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Boom? Boom!

Polemica a distanza tra Giorgio Napolitano ("Cinque Stelle, non vedo 'boom'") e Beppe Grillo ("Il boom di M5S non si vede, ma si sente!")

09 maggio 2012

Polemica a distanza tra il presidente della Repubblica e Beppe Grillo. Commentando l'esito del voto di ieri l'inquilino del Quirinale ha parlato di un risultato che non è una rivoluzione, ma piuttosto, offre motivi di riflessione. Per tutti, "per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità". Quanto al "boom" del comico-blogger il parere di Napolitano è secco: "Boom? Ricordo solo quello degli anni '60...".
Parole che lasciano Grillo "a bocca aperta, perché il Quirinale dovrebbe rappresentare tutti gli italiani, quindi anche il Movimento Cinque Stelle e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali scelti dai cittadini".
"Ho le mascelle che mi fanno ancora male - scrive il comico sul suo blog -. Là dove non hanno osato neppure i Gasparri e i Bersani ha volato (basso) Napolitano". L'accusa al capo dello Stato è chiara: aver "minimizzato il voto". "E' vero - prosegue Grillo -. Il M5S è solo terzo ed è nato solo due anni e mezzo fa e non ha fatto boom. Forse ha fatto bim bum bam? O sim sala bin? Napolitano è preoccupato per il futuro". Perché, secondo Grillo, "i partiti (quelli che facevano boom) non se li fila più nessuno".

I toni di Grillo crescono, quando nel post inquadra il futuro personale del capo dello Stato immaginando sullo sfondo quello delle istituzioni. "L'anno prossimo si terranno le elezioni politiche e, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo - avverte Grillo -. Se il Movimento Cinque Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sarà un'emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis (il soprannome coniato da Grillo per il premier Mario Monti, ndr). I giochi per il Quirinale sono in corso da tempo. Si sono già venduti la pelle degli italiani".
Il finale di Grillo è davvero col "botto". "Il boom del Movimento Cinque Stelle non si vede, ma si sente. Boom, boom, Napolitano!".

Sul sito di Grillo, al post del comico segue la lunga coda di messaggi degli adepti del movimento. Decine e decine, tutti "ispirati" dalla contestazione al capo dello Stato. "Napolitano non è il mio presidente!", "Napolitano, ti devi dimettere!", "Napolitano vergogna! Vergognatevi tutti!". Il tono è questo. C'è chi argomenta: "Ha offeso me e tutti i simpatizzanti 5 Stelle: chi ha l'arteriosclerosi non dovrebbe governare". O ancora: "L'unico boom che ricorda è quello degli anni '60? E' la conferma che politicamente è fuori dal tempo e dalla storia".
C'è chi scherza, ma non troppo: "Oggi alla riunione di condominio ho mandato aff... l'amministratore... mi ricordava Napolitano!". Oppure: "Urgente. Una badante per Napolitano...". "Napolitano è degno di quell'epoca della partitocrazia che va definitivamente a estinguersi - si legge altrove -. A lui l'onore di fare ai partiti esequie di Stato quale portavoce della loro immoralità".
Chi propone con più civiltà di scrivere al Quirinale "in maniera chiara e rispettosa (anche se è difficile)", per dire che le parole del capo dello Stato non sono "democratiche", è inevitabilmente sommerso da chi, rivolgendosi alla più alta carica della Repubblica, usa parole molto più dure e volgari. Che qui si preferisce non riportare.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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09 maggio 2012
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