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Breve storia della ''Spagnola''

La pandemia influenzale che nel 1918 fece quasi 50 milioni di vittime in tutto il mondo.

08 novembre 2005

L'allarme destato dall'influenza dei polli ha riportato in primo piano la terribile pandemia del 1918, la cosiddetta ''spagnola''. I ricercatori del Center for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti hanno infatti ricreato il virus H1N1 dell'influenza che alla fine della Prima Guerra Mondiale uccise quasi 50 milioni di persone. Analizzandone il genoma, gli studiosi Usa hanno accertato che anche la ''spagnola'' era in origine un'influenza aviaria, diffusa da alcune specie di uccelli. Non solo: il virus H5N1 è simile a quello del 1918 anche per alcune mutazioni nel passaggio dagli uccelli agli esseri umani.
L'influenza venne chiamata ''spagnola'' perché si diffuse inizialmente nella penisola iberica, ma in realtà venne portata nel Vecchio Continente dalle truppe statunitensi che a partire dall'aprile 1917 confluirono in Francia a seguito dell'entrata nel conflitto degli Usa. È proprio dalle biopsie di alcuni militari americani deceduti per l'influenza che i ricercatori hanno potuto ricavare dei frammenti del virus e studiarlo alla luce delle attuali conoscenze.

La diffusione del virus
Torniamo al 1918. Il conflitto durava ormai da quattro anni. Una guerra di posizione: milioni di militari vivono ammassati sui vari fronti, in trincee anguste con condizioni igieniche terribili. Proprio questa promiscuità favorì la diffusione del virus. In sei mesi, tra la fine dell'ottobre 1918 e l'aprile 1919 la ''spagnola'' colpì un miliardo di persone uccidendone almeno 50 milioni: circa 375.000 (ma alcuni sostengono 650.000) soltanto in Italia.
La Prima Guerra Mondiale aveva appena ucciso dieci milioni di persone, quasi esclusivamente militari. La ''spagnola'' falcidiò un'Europa già in ginocchio.
Il tasso di mortalità arrivò a picchi spaventosi: in alcune comunità raggiunse il 70 per cento. I sintomi erano tosse, dolori lombari, febbre. Poi i polmoni cominciavano a riempirsi di sangue e la morte poteva arrivare in pochissimi giorni. Va tenuto presente che non esistevano gli antibiotici (la penicillina verrà scoperta da Alexander Fleming soltanto nel 1928) e che inizialmente non venne compreso di che malattia si trattasse.
Terminata la guerra la ''spagnola'' venne portata dai reduci nei propri paesi e nelle proprie case. Non è mai stato possibile quantificare con esattezza né il numero delle vittime né quello dei contagiati.
La popolazione di alcuni paesi italiani, per esempio, fu praticamente sterminata.

Sull'argomento:
La spagnola in Italia. Storia dell'influenza che fece temere la fine del mondo (1918-19)
Eugenia Tognotti, € 17,50

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08 novembre 2005
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