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Bersani è il nuovo leader del Partito democratico

Buona l'affluenza per le primarie del Pd. In Sicilia ballottaggio tra Lupo e Lumia

26 ottobre 2009

Dalle primarie del Partito democratico è uscito fuori il nuovo segretario: Pier Luigi Bersani. "Farò il leader a modo mio. Sarà partito senza padroni, non di un uomo solo, ma un collettivo di protagonisti. E sarà un partito dell'alternativa". Queste le prime parole del nuovo leader. Senza enfasi, come nel suo stile. Aggiungendo (e riconfermando) la sua volontà di aprire "una linea di collaborazione con tutte le opposizioni" e spendendo parole di unità sul futuro: "Con Dario e Ignazio (Franceschini e Marino, gli altri due candidati, ndr) lavoreremo assieme. Sono orgoglioso per i tre milioni di elettori a queste primarie". "Il mio primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà - ha aggiunto -, credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai principi fondamentali". E spiega: "Si è creato un muro di gomma tra sistema politico, media e condizioni reali. Cercherò di abbattere questo muro".

E con le primarie di ieri si ridisegna anche la geografia dei segretari regionali del Pd. Tra gli eletti spicca l'explot dei candidati legati alla mozione del neosegretario. A tenere alta la bandiera di Franceschini è Debora Serracchiani che vince la sfida in Friuli. In Sicilia, invece, si andrà al ballottaggio.

Le primarie in Sicilia - In controtendenza rispetto al dato nazionale che vede in testa Pier Luigi Bersani in Sicilia alle primarie del Pd, secondo i primi dati ancora frammentari avrebbe avuto la maggioranza dei consensi il deputato regionale Giuseppe Lupo esponente della mozione Franceschini. Seguito dal senatore ed ex presidente della commissione nazionale antimafia Beppe Lumia che si è presentato autonomamente e dal parlamentare regionale Bernardo Mattarella rappresentante della mozione Bersani. "Ma stando ai primissimi dati - diceva ieri il coordinatore della commissione regionale per il Congresso Enzo Napoli - nessuno ha ottenuto la maggioranza assoluta per essere eletto. Il ballottaggio sarà deciso l'assemblea dei 180 delegati".
A Palermo al primo posto si sarebbe piazzato Lumia, a Catania Mattarella e a Messina e a Trapani Lupo.

In Sicilia i votanti sono stati 180mila. Gli iscritti al Pd ammontano a circa 63.200. Sono stati 490 i gazebo e 11 i collegi in cui è stata divisa l'Isola.
E nell'isola è stata buona l'affluenza alle urne così come nel resto d'Italia. Anche qualche stranezza durante le primarie isolane: come la quota di due euro prepagata, sotto forma di voucher o di moneta vera e propria, o la bizzarra composizione di un seggio che, a Caltanissetta, era formato da esponenti dell'Mpa, oppure l'anomala affluenza a Partinico, centro del Palermitano, dove il Pd sospetta che alle urne siano andati parecchi elettori della coalizione avversa, istigati da un assessore del centrodestra. Alcuni degli episodi sono stati segnalati dalla commissione regionale di garanzia del Pd - alle primarie del Partito democratico.
La vicenda dei voucher riguarda Messina e un comune della provincia, Brolo. Tre esponenti della mozione Bersani hanno denunciato di aver notato davanti ai gazebo sostenitori dell'area Franceschini nell'atto di distribuire tagliandi pre-pagati agli elettori. In un caso è anche intervenuta la Digos. Stanchi per l'inatteso afflusso, i componenti dell'unico gazebo di Palazzo Adriano, nel Palermitano, hanno chiuso verso ora di pranzo, scrutinando le schede fin lì votate; mentre a Gela uno dei seggi non ha mai aperto.
Il consigliere comunale di Agrigento Giuseppe Arnone ha denunciato ai carabinieri il presidente di seggio per le primarie del Pd, Agostino Di Vincenzo, a Santa Elisabetta. Secondo Arnone, "al fine di alterare l'esito delle elezioni impedisce il voto degli elettori dell'area Franceschini-Lupo adducendo motivazioni pretestuose e non previste dalle regole elettorali". Secondo la denuncia presentata da Arnone, si configurerebbero le ipotesi di reato di violenza privata e truffa. "Truffa - perchè spiega - c'è l'artifizio di negare il voto ai soggetti di orientamento diverso per favorire la vittoria del candidato della sua corrente Bersani-Mattarella. Violenza privata perchè c'è la violazione delle regole del Pd che sanciscono il diritto degli elettori di partecipare alle votazioni".
Arnone è stato espulso negli scorsi mesi dal Pd e la scorsa settimana il tribunale di Agrigento ha respinto il suo ricorso civile per riottenere la tessera del partito. Il tribunale ha evidenziato che "Arnone prima di ricorrere alla magistratura avrebbe dovuto fare ricorso all'interno del partito seguendo regolamenti interni che equivalgono a leggi". In attesa del pronunciamento della commissione regionale di garanzia, previsto per venerdì prossimo, alla quale Arnone ha presentato nuovo ricorso, attualmente il consigliere comunale è il capo comitato pro Dario Franceschini, nominato dallo stesso Franceschini.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

 

 

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26 ottobre 2009
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