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Bossi e la libertà di coscienza sul caso Cosentino

Oggi la votazione a Montecitorio. Nicola Cosentino: "Sono tranquillo, male non ho fatto paura non ho".

12 gennaio 2012

AGGIORNAMENTO
L'Aula della Camera ha bocciato, con voto a scrutinio segreto chiesto dal Pdl, la richiesta di arresto nei confronti del deputato Nicola Cosentino (Pdl) con 309 no, 298 sì. La giunta delle Autorizzazioni aveva espresso parere favorevole. Non appena il presidente della Camera ha letto il risultato del no dell'Aula alla richiesta d'arresto, tutti i deputati del PdL sono scattati in piedi e si sono diretti al posto di Nicola Cosentino per abbracciarlo e congratularsi con lui. Lungo è stato l'abbraccio tra lui e Alfonso Papa. Ma saluti e strette di mano sono arrivate da tutti gli altri colleghi di partito. Silvio Berlusconi, invece, è rimasto seduto al suo posto, pur esprimendo soddisfazione con Cicchitto e Alfano.
"Per me è un errore politico, ma ovviamente è legittimo" il voto dell'Aula. Così il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, commenta in no di Montecitorio. "Chiedere alla Lega. Adesso la Lega lo spiegherà", sono state le parole del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

"Penso che lascerò libertà di coscienza. Nelle carte non c'è nulla". E' quanto detto all'Adnkronos dal leader della Lega Umberto Bossi lasciando il gruppo del Carroccio a Montecitorio, a proposito del voto oggi in Aula sulla richiesta di arresto del deputato e coordinatore del Pdl campano Nicola Cosentino. "Quando si tratta di arresti, bisogna stare tranquilli" ha aggiunto il Senatur.
Cosentino è arrivato a palazzo Grazioli poco prima delle 21 per un incontro con Silvio Berlusconi. Berlusconi è determinato a salvare l'ex sottosegretario per evitare un nuovo caso Papa e avrebbe chiesto ai vertici di via dell'Umiltà di tenere sempre aperto un canale di comunicazione con via Bellerio. Oltre che sondare eventuali indecisi tra i centristi. C'è un clima da caccia alle streghe, prevalga una scelta di coscienza, sarebbe stato il ragionamento dell'ex premier con i suoi.

"Domani l'Italia dei Valori chiederà il voto palese" ha annunciato ieri sera Antonio Di Pietro a 'Otto e mezzo'. "Bossi o non ha letto le carte o le ha lette a rovescio - ha commentato - Vada a leggersi le carte. Questa idea che in uno Stato di diritto ci sia un parlamentare accusato di avere rapporti con la criminalità organizzata e un Parlamento che impedisce ai giudici di procedere a me pare sia da Stato della giungla, da Stato assoluto: una cosa vergognosa e umiliante per il Parlamento". "Non so se Cosentino sia colpevole o innocente, ma penso sia ora di dire basta con questa idea che chi sia parlamentare abbia l'immunità, non spetta al Parlamento decidere se gli indizi di colpevolezza ci siano o meno", ha concluso.
Su Twitter Paolo Gentiloni del Pd ha commentato: "Bossi mette la faccia a sostegno di Cosentino. Questo voto non dovrebbe essere 'partitico', in realtà sarà decisivo per la guida della Lega". Sul caso Cosentino interviene anche l'ex capo procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, su Sky Tg 24: "Quello che si sostiene, ovvero che la nostra attività giudiziaria nei confronti di Cosentino è iniziata immediatamente dopo la sua nomina a sottosegretario o capogruppo del Pdl non mi pare esatto. Risale a molto prima, al 2007, quando ancora Cosentino non ricopriva queste cariche". "Inoltre - ha proseguito Lepore - la Costituzione offre questa prerogativa per quanto riguarda gli onorevoli solo in base al 'fumus persecutionis'. Ma dov'è, in questo caso, questo 'fumus persecutionis'? In questo caso anche se si dovesse pensare al 'fumus persecutionis' da parte dei pubblici ministeri ci sono ben sette pubblici ministeri che attaccano Cosentino? Non credo proprio. Oggi, con l'ordinanza ottenuta, abbiamo non soltanto i tre pubblici ministeri ma anche il procuratore aggiunto coordinatore e ci sono anche io che ho firmato la richiesta. Oltre questi ci sono i giudici. Tutta questa gente avrebbe qualcosa contro Cosentino? Io con Cosentino ho degli ottimi rapporti".

Nicola Cosentino, parlando questa mattina nella trasmissione "La telefonata di Belpietro" su Canale 5, ha detto chiaramente: "Certamente non mi dimetterò da coordinatore campano del Pdl". "Contro di me - dice Cosentino - è stata fatta una forzatura enorme. Sono accusato solo da una parte che non mi ha nemmeno voluto interrogare per molto tempo. Vorrei essere giudicato almeno in primo grado prima di andare in carcere". Per quanto riguarda il cambio di linea di Bossi, "Non so se si è aperto uno spiraglio dopo l'apertura di ieri di Bossi. Posso solo dire che confido molto nella libertà di coscienza di ogni parlamentare. Sono stato difeso più da quelli delle altre forze politiche", sottolinea Cosentino riferendosi al radicale Maurizio Turco che in Giunta ha detto no al suo arresto.
Cosentino, che ha detto che non sa se interverrà in Aula, ha definito "fantasie costruite da certa stampa" le voci su sue presunte parentele con boss mafiosi. "In un comune piccolo ci sono parentele tra tutti - ha detto -, ma io non ho alcuna parentela diretta con nessuno. Sono sempre stato all'opposizione e non ho mai potuto favorire interessi criminali".

"Io sono nominato parlamentare dal '96. E mi si contesta il voto di scambio. Sarei stato votato cioè da ambienti criminali. Ma se dal '96 sono parlamentare e non mi confronto più con il sistema della preferenza, quale interesse avrei avuto io?", sostiene Cosentino. "Ma io tutte queste cose vorrei spiegarle e farle valere nell'ambito di un tribunale che potrà decidere". Poi ha aggiunto: "Sono sereno e tranquillo. Confido molto sul fatto che i deputati si siano letti, tutti, le carte dei magistrati. Solo così, infatti, potranno decidere sulla sorte della libertà personale del cittadino Cosentino, prima che del parlamentare". E il consiglio di stare tranquillo è arrivato anche da Silvio Berlusconi: "Ho sentito il presidente Berlusconi e mi ha detto di stare sereno e io infatti lo sono. Sono tranquillo, male non ho fatto paura non ho".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

- Per la Camera Nicola Cosentino può essere arrestato (Guidasicilia.it, 11/01/12)

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12 gennaio 2012
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