Blocco ministeriale al metodo Stamina
Il ministro Lorenzin dice no alla sperimentazione: "E' un metodo pericoloso per i pazienti"
Il Ministero della Salute, dopo i pareri negativi del comitato scientifico e dell'Avvocatura di Stato, ha deciso lo stop definitivo alla sperimentazione del metodo Stamina. I test clinici, si legge in un documento di "presa d'atto" del Ministero, "non possono essere ulteriormente proseguiti".
In conferenza stampa il ministro Beatrice Lorenzin ha scandito le parole: "Purtroppo l'epilogo di questa vicenda non è stato positivo. La sperimentazione non può essere proseguita perché il metodo Stamina è pericoloso per la salute dei pazienti".
Una decisione già annunciata nei giorni scorsi e quasi scontata, dopo la bocciatura della commissione nominata ad hoc e quello successivo dell'Avvocatura. Il gruppo di esperti (di cui facevano parte Istituto superiore di sanità, Centro nazionale trapianti e Agenzia del farmaco) si era espresso senza mezzi termini, parlando di "potenziali rischi, inadeguata descrizione del metodo e insufficiente definizione del prodotto", fino a "mancanza di basi scientifiche" e anche "elementi di pericolosità".
Ma non è ancora detta la parola fine: "Ho chiesto al presidente dell'Iss Fabrizio Oleari di poter avere accesso alle cartelle cliniche dei pazienti di Brescia per farne un esame accurato e dare risposte a tutte le domande che questa vicenda lascia - ha promesso il ministro -. Penso sia un dovere analizzare quello che abbiamo in mano". "Dopo il parere del comitato scientifico abbiamo voluto prendere tempo - ha spiegato ancora nella lunga conferenza -, senza farci tirare per la giacca da nessuno. Abbiamo chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato, la quale il 26 settembre ha stabilito che la sperimentazione non può essere proseguita perché non vengono garantiti i livelli minimi di sicurezza in base alla normativa vigente. Questa è una conferenza stampa che non avrei mai voluto fare - ha proseguito -, perché sarei stata invece felice che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso soprattutto per dare risposte a tantissime famiglie che si sono aggrappate alla possibilità di avere una cura che, purtroppo, non c'è".
Il ministro si augura "che ci sia da parte di tutti rispetto per il rigore e la serietà con cui tante persone, senza pregiudizio, senza preconcetto, hanno lavorato sulla possibilità della sperimentazione".
La decisione del ministro ha provocato scossoni all'interno del suo partito e 17 senatori del Pdl l'hanno contestata apertamente: "E' una delle pagine più amare delle storia dei diritti e della scienza nel nostro Paese. Ancora più grave - si legge in una nota - perché è scritta sulla pelle di piccoli malati. Negando loro la possibilità di migliorare le condizioni di vita, li destina insieme ai loro familiari a una realtà ancora più tremenda, senza poter utilizzare alcuna terapia alternativa, nemmeno compassionevole". La nota è firmata da Bonfrisco, Minzolini, Esposito, Cardiello, Milo, Iurlaro, Floris, Falanga, De Siano, Alicata, Longo, Cassano, Zizza, Perrone, Ceroni, Serafini e Nitto Palma. Ad essi si sono aggiunti i senatori Barani e Ferrara di Gal.
Duro il commento di Davide Vannoni, fondatore e presidente della Stamina Foundation, che ribalta il concetto espresso da Lorenzin e sostiene che "è lei ad essere dannosa per la salute dei pazienti e non Stamina".
Vannoni definisce poi "patetiche" le motivazioni con cui il comitato di esperti ha bloccato la sperimentazione: "I potenziali rischi per la salute indicati - dice - sono ridicoli. Qualunque medico, leggendo queste motivazioni, si farebbe delle grandi risate". Il presidente di Stamina Foundation passa poi in rassegna le contestazione fatte al metodo: "Il primo punto che ci viene contestato - spiega Vannoni - è il fatto di non avere previsto analisi sul donatore, per scongiurare l'eventualità di infezioni. Ma questi controlli sono un passaggio ovvio: è come dire che il chirurgo prima vi fare il carotaggio debba lavarsi le mani e mettersi i guanti. Bisogna scriverlo? Allora bastava aggiungere una riga".
"Il secondo rischio individuato - continua Vannoni - è ancora peggio del primo: poiché l'iniezione avviene per via spinale, si paventa il pericolo di encefalomielite. Ma allora il ministro Lorenzin non si fida dei suoi ospedali, visto che le rachicentesi si fanno di routine, addirittura in sala degenza. Il terzo rischio - replica - è il più assurdo di tutti. Si dice che non facciamo filtrazione del campione a monte, e quindi che c'è la possibilità di iniettare oltre alle staminali anche impurità potenzialmente pericolose. Ma la filtrazione - dice il presidente della Fondazione - avviene mediante centrifugazione: le cellule vengono centrifugate 4 volte prima di essere messe in coltura, e una volta in coltura vengono lavate ogni 2 giorni". "Si tratta di prodotti super sterili", assicura e auspica di potersi confrontare in futuro con "politici più illuminati".
L'annuncio del ministero ha provocato anche le reazioni dalle associazioni pro-Stamina e di genitori dei malati. Il Movimento vite sospese ha annunciato che denuncerà alla Corte europea il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "Stiamo valutando se inserire anche il nome di Giorgio Napolitano - dice Pietro Crifasulli -: anche il capo dello Stato ha le sue responsabilità, lo avevamo interpellato tante volte, ma senza ottenere risposta". Le associazioni contestano la cecità del ministero davanti ai miglioramenti di cui, a loro dire, godono i pazienti sottoposti alla cura, anche per questo, dicono, "li denunceremo per crimini contro l'umanità".
In Sicilia, il no del ministero al metodo Stamina ha tanto gettato nello sconforto una donna da indurla a tentare il suicidio, gettandosi dal ponte Guerrieri di Modica. Protagonista del gesto è Anna Carta, 52 anni, insegnante, madre di Mauro Giarratana che soffre da dieci anni di una patologia definita atassia spinocerebellare. La donna, stanca della mancanza di una cura per il figlio che non riesce a muoversi, stenta a parlare ed è colpito da crisi epilettiche, ha scelto il gesto estremo. È stato il provvidenziale intervento di un automobilista di passaggio a evitare il peggio. L'insegnante è rimasta attaccata al passamano del ponte che dava sul vuoto dialogando con l'automobilista, mentre i vigili del fuoco, intervenuti sul posto, sono riusciti a ritagliare uno spazio nella rete metallica di protezione e mettere in salvo la donna che ha continuato a piangere e a reclamare attenzione per suo figlio.
Lunedì scorso Anna Carta aveva incontrato a Ragusa l'assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino per sottoporle il caso del figlio. L'assessore aveva annunciato una visita in Sicilia di Davide Vannoni, padre del metodo Stamina, per firmare un protocollo con questa cura in alcuni ospedali siciliani, tra cui il Ferrarotto di Catania. Il no del ministro Lorenzin ha bloccato tutto.
Sia la donna sia l’automobilista, che ha accusato un malore per l'esperienza vissuta, sono stati trasportati nel pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Modica.
[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, ANSA, Lasiciliaweb.it]