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Bowling for Virginia Tech

Ennesima strage in un istituto scolastico americano. Un ventenne spara all'impazzata sugli studenti e poi si uccide

17 aprile 2007













''L'America è una nazione sotto shock e rattristata. Sono assalito dall'orrore e vicino a coloro che soffrono, e chiedo il conforto di Dio per le famiglie delle vittime''.  ''Resta comunque intatto il diritto al porto d'armi ma tutte le leggi in materia devono essere rispettate''.
Queste sono state le prime parole del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, dopo l'ennesima strage che si è consumata in un istituto scolastico americano.
Questa volta è toccato a 32 persone (incluso l'autore del massacro) della Virginia Tech University.
Trentadue persone. Peggio della strage della Columbine High School avvenuta sette anni fa (esattamente il 20 aprile del 1999), la più conosciuta, ma certo non l'unica, nella quale morirono 13 persone, ammazzate da due giovani, poco più che ventenni, a colpi d'arma da fuoco, che si sono poi tirati a loro volta un colpo alla testa. 

Anche questa volta l'omicida/suicida è stato un giovane ventenne, di cui ancora non è stata resa nota l'identità.
Come sette anni fa in Colorado, gli americani hanno seguito il dramma in diretta alle tv. L'allarme è scattato verso le 8 del mattino (le 14 in Italia), quando la polizia, chiamata dall'università (la Virginia Tech, rinomata per i suoi corsi scientifici), ha fatto irruzione nel campus che conta 26 mila studenti. Dapprima, un portavoce ha parlato di un morto e di un ferito in una stanza del dormitorio, la West Ambler hall, che ospita 895 giovani: ''Lo sparatore - ha aggiunto - è stato catturato''. Ma un'ora più tardi un video girato con un cellulare da uno studente, Jamal Albarghouti, ha trasmesso immagini angoscianti alla Cnn, tra grida e spari, con l'omicida asserragliato in un'aula della Norris Hall, dalla parte opposta del campus, sede della facoltà di chimica e ingegneria. In quel preciso istante, gli americani hanno capito di stare assistendo in diretta all'ennesimo massacro.
Alle 11 circa, il rettore dell'università Charles Steger e lo sceriffo di Blacksburg Wendell Flinchum, lividi in volto, sono apparsi sui teleschermi. ''Siamo di fronte a una monumentale tragedia'' ha riferito Steger. ''Ci sono numerose vittime. Il loro uccisore è deceduto''.
Lo sceriffo ha cercato di ricostruire gli eventi: ''Ci hanno chiamati alle 7.15, e abbiamo trovato le porte del dormitorio sbarrate, con gli studenti a terra nelle stanze, per ripararsi. Non sappiamo come l'omicida sia fuggito e abbia raggiunto le aule''. Poi, minuto dopo minuto, lo spaventoso bilancio: prima 10 , poi 20, poi 30 morti.

Dalle testimonianze degli studenti pare che tra la prima sparatoria e la seconda (la più sanguinosa), con 30 vittime, siano intercorse oltre due ore. Aimee Kanode, che dormiva al quarto piano della West Ambler hall, ha detto di essere stata svegliata da spari al piano superiore. ''Le guardie - ha raccontato - ci hanno ordinato di barricarci nelle stanze. È trascorso molto tempo prima che ci portassero in salvo''. Ma a quel punto, l'autore del massacro si era trasferito nella Norris Hall. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo armato è riuscito a raggiungere, dopo circa tre ore e nonostante il campus fosse blindato, la Norris Hall, distante almeno sette minuti a piedi dalla West Ambler. Ha sottolineato un'altra studentessa, Tiffany Otey, che stava per recarsi in classe: ''Erano quasi le 10. Ho sentito esplodere 50 colpi nelle aule al primo piano''. Un'esecuzione sommaria: allineate lungo il muro, i ragazzi sarebbero stati colpiti al petto o al cuore. Alcuni si sarebbero salvati gettandosi dalle finestre.
Pochi dati sono emersi sull'autore della strage: vestiva una giubba di pelle nera e un berretto da baseball e teneva in mano due armi a ripetizione, pistole o mitragliette. Non è neppure certo che fosse uno studente, ma si sospetta che cercasse la sua ex fidanzata, e che la abbia trovata nella stanza del dormitorio con il proprio rivale.

