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Bollette, raccolte di fumetti, salumi, 43 kg di cassata...

... e ancora, il canone Rai, i fiori per la moglie, la Tarsu e la spesa in macelleria

02 giugno 2014

Le casse dei gruppi parlamentari dell'Assemblea siciliana usate come bancomat da alcuni deputati regionali che prelevavano i soldi pubblici per pagare le proprie bollette dell'Enel, la Tarsu, il canone Rai, per fare la spesa in macelleria e dal salumiere, per comprare fino a 43 Kg di cassate, raccolte di fumetti, pranzi e regali di nozze.
Dalla montagna di scontrini allegati alle 1.279 pagine del rapporto che la Guardia di finanza ha consegnato alla Procura, indagando sulle "spese pazze" fatte dai gruppi dell'Ars nella scorsa legislatura, emerge proprio di tutto. E proprio partendo dal dossier della Finanza, che sequestrò l'anno scorso migliaia di documenti nelle stanze del Parlamento più antico d'Europa, la Procura di Palermo nei mesi scorsi ha iscritto nel registro degli indagati 97 persone, tra cui 83 politici, una trentina rieletti e attualmente in carica, più 14 consulenti dei gruppi.

Dall'ingente materiale sequestrato e in parte consegnato dai tesorieri dei gruppi viene fuori uno spaccato singolare di come in passato venivano gestiti i fondi pubblici assegnati dall'Assemblea ai gruppi per le spese di funzionamento. Gestioni, secondo gli investigatori, allegre, frutto anche dell'assenza di regole certe, introdotte solo all'inizio di quest'anno.

I magistrati nei mesi scorsi hanno ascoltato i 14 ex capigruppo. Nel caso dell'ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, al quale cui viene contestata anche una ricevuta di 15 euro per l'acquisto di mimose, le somme prese dalla cassa del gruppo sono poi state restituite. "Evidentemente in questo periodo le campagne contro i politici vanno di moda, a prescindere da eventuali reati commessi. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte ad un 'falso scoop' di Repubblica in merito all'indagine sulle spese all'Ars: viene tirato fuori un rapporto vecchio di sei mesi, e si fa il titolo su alcune spese che non sono mai neppure state contestate dal magistrato che mi ha già ascoltato. Così, dopo le cialde e l'acqua minerale, ecco che arriva la bistecca: a proposito: non ho la più pallida idea di cosa si stia parlando" ha replicato Cracolici.

Il parlamentare ha spiegato che "alcune spese attribuite al sottoscritto sono personali, effettuate attraverso l'indennità che allora percepivo nella veste di capogruppo; insomma, non ho usato i fondi del gruppo, ma la mia indennità personale, dunque i miei soldi""Ho già risposto ai magistrati in merito alla modalità di funzionamento del gruppo Pd della scorsa legislatura, improntata alla massima trasparenza e alla massima economicità: non a caso al termine del mio mandato da capogruppo ho lasciato oltre 800.000 euro di risparmi a chi è venuto dopo di me - ha aggiunto - Non mi sono mai avvalso della facoltà di non rispondere in questa fase ancora preliminare dell'inchiesta, proprio perché non ho nulla da nascondere". Inoltre, ha aggiunto che "altre spese alle quali si fa riferimento non sono neppure state prese in considerazione dal magistrato che mi ha ascoltato in Procura lo scorso febbraio, ed al quale ho risposto in relazione a tutti i punti che mi sono stati sollevati". "È inaccettabile che, con tanta leggerezza, si tenti di infangare la mia storia personale, fatta di onorabilità e rigore", ha concluso Cracolici.

Altre spese, altri deputati. L'ex deputato Franco Mineo mise sul conto del gruppo Forza del Sud 520 euro usati per l'acquisto di 14 cassate siciliane per oltre 43 kg, mentre l'ex capogruppo del Pid, Innocenzo Leontini, s'è fatto rimborsare 272,95 euro per l'acquisto di libri alla Feltrinelli di Palermo e una collana di jazzisti cubani. Tra le spese ci sono anche le mance, come quelle del Mpa che ha regalato 300 euro al personale della buvette di Palazzo dei Normanni: tutto pagato coi fondi dei gruppi.
Dalle spese del Pd, emergono 'prestiti' all'ex senatore Vladimiro Crisafulli: 109 euro nel 2009 per pagare l'Ici e 1.075 euro per due polizze assicurative; 268 euro anche per Gianni Parisi come anticipazione per l'Ici di casa sua, nel 2009. Giovanni Greco, attuale deputato regionale Mpa, secondo la Finanza pagava coi fondi del gruppo due dipendenti che in realtà lavoravano nel Caf gestito dal figlio. Tra il 2007 e il 2012, il gruppo del Pdl avrebbe fornito una utenza cellulare all'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata e a Gianfranco Miccichè.

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02 giugno 2014
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