Bollette nucleari, costi stellari. Greenpeace informa i cittadini su quanto costarà l'energia elettrica nel caso di un ritorno al nucleare
I volontari del gruppo locale di Catania di Greenpeace hanno distribuito sabato scorso, in via Etnea, le nuove bollette che l’Enel ci presenterà nel 2020, nel caso si riuscisse a riportare il nucleare in Italia così come sostengono la stessa azienda elettrica e il governo (la "bolletta nucleare" - pdf).
"Enel e governo devono smetterla di prendere in giro il Paese sostenendo che il nucleare servirà ad abbassare le bollette degli italiani - spiega Claudio Chibbaro, coordinatore del gruppo locale di Catania di Greenpeace. - In realtà le bollette schizzeranno alle stelle, proprio come quelle che stiamo distribuendo in questi giorni".
Il costo del nucleare non dipende solo dal combustibile e dalla gestione degli impianti ma, per chi deve partire da zero come l’Italia, è dovuto principalmente al costo di realizzazione degli impianti. In Finlandia i nuovi reattori EPR, quelli che l’Enel vorrebbe realizzare in Italia, ha ormai superato i 5,5 miliardi di euro. Il peso finanziario di un investimento iniziale così oneroso sarà recuperato attraverso l’energia elettrica venduta. Il prezzo del kilowattora nucleare, ai costi reali e non a quelli propagandati da Enel, sarà più che doppio rispetto a quanto viene oggi scambiato alla borsa elettrica.
"Il nucleare è economico solo se qualcuno ti regala la centrale e se lo Stato si fa carico di gestire le scorie radioattive per secoli, altrimenti è una pura follia economica" afferma Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace. Oltre ai costi per la realizzazione degli impianti bisogna anche tener conto degli accantonamenti per lo smantellamento dei reattori, della copertura assicurativa in caso di incidenti gravi, dei costi per il riprocessamento delle scorie, per la bonifica dei siti contaminati e per la realizzazione del futuro deposito geologico di stoccaggio.
"Con il rilancio del nucleare si permette alle aziende di fare profitti, scaricando i rischi e i costi sulle spalle dei contribuenti e delle generazioni future. E poi puntare sul nucleare ci farà inoltre mancare gli obiettivi europei al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili, con ulteriori sanzioni per la collettività" aggiunge Tedesco.
Entro il 2020 le fonti rinnovabili insieme a misure di efficienza energetica sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l’obiettivo del governo sul nucleare, creando almeno 200 mila nuovi posti di lavoro "verdi". La strada verso l’indipendenza energetica dell’Italia passa obbligatoriamente attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, senza costi aggiuntivi per il Paese, senza scorie pericolose da gestire per i prossimi 100 mila anni e senza rischi per la popolazione.
INFO
Contatti: Irene Longobardi, coordinamento gruppi locali +39.3497726686; Vittoria Iacovella, addetta stampa +39.3483988615; Francesco Tedesco, resp campagna Energia e Clima +39.3400856944