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Botta e risposta sull'ancora durevole stereotipo del ''Siciliano'' con coppola, baffi e lupara

Quando l'immaginario è duro a morire, anche perché in qualche maniera confermato...

09 agosto 2005

''La Sicilia è sempre stata una terra dove la cultura, gli usi ed i costumi, tramandati nel tempo, hanno fatto sì che tutti coloro che per motivi vari, sono stati costretti a lasciare l'amata terra natia, non rinunciassero mai a quell'orgoglio di essere siciliani. Chi ci rappresenta, ha dato sempre un'immagine di una Sicilia mafiosa, martoriata, portandola nelle cronache dei media, con la classica 'Donna con lo scialle', con le vie cittadine simili ai ghetti dove venivano concentrati gli ebrei, con i paesi popolati solo dai contadini con i somarelli, con panorami arsi dal sole. Adesso basta: il popolo siciliano, deve dire basta a queste false identità, la Sicilia è ben altro e chi ci rappresenta lo sa bene''.
È questa la protesta di Vincenzo Nicosia, Presidente dell'Associazione ''L'Altra Sicilia-uk'', il cui obiettivo è valorizzare la cultura siciliana e tutelare i diritti dei corregionali in Gran Bretagna.

In una lettera aperta al Presidente del Comites di Manchester, Nicosia denuncia come ''il siciliano all'estero venga spesso apostrofato con il sinonimo del mafioso, spesso costretto a subire tutti i giudizi negativi che derivano da una cattiva informazione, sia nazionale che estera. Solo la storia, a volte, rende giustizia al popolo siciliano, però anch'essa a volte, viene manipolata, nascondendo le vere tradizioni, i veri valori e le culture siciliane''.
''Fa comodo - prosegue la protesta di Nicosia - non ricordare tutti gli uomini illustri che hanno reso grande la Sicilia e di tutti quei siciliani che sono morti per un ideale, di tutti quei siciliani che oggi sono orgogliosi di essere nati nella terra di Sicania, dandone quotidianamente testimonianza. Che ne sanno i politici che attualmente ci rappresentano?''.
Ma ora, secondo il Presidente di L'Altra Sicilia-uk, ''il voto degli italiani all'estero dà finalmente la possibilità di poter cambiare direzione, scegliere il rappresentante che come noi vive giornalmente la dura realtà che ci circonda; dà finalmente la possibilità di dire no a chi puntualmente nel periodo di campagna elettorale viene a chiedere un voto arrogando il diritto di rappresentare l'italiano all'estero non confessando però che gli unici momenti di vita vissuti all'estero, da parte sua, siano solo quelli vacanzieri''.

La richiesta de L'Altra Sicilia al al Comites locale è allora quella di ''un''immediata riunione di tutte le associazioni italiane per la circoscrizione di Manchester, per far sì che tutti siano messi al corrente e che finalmente termini lo Status del Non So''. ''Si ha la necessità - conclude nella lettera Nicosia - di non arrivare impreparati all'appuntamento elettorale, vista l'importanza che le Associazioni hanno nel determinare una svolta storica per gli italiani all'estero''.

Una risposta a Vincenzo Nicosia è subito arrivata da Angelo Sanfilippo, de ''L'Altra Sicilia - Mandelieu'' (Francia): ''È giusto chiedere che la propria identità sia rispettata ed è giusto gridarlo dai tetti se necessario''. ''Personalmente non mi ritrovo nella tua analisi della reciprocità che Siciliano-mafioso'', asserisce Sanfilippo, precisando che ''nel Comites del consolato generale di Nizza sono rispettato come una persona che ha una 'nazionalità' italiana con una 'identità' siciliana. A Nizza tutti sanno che vivo la mia sicilianità 24 ore su 24, ma con un comportamento civico che non sempre corrisponde a quello del nostro grade piccolo popolo siciliano''.
Non è quindi giusto secondo Sanfilippo, ''gridare sempre che solo gli altri hanno torto'', perché ''la mafia esiste, la corruzione esiste, e che ci siano politici delinquenti, non c'è dubbio''.
''Ma - prosegue - sono convinto che non debbono essere solo gli altri a cambiare idea su di noi siciliani ma, al contrario, deve essere il nostro comportamento a far cambiare il loro parere su di noi''.

Fonte: Aise

- www.laltrasicilia.org

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09 agosto 2005
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