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La Caritas tenta di spegnere le polemiche accese dal sindaco di Lampedusa sull'aiuto della Chiesa ai migranti

02 agosto 2008

Ieri mattina il Ministero dell'Interno ha avviato il trasferimento con un ponte aereo e una nave dei primi 500 immigrati dal centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa, dove si sono raggiunte le 1.684 presenze. A darne notizia è stato lo stesso Viminale. Gli immigrati trasferiti (uomini, donne e minori), che raggiungeranno altri centri già attivi sul territorio nazionale, sono per la maggioranza dei casi richiedenti asilo o protezione, avendo dichiarato di essere perseguitati nel loro Paese d'origine o di provenire da zone di conflitto. Per oggi è previsto un altro trasferimento di 500 immigrati.
Dopo l'allarmante giornata dell'altro ieri, nella quale sono arrivati sull'isola, in nove sbarchi consecutivi, oltre 900 clandestini, anche ieri gli sbarci sono continuati. Nella notte un gommone con a bordo 24 persone è stato intercettato dalla Guardia di Finanza a 10 miglia a sud dell'isola.

E dopo l'attacco che il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, ha lanciato contro il Vaticano, reo secondo De Rubeis di saper solo "bacchettare il governo centrale" senza però attivarsi per ospitare donne e bambini immigrati e rimanedo troppo spesso impassibile davanti alla sofferenza di questa gente (LEGGI), Oliviero Forti, responsabile ufficio immigrazione italiana della Caritas, ha voluto replicare prendendo le difese della Chiesa che, proprio attraverso la Caritas  "è assolutamente in prima linea da anni sull'accoglienza degli immigrati in un ruolo di supplenza che non gli spetta, che è affare delle istituzioni". "Ci sentiamo ingenerosamente attaccati dal sindaco di Lampedusa", ha dichiarato Forti ai microfoni di Ecoradio, la stessa dalla quale De Rubeis aveva lanciato l'accusa alla Chiesa. "Vogliamo credere - ha continuato Forti - che le sue parole siano state dettate più dal momento che non da un serio discernimento. Quello che denuncia il sindaco come le carenze sanitarie, la mancanza di acqua e di una rete fognaria nel Cpt di Lampedusa, va al di là delle nostre strette competenze. Bisogna investire sull'accoglienza in tutto il Paese dove - ha sottolineato - ci sono altri centri che versano in condizioni gravi di sovraffollamento come il Sant'Anna di Crotone dove ci sono ora 1800 ospiti a fronte di 1200 accoglienze ordinarie". "In questa fase bisogna abbassare i toni delle polemiche e concentrarsi in modo congiunto sul da farsi", ha ribadito.

Sulla proposta avanzata dal sindaco di aprire le chiese e i conventi agli immigrati, il responsabile ufficio immigrazione italiana della Caritas ha replicato dicendo: "Le chiese sono luoghi deputati al culto così come i conventi. Esistono anche caserme, edifici dismessi che possono essere recuperate". Riguardo a una valutazione della Caritas delle politiche immigratorie del governo, Oliverio Forti conclude dicendo: "Il nostro è un giudizio negativo, ma vogliamo essere fiduciosi".

E prorpio per quel che riguarda le politiche immigratorie adottate dal governo, ieri il Consiglio dei ministri ha adottato, recependo "tutte le proposte di modifica fatte dal Parlamento", i decreti legislativi in materia di ricongiungimento familiare, di status di rifugiato, e di diritto dei cittadini dell'Ue alla libera circolazione, ma prima dell'approvazione definitiva, "vista la delicatezza e la rilevanza degli argomenti" li ha inviati al commissario UE Jacques Barrot "perché la Commissione europea abbia la possibilità di valutare il testo definitivo e di avanzare eventuali proposte".
Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al collega del dicastero delle Politiche europee, Andrea Ronchi.
"Una procedura anomala", ha spiegato il titolare del Viminale, adottata dati i tempi ancora a disposizione per l'emanazione dei decreti legislativi "per arrivare a un testo condiviso" e concordato "con l'opposizione", in particolare con "il collega 'ministro ombra' del Pd" che l'ha ritenuta "assai utile".

Al commissario Barrot, ha detto ancora Maroni, sarà inviato anche "il rapporto sulle iniziative di censimento nei campi nomadi". "E' un rapporto - ha spiegato il titolare del Viminale - su come si sono svolte le iniziative nelle tre regioni relativamente ai campi nomadi. Quindi c'è il rapporto dei tre prefetti, ci sono le linee guida, le lettere della Croce rossa, c'è la nota dell'Unicef, ci sono le linee guida diramate dai prefetti e c'è la lettera del Garante della Privacy che concorda sulle linee guida. Come promesso tempo fa, oggi invio il rapporto al commissario Barrot aggiornato al 31 luglio". "Alla ripresa di settembre continueremo questa collaborazione, aggiungendo ai dati previsti anche i primi piani per la scolarizzazione dei minori", ha aggiunto Maroni, sottolineando che "con il commissario Barrot c'è un ottimo rapporto di collaborazione". Anche il ministro per le Politiche comunitarie Ronchi ha voluto ribadre che tra l'esecutivo e l'Unione europea non ci sono contrasti. "Le parole di Maroni smentiscono quanto detto in merito a uno scollamento di comunicazione tra il nostro governo e la Commissione Ue".

- Sbarchi: Medici senza frontiere smentisce Maroni di A. Bettini

[Informazioni tratte da Adnkronos, Repubblica.it, La Siciliaweb.it]

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02 agosto 2008
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