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Black out Sicilia

Confindustria: l'aumento estivo dei consumi di energia elettrica rischia di lasciare al buio l'Isola

29 maggio 2008

L'arrivo del gran caldo e degli incendi boschivi, l'aumento dei consumi di energia elettrica e le sempre più frequenti interruzioni nell'erogazione dalla rete inducono a temere che quest'anno la Sicilia rischi nuovamente un lungo black out energetico con danni alle utenze e alle attività produttive.
L'allarme è arrivato ieri da Confindustria Sicilia, che ha sottolineato come l'Isola, pur essendo una grande produttrice di elettricità, sia collegata alla rete nazionale da un solo elettrodotto sottomarino fra Messina e Reggio Calabria, del tutto insufficiente, ed è servita al proprio interno da un "anello di trasporto" ormai inadeguato a garantire l'interscambio di energia fra le varie aree in caso di guasto in una centrale o in una linea.

Confindustria Sicilia ha rilevato che "in questi ultimi anni sono stati praticamente bloccati gli investimenti nel settore elettrico. Dal 2006, ad esempio, si attendono i pareri sui progetti di potenziamento della rete elettrica presentati da Terna con investimenti pari a 700 milioni di euro. Si tratta di interventi strutturali capaci di superare le attuali criticità delle linee".
Per Sicindustria sono necessari: il raddoppio del cavo sottomarino di collegamento con il continente (elettrodotto a 380 kV Sorgente-Rizziconi) che, favorendo lo scambio di energia garantirebbe una maggiore disponibilità di potenza (+1.000 Megawatt) in caso di perdita di produzione nell'Isola; la "chiusura dell'anello" a 380 kV con la realizzazione delle nuove linee elettriche Chiaramonte Gulfi-Ciminna e Sorgente-Ciminna, che aumenterebbe la capacità di trasporto verso la Sicilia occidentale e che svincolerebbe il servizio elettrico della Sicilia occidentale consentendo di sfruttare l'energia messa a disposizione anche dai poli produttivi delle altre province; l'elettrodotto Paternò-Priolo nella Sicilia orientale, che consentirebbe l'immissione in rete dell'energia prodotta dalle nuove centrali in costruzione nell'area garantendo la sicurezza di alimentazione per l'area di Catania e le zone limitrofe.
Quanto all'elettrodotto sottomarino, il Ministero dell'Ambiente e la Regione non hanno ancora fornito il parere richiesto per la Valutazione di impatto ambientale e propedeutico alla convocazione della conferenza dei servizi da parte del Ministero dello Sviluppo economico.

Confindustria osserva che, proprio nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, nel quale la Sicilia ha potenzialità uniche al mondo, la Regione negli ultimi due anni ha di fatto bloccato i progetti per la realizzazione di nuove centrali. 

Fonte: La Sicilia

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29 maggio 2008
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