E all'indomani dell'immane tragedia e il vivido ricordo dei tanti, troppi altri massacri hanno riaperto le polemiche sul porto di armi e la violenza negli Stati Uniti. Assieme a queste, gli studenti della Virginia Tech, e in generale dell'opinione pubblica hanno rilevato diversi dubbi e accuse sull'intervento della polizia e delle autorità nel campus universitario.
Dubbi e accuse riprese anche dalla Cnn. ''Come è stato possibile che un uomo armato sia riuscito a sfuggire all'arresto dopo aver ucciso due persone e poi, due ore più tardi, ucciderne altre 30 prima di togliersi la vita?''. ''Perché a 24 ore dalla strage la polizia non ha ancora reso nota l'identità dell'omicida?''. Molti studenti hanno protestato per non essere stati avvertiti del pericolo fino a oltre due ore dopo il primo attacco contro un dormitorio, e poi soltanto con una e-mail dell'università. ''Sapevamo che c'era una sparatoria ma pensavamo che fosse confinata in una certa zona'', ha detto ai giornalisti il presidente dell'Università, spiegando l'assenza di più urgenti misure come l'evacuazione delle aree circostanti o la chiusura di tutto il campus. Sebbene abbia parlato subito di un solo uomo armato, la polizia successivamente non ha confermato che le due sparatorie fossero collegate, e ha spiegato che per il primo episodio, l'uccisione di uno studente e di una studentessa, era ricercato un uomo. Alla domanda se la polizia ha inizialmente indagato sulla persona sbagliata, lo sceriffo del campus, Wendell Flinchum, si è rifiutato di rispondere.
Come detto all'inizio il presidente George W. Bush ha rivolto al Paese un appello in diretta dichiarandosi inorridito e impegnandosi a fare chiarezza sulla strage, e ad aiutare la comunità. La Casa Bianca ha poi aggiunto una dichiarazione: ''Il presidente è per il diritto di portare armi, ma per il rispetto della legge''.

Scuole e sangue: le altre stragi nelle scuole statunitensi negli ultimi 10 anni
1 DICEMBRE 1997:
uno studente di 14 anni spara all'impazzata nell'atrio della Heath High School a Paducah fotogrammi della strage di Columbine(Kentucky). Otto muoiono sul colpo, tre poco dopo.
24 MARZO 1998: due ragazzini di 11 e 13 anni attirano, con un falso allarme incendio, i compagni all'esterno di una scuola media di Jonesboro (Arkansas). Sparano solo sulle ragazze, uccidendone quattro, oltre a un'insegnante. Undici i feriti.
20 APRILE 1999: due studenti della Columbine High School di Denver (Colorado), di 17 e 18 anni, aprono il fuoco e uccidono 12 compagni ed un insegnante prima di togliersi la vita. Dall'inchiesta emerge la loro simpatia per le idee neonaziste.
16 GENNAIO 2002: Alla Appalachian School of Law, piccola università della Virginia, uno studente straniero bocciato uccide a colpi di pistola il rettore, un insegnante ed una studentessa. Durante la fuga il ragazzo ferisce gravemente altri tre studenti prima di essere bloccato e consegnato alla polizia.
21 MARZO 2005: un ragazzo di 16 anni uccide il guardiano e poi spara su compagni e insegnanti del liceo Red Lake High School, nella riserva indiana di Red Lake (Minnesota), uccidendone sei e ferendone 14 prima di suicidarsi. Le vittime appartenevano alla tribù Chippewa. Prima di compiere l'incursione nella scuola, il ragazzo aveva ucciso suo nonno e la sua compagna.
27 SETTEMBRE 2006: un uomo di 54 anni, armato, prende in ostaggio sei studentesse nel liceo Platte Canyon High School di Bailey (Colorado). L'uomo libera quattro ragazze, ma la polizia compie un blitz dopo aver saputo che il sequestratore aveva abusato sessualmente di una ragazza. Alla vista degli agenti l'uomo uccide uno degli ostaggi e poi si suicida.
2 OTTOBRE 2006: un uomo di 32 anni, armato, prende in ostaggio alcuni studenti della scuola di Nickel Mines, un villaggio Amish della contea di Lancaster (Pennsylvania), fa uscire i ragazzi e gli adulti e lega le ragazze con funi e manette. Prima dell' intervento della polizia, l'uomo, che non appartiene alla comunità Amish, uccide cinque giovani alunne e ne ferisce altre cinque, infine si suicida con un colpo di pistola alla testa. 

- ''I fucili al supermarket'' di Massimo Gaggi (Corriere.it)

- ''Capitale delle armi'' (PeaceReporter)

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17 aprile 2007
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