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Oggi Giorgio Napolitano firma il giuramento da Capo dello Stato per la seconda volta...

22 aprile 2013

"Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta. Naturalmente nei colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell'elezione del Presidente della Repubblica. Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità".
Sono queste le parole che Giorgio Napolitano ha usato per spiegare il proprio passo indietro rappresentato dall’accettazione della sua ricandidatura al Quirinale. Ricandidatura dalla quale ne è conseguita l’elezione condivisa da 738 elettori e che ha scatenato tutta una serie di reazioni a catena impressionanti ma ineluttabili.
Sostanzialmente, infatti, la rielezione di Napolitano - fatto unico nella storia della Repubblica italiana - è stata la somma rappresentazione dell’incapacità politica dei partiti, arrivati oramai al capolinea, che trincerandosi dietro l’accordo ampio su Napolitano stanno tentando di sopravvivere ancora un po’.

Per alcuni di essi è difficile parlare di sopravvivenza. Per fare un esempio, il Partito democratico si è definitivamente trasformato in un organismo dilaniato e fuori uso, crogiolo di incapacità, disaccordo e vergogna politica.
Stando ai fatti, diventa sempre più difficile non dare ragione alle parole di Beppe Grillo che in tale circostanza - della quale in molti continuano a riversare su di lui e sul MoVimento 5 Stella la responsabilità - trova la cartina al tornasole di tutto quello che ha sempre detto negli ultimi anni. Un quadro, tra l’altro, che si mostra con pienezza nell’indignazione della gente che ieri si è riversata numerosa per le strade di Roma (e, mettiamoci in testa, non erano tutti grillini) e che ha voluto manifestare la propria indignazione e l’ennesimo grave disaccordo con la politica del Palazzo.

La straordinarietà del momento ha portato Grillo ad allentare le maglie dell’intransigenza che ha cotraddistinto la sua linea e quella del suo MoVimento. Ieri mattinata, infatti, ha tenuto una lunghissima conferenza stampa per parlare della rielezione di Napolitano al Quirinale e spiegare quanto aveva scritto sul suo blog riguardo il "golpe": "In realtà c'è stato un golpettino istituzionale furbo, questo sì". Inoltre, "nessuno dotato di buonsenso ha doppiato il settennato al Colle. Ieri - ha affermato a più riprese - l'hanno fatta grossa...".
Incontrando i giornalisti alla Città dell''Altra Economia', nel quartiere di Testaccio, il leader del movimento 5 Stelle ha detto la sua su quello che è avvenuto sabato: "C'è stato uno scambio" visto che "la nostra democrazia è ormai ridotta al lumicino. Stanno rubando un anno di tempo all'Italia. Non so se se lo possono permettere". In Aula, ha aggiunto, "ho visto che applaudivano, tutti in piedi. Ma quell'applauso non era per Napolitano ma era per loro stessi. Era un applauso di scherno che stava a significare: 'non ce l'avete fatta'. Poi sono usciti con le loro auto blu e con le bottiglie, a brindare".
Secondo il leader M5S, "si sono riunite quattro persone di notte, non so se D'Alema e Bersani con Monti e Berlusconi, e hanno deciso di notte che il settennato doveva andare avanti". "Neanche Chavez è stato presidente per 14 anni", ha ironizzato.

Poi l'affondo su Bersani: "Se ci avesse chiesto facciamo un governo insieme, noi ci avremmo pensato. Invece è venuto da noi solo per chiederci voti". E ha continuato attaccando i partiti: "Io vado in giro per l'Italia a differenza di loro che sta chiusa nei palazzi. Non è Grillo che vuole sfasciare tutto, sono loro che stanno sfasciando tutto. Hanno al massimo un anno davanti. Il governo che faranno non durerà. Se poi riproporranno il programma Monti, che è quel che faranno", l'esecutivo che potrebbe nascere di qui a breve "non avrà speranze. Voglio vedere i dieci saggi diventati ministri quando andranno in Parlamento e diranno i rimborsi elettorali ce li teniamo. Faranno la ola!". "Rodotà - ha continuato - sarebbe stato la garanzia di questo Paese, invece è stata fatta una scelta per salvare il culo a Berlusconi e alla sinistra sul Monte Paschi di Siena. E' una scelta che garantisce il potere giudiziario di queste persone".

Intanto oggi, è ufficialmente il giorno del Napolitano bis. Il capo dello Stato terrà il proprio discorso di insediamento davanti alle Camere riunite alle 17:00. Ci sarà poi il picchetto d'onore alle 17:45 e infine il rientro al Quirinale alle 18:00 per mettersi subito al lavoro, in vista della formazione di un nuovo governo.
E i nodi da sciogliere sono ancora molti: una delle ipotesi è la nascita di un esecutivo del presidente, con in pole Giuliano Amato ed Enrico Letta. Il nome di quest’ultimo, però, è stato bocciato da Rosy Bindi che ha ricordato: "La nostra gente non vuole le larghe intese".

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22 aprile 2013
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