stadi di sopore alla veglia. La valutazione non è stata eseguibile, ma secondo i giudici non si sa se questa condizione sia voluta o meno. Insomma, secondo loro Provenzano fa finta".

Il legale chiede che i giudici "si mettano d'accordo". "Secondo il gip Piergiorgio Morosini, che ne ha stralciato la posizione nel processo sulla trattativa - ha aggiunto - il mio assistito non è in grado di capire e partecipare alle udienze, per il Tribunale di Bologna non solo finge un deficit cognitivo che non avrebbe ma è pure in grado di veicolare  e ricevere messaggi dall'esterno. In questo senso si collegherebbe il riferimento alla 'putia' fatto alla moglie. Per i magistrati sarebbe inoltre ancora il capo della mafia".
Rosalba Di Gregorio chiederà al giudice Morosini, in virtù delle considerazioni del Tribunale di Sorveglianza, di riconsiderare la posizione di Provenzano nel processo alla trattativa e di farlo partecipare alle udienze. "Tutti - ha concluso - si renderanno così conto delle condizioni in cui versa Provenzano".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it]

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04 settembre 2013
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