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Botta e risposta al vetriolo tra il presidente della Regione Totò Cuffaro e il deputato nazionale dei Ds Beppe Lumia

23 giugno 2006

In Sicilia ''ci sono due cittadini che vengono trattati in maniera diversa a seconda di chi sono: io vengo rinviato a giudizio e processato per violazione di segreto d'ufficio, l'onorevole Lumia viene addirittura giustificato e non viene neppure indagato''. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, intervenendo la scorsa sera  alla trasmissione televisiva ''Era la Rai 21.15'' condotta da Pierluigi Diaco.
''Campanella (Francesco Campanella, il collaboratore di giustizia, ex consigliere comunale dell'Udc di Villabate, ndr) - ha sottolineato Cuffaro - dice di me che avrei dato a lui l'informazione che era indagato; dice pure che queste stesse informazioni le ha date il sindaco di Bagheria (Pino Fricano, che si è dimesso qualche mese fa, ndr) perché a lui le aveva date per due volte consecutive l'onorevole Giuseppe Lumia, però nei mie confronti c'è una richiesta di rinvio a giudizio e un processo e gli stessi pubblici ministeri nei confronti dell'onorevole Lumia non hanno inteso far niente. Poi le dichiarazioni di Campanella passano al vaglio di chi fa le indagini e chi fa le indagini ritiene che alcune volte le cose che dice Campanella siano da indagare e da sviluppare in un processo e invece su altre persone ritiene che non siano vere''.

''Cuffaro è sempre più disperato per l'andamento del processo aperto contro di lui e cerca di infangarmi quando non sono presente. Dal processo in corso a Palermo e da altri procedimenti in corso che vedono coinvolti suoi ex assessori emerge sempre di più un sistema Cuffaro che si è nutrito di rapporti con cosa nostra''. Così il deputato nazionale dei Ds, Beppe Lumia, ha replicato a Salvatore Cuffaro.
''Nell'ultima udienza del suo processo - ha aggiunto Lumia - Cuffaro è giunto a sostenere come pienamente legittimo per un presidente di Regione frequentare persone già condannate per mafia. A differenza di Cuffaro io la considero una cosa ignobile''.
A proposito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Campanella, Lumia ha ricordato ''che non riportano mai elementi che possano neanche lontanamente far ipotizzare sue presunte collusioni''. Lumia ha ricordato anche di aver già dichiarato di non essere stato a conoscenza di indagini in corso su Campanella ''ma di avere espresso giudizi netti e precisi sulla sua attività politica, sulle sue parentele e sui suoi rapporti con ambienti mafiosi da prima che si aprisse qualsiasi indagine grazie alle informazioni contenute negli atti della Commissione Antimafia''.

Per quanto riguarda i suoi rapporti con il pentito ''è Cuffaro stesso - ha sostenuto il deputato Ds - che suggerisce a Campanella di cercare di entrare in contatto con lui''. Lumia ha quindi citato le parole di Campanella nella sua deposizione del 17 gennaio a Firenze nel processo: ''Anche Cuffaro mi parlò di Lumia, mi disse di stringerci un rapporto perché contava negli ambienti giudiziari''. Ecco, invece, cosa successe, è sempre Campanella che parla: ''La cosa non andò avanti, ho cercato di stringere rapporti senza riuscirci perché Lumia diceva peste e corna di me''. Su questo punto può autorevolmente testimoniare Cristina Matranga che da Campanella fu ingannata.

L'on. Lumia ha già richiesto all'emittente televisiva (Canale Italia, ndr) che ha trasmesso l'intervista copia della trasmissione ed ha affidato all'avv. Fabio Repice il compito di individuare gli estremi per sporgere querela in sede penale e richiesta di risarcimento dei danni morali e patrimoniali in sede civile.

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23 giugno 2006
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