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Bisogna purificare l'aria

Nella prolusione del presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco, il ritratto di un'Italia di m.....

27 settembre 2011

L'aria è diventata pesante. Appestata dall'immoralità, grave di scontentezza e disperazione, carica di neri presagi. L'aria in Italia è diventata irrespirabile. C'è bisogno di purificarla.

"La questione morale, complessivamente intesa, non è un'invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un'evenienza grave, che ha in sé un appello urgente. Non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell'esercizio del reciproco controllo".
Dal presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), Cardinale Angelo Bagnasco, è arrivato un monito severo (finalmente! avranno pensato in molti). Nella prolusione in occasione dell'apertura dei lavori del Consiglio episcopale permanente, ha invitato a "purificare l'aria".
"Nessuno può negare - ha aggiunto Bagnasco - la generosa dedizione e la limpida rettitudine di molti che operano nella gestione della cosa pubblica, come pure dell'economia, della finanza e dell'impresa: a costoro vanno rinnovati stima e convinto incoraggiamento". "Si noti tuttavia - ha detto ancora il cardinale - che la questione morale, quando intacca la politica, ha innegabili incidenze culturali ed educative. Contribuisce, di fatto, a propagare la cultura di un'esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita". "Ecco perché - ha affermato il presidente dei vescovi italiani - si tratta non solo di fare in maniera diversa, ma di pensare diversamente: c'è da purificare l'aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate". "I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie - ha continuato - sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune".

Nella lunga parte della prolusione dedicata alla crisi morale e politica del Paese, Bagnasco ha osservato: "Tornando allo scenario generale, è l'esibizione talora a colpire. Come colpisce l'ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati". "E colpisce - ha aggiunto - la dovizia delle cronache a ciò dedicate. Nessun equivoco tuttavia può qui annidarsi. La responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano". Per il card. Bagnasco il degrado della vita politica del Paese sta producendo un pericoloso danno di immagine nel mondo per il nostro Paese. "La collettività - ha affermato - guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l'immagine del Paese all'esterno ne viene pericolosamente fiaccata". "Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi - ha aggiunto il cardinale - e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono né vincitori né vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto". "Solo comportamenti congrui ed esemplari, infatti - ha sottolineato Bagnasco - commisurati alla durezza della situazione, hanno titolo per convincere a desistere dal pericoloso gioco dei veti e degli egoismi incrociati". "Si rincorrono, con mesta sollecitudine - prosegue -, racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica". "Rattrista - ha insistito il cardinale - il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui". "Non è la prima volta che ci occorre di annotarlo - ha ricordato - chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole 'della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda'".
Bagnasco ha parlato anche del problema dell'evasione fiscale sottolineando come sia "difficile sottrarsi all'impressione che non tutto sia stato finora messo in campo per rimuovere questo cancro sociale, che sta soffocando l'economia e prosciugando l'affidabilità civile delle classi più abbienti". "Il grottesco sistema delle società di comodo - ha osservato il presidente della Cei - che consentono l'abbattimento artificioso dei redditi appare, alla luce dei fatti, non solo indecoroso ma anche insostenibile sotto il profilo etico. Bisogna che gli onesti si sentano stimati, e i virtuosi siano premiati".

Sono frasi inequivocabili quelle del cardinale Bagnasco. Pur senza nominarlo esplicitamente, è chiaro che quelle parole forti sono state pronunciate contro il comportamento del premier, parole che in tanti avevano invocato.
Eppure, secondo la maggioranza, il messaggio di Bagnasco "è rivolto a tutti. Un messaggio che potrebbe valere anche per la chiesa per quando riguarda la pedofilia". "E' un monito per tutti, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Tutti abbiamo l'obbligo di tenere un decoro nei comportamenti" ha tagliato corto Carolina Lussana, vicepresidente dei deputati della Lega Nord.
"Non sono d'accordo con Bagnasco che è giunto a conclusioni che sono apparse unilaterali, prestando il fianco inevitabilmente a strumentalizzazioni di ogni sorta, prendendo evidentemente per buone delle premesse che sono invece a tutt'oggi delle semplici accuse non dimostrate, risultanti peraltro da una prassi illiberale e sconcertante di entrare illegalmente nella vita privata delle singole persone" ha detto Sandro Bondi. Imbarazzato invece il ciellino Maurizio Lupi: "Penso che per i peccati ci giudicherà dio. Per i reati, la magistratura. E per la politica, gli elettori. Che giudicheranno la politica svolta, non la vita privata".
Il ministro Maurizio Sacconi ammonisce a non usare le parole della Chiesa come una "clava", per non affondare nelle facili strumentalizzazioni politiche. Ed è questa la linea sulla quale si sono attestate le reazioni di altri esponenti cattolici della maggioranza. Ma, l'imbarazzo dei cattolici appare palpabile. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, "il richiamo del Cardinal Bagnasco alla serietà, alla sobrietà costituisce l’espressione di una riflessione in atto nel mondo cattolico che richiede da parte di tutti noi un’attenta considerazione e che però non va banalizzata con considerazioni politiche strumentali". Gianfranco Rotondi non rinuncia tuttavia ad una battuta, definendo Berlusconi "un santo puttaniere, ma che passerà alla storia come uno statista".

L'uscita di Bagnasco ha suscitato reazioni anche nel centrosinistra. "Non voglio commentare, basta leggerlo e si capisce bene" ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
"La prolusione di Bagnasco è un chiaro altolà - ha detto Rosy Bindi, presidente del Pd, e vicepresidente della Camera - ai modelli di vita e agli abusi della funzione pubblica in contrasto con il bene comune e la dignità della politica. È un appello alla responsabilità, al quale nessuno che abbia a cuore le sorti del Paese può sottrarsi". "È difficile non concordare con il Cardinale Bagnasco e il suo accorato invito a 'purificare l’aria' - ha continuato la Bindi -. Con parole ferme e inequivocabili, la Chiesa italiana denuncia l’insopportabile degrado della vita pubblica e il macigno di una questione morale che rischia di ipotecare il rinnovamento e il futuro dell’Italia". "Ciascuno ne tragga le conseguenze, se ne è capace - ha concluso l'esponente del Pd - per la propria parte dimostrando così di avere consapevolezza della crisi morale, civile ed economica che stiamo attraversando. L’Italia può farcela anche in questa drammatica congiuntura economica se, come sottolinea anche la Cei, le risposte della sua classe dirigente saranno dettate da comportamenti esemplari, improntati alla sobrietà, al senso di giustizia, al rispetto della legalità e della verità".
Voce fuori dal coro quella del sindaco di Firenze Matteo Renzi: "Bisogna farla finita di considerare le parole dei vescovi quando ci fanno comodo e non considerarle quando non ci piacciono. Io credo che i vescovi possono dire tutto quello che credono e che non sia un attacco alla laicità quando un vescovo parla. Semmai la vera domanda è perché Bagnasco certe cose le dice ora".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it, ANSA, AGI]

- La prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco (pdf)

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27 settembre 2011
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