Blitz contro il clan Provenzano
46 fermati nella provincia di Palermo, accusati di essere favoreggiatori e fiancheggiatori della ''primula rossa''
Sono 46 i provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo la notte tra lunedì e martedì, in un'operazione che si è svolta in collegamento con la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, (sono stati impegnati complessivamente un migliaio di uomini) e che riguarda soggetti indiziati di appartenere a Cosa nostra, ritenuti responsabili di omicidio, estorsioni, detenzione di stupefacenti e di armi.
L'operazione ha portato alla scoperta di una fitta rete di favoreggiatori e fiancheggiatori di Provenzano che stavano organizzando nuovi piani di morte. Sequestrate anche due aziende di Bagheria, a pochi chilometri da Palermo.
Gli investigatori dei carabinieri e della polizia hanno ricostruito il sistema di corrispondenza del boss latitante che riceve messaggi scritti da tutte le parti della Sicilia (da Palermo a Vittoria, passando per Agrigento e Caltanissetta), attraverso i quali il corleonese ''esercita il suo ruolo direttivo''.
Fra le persone fermate spicca Francesco Pistoia, che per gli investigatori è l'uomo che avrebbe fatto per diversi anni da interfaccia fra la ''primula rossa'' e i vari capimafia siciliani. L'indagine, durata tre anni e che mette insieme tre procedimenti penali, che ha portato ad accertare la composizione, anche a livello di vertice, di alcune famiglie di Cosa nostra vicine a Provenzano. Scoperti anche i mandanti e gli esecutori dell'omicidio dell'imprenditore Salvatore Geraci, avvenuto a Palermo lo scorso ottobre.
Inoltre nel corso di recenti indagini, i carabinieri avevano segnalato alla Dda di Palermo e a quella di Caltanissetta di aver intercettato una conversazione telefonica in cui due mafiosi parlavano della possibilità di un attentato per uccidere il procuratore della Repubblica di Palermo Pietro Grasso, che viene esplicitamente nominato nel colloquio, il magistrato nemico giurato dei clan e ostinato persecutore di Bernardo Provenzano, super ricercato con la più lunga latitanza della storia: oltre quarant'anni. I due nella telefonata fanno riferimento anche alla quantità di esplosivo che sarebbe stata necessaria per l'azione criminale.
Una circostanza che ha fatto accelerare i tempi del blitz, e ha portato all'emissione dei provvedimenti di fermo, anche per il pericolo di fuga di alcuni dei 46 indagati.
Una mafia, insomma, che vuole tornare alle bombe per una nuova dichiarazione di guerra allo Stato, rilanciando la strategia del terrore.
Il dossier di 10 pagine (consegnato dagli 007 dell'Arma alle Procure di Caltanissetta e di Palermo), che fa temere un ritorno ai lutti del 1992 a Palermo e del 1993 a Roma, Firenze e Milano, è eloquente: parla di ''serio'' pericolo che le cosche possano riprendere le armi, con un repentino cambio di strategia dopo gli anni della pace sociale e della ''sommersione''.
Di un attentato al procuratore Grasso si era parlato già a inizio gennaio a proposito di una vecchia lettera anonima giunta sul tavolo del procuratore di Caltanissetta. Secondo un ''boss senza nome'' (che si definiva mafioso della nuova Cosa nostra di Caltanissetta), le famiglie di Agrigento, Catania e Palermo avrebbero deciso di uccidere Grasso e Luca Tescaroli, l'ex pm di Caltanissetta che ha coordinato le inchieste sulle stragi, ora sostituto procuratore a Roma.
La lettera, ritenuta poco credibile, ora potrebbe essere ripescata dagli archivi.
Tutti i nomi dei fermati
Ecco i nomi delle persone fermate la scorsa notte da carabinieri e polizia
BAGHERIA: Onofrio Morreale, di 39 anni; Emanuele Lentini, di 37; Carmelo Bartolone, di 47; Francesco Eucaliptus, di 23.
BAUCINA: Roberto D'Ippolito, di 29 anni; Salvatore e Antonino Fortunato Monreale, di 64 e 37; Salvatore Basile, di 34;
BELMONTE MEZZAGNO: Francesco Pastoia, di 63 anni; Giuseppe Spera, di 67; Luigi e Ignazio Spera, di 49 e 33; Guglielmo Salvatore Musso, di 36.
BOLOGNETTA: Stefano Polizzi, di 50 anni.
CASTELDACCIA: Giuseppe Pinello, di 64 anni; Giuseppe Virruso, di 67 e Giuseppe Virruso, di 56.
CIMINNA: Angelo Tolentino, di 65 anni; Antonino e Francesco Episcopo, di 64 e 59; Giuseppe Giglia, di 67; Domenico Sannasardo, di 41.
CEFALA' DIANA: Gerlando Spinaccio, di 47 anni.
MARINEO: Giuseppe Rocco, di 49 anni; Provvidenza Francaviglia, di 43; Vito Signorelli, di 39.
MEZZOJUSO: Antonino Ignazio La Barbera, di 62 anni
MISILMERI: Francesco Lo Gerfo, di 44 anni; Salvatore Troia, di 45.
PALERMO: Rosario Di Giovanni, di 66 anni; Giovanni Napoli, di 54.
VENTIMIGLIA DI SICILIA: Sebastiano Vazzano, di 50 anni.
VILLABATE: Agostino Terranova, di 39 anni; Vincenzo Di Salvo, di 39; Nicola Mandalà, di 37; Ignazio Fontana, di 32; Michele Rubino, di 44; Mario Cusimano, di 39; Nicolò Cirrito, di 39; Damiano e Nicola Rizzo, di 39 e 46.
VILLAFRATI: Pasquale, Ciro e Salvatore Badami, di 45, 41 e 54 anni; Giuseppe La Mantia, di 49 anni.