Bisogna rivedere le norme e i criteri per la pesca in Sicilia
L'assessore Nino Caleca raccoglie le proteste dei pescatori siciliani sempre più impediti e in difficoltà
"La pesca siciliana non può ulteriormente essere mortificata da scelte del Governo nazionale che la danneggiano. Le quote accidentali aggiuntive attribuite al tonno rosso devono essere assegnate alla pesca che viene effettuata con la tecnica del palangaro affinché si possa garantire la sopravvivenza minima delle imprese e dei pescatori siciliani".
Sono le parole dell'assessore regionale dell'Agricoltura, Nino Caleca, che ha raccolto le proteste dei pescatori.
"Non è accettabile che, in virtù di criteri normativamente incerti e discutibili, la ripartizione avvenga applicando parametri che generano diseguaglianza socio economica e malcontento tra gli operatori della pesca".
"Come governo regionale chiediamo - ha aggiunto Caleca, dopo un attento ascolto delle richieste emerse nel corso degli Stati Generali della Pesca che si sono svolti a Palermo alla presenza di tutte le rappresentanze e gli operatori del settore ittico regionale - un incontro urgente con il sottosegretario delle Politiche Agricole e Alimentari Giuseppe Castiglione Castiglione per rivedere l’intera questione. Nel caso in cui la richiesta venisse disattesa, siamo pronti ad impugnare il decreto di ripartizione delle quote 2015".
La quantità di tonno rosso nelle acque del Mediterraneo, per effetto delle inibizioni alla pesca e delle quote assegnate dall’Unione Europea, è oggi cresciuto in maniera esponenziale mettendo a rischio anche l’equilibrio della fauna marittima presente. Il tonno, infatti, si ciba di pesce azzurro e la riduzione di quantità di questo tipo di pescato è quella che fa lanciare oggi un autentico grido di allarme ai pescatori siciliani. Corollario di questo problema anche l’aumento di incidenza del pescato accidentale di tonno, per il quale i nostri pescatori vengano duramente sanzionati. Proprio la revisione dei criteri e l’incremento di porti di sbarco autorizzati, sono due dei due temi emersi di cui l’Assessore Caleca intende farsi carico.
Sempre nel corso degli Stati Generali della Pesca è emersa l’esigenza di attivare un gruppo di lavoro coordinato dall’Assessorato attraverso il Dipartimento Pesca costituito da Istituti di Ricerca ed organizzazioni di categoria per rivedere su base scientifica le problematiche relative alle tipologie di pesca speciale (cicirello, novellame, Rossetto, etc.) e le modalità di attuazione del fermo biologico.
"La Sicilia è stata troppo a lungo distratta e distante dai problemi della Pesca - ha concluso infine l’assessore Caleca -. E’ ormai indifferibile una revisione dell’intero sistema che consenta ad un segmento significativo dell’economia siciliana di godere degli stessi diritti e poteri delle altre marinerie del Mediteraneo".