Brogli filmati...
Le accuse lanciate da Orlando subito dopo gli scrutinii del voto a Palermo sono state immortalate in un video
AGGIORNAMENTO
''Chiedo al prefetto, quale rappresentante territoriale di Governo, di accertare se esiste a Palermo un sindaco proclamato il 21 maggio del 2007 o se piuttosto, Cammarata non si sia autoproclamato in assenza dell'atto ufficiale dell'ufficio centrale del comune''. Lo ha detto Leoluca Orlando, candidato a sindaco di Palermo alle ultime amministrative, nel corso di una conferenza stampa in cui, assieme al deputato della Margherita Franco Piro, ha illustrato i risultati degli accertamenti fatti da un pool di legali da lui nominato in relazione a presunti brogli elettorali. ''Fra le tante assurdità di questa vicenda - ha aggiunto - spicca quella della proclamazione del sindaco. Atto che non si può fare, in un sistema di voto disgiunto, se non si hanno dati certi sulla composizione del consiglio comunale. La proclamazione è possibile solo dopo la verifica dei consiglieri comunali in quanto bastano poche migliaia di voti per modificare gli assetti del consiglio e, quindi, la nomina del sindaco [...] Il 21 maggio potrebbe esserci stato un atto di proclamazione - ha spiegato - di un sindaco inesistente e ciò comporterebbe che tutti gli atti successivi posti in essere da Cammarata, ad esempio la nomina della giunta, potrebbero essere illegittimi [...] Manca l'atto di proclamazione - ha concluso Orlando - firmato dai componenti dell'ufficio centrale che, in assenza di risultati definitivi sul consiglio si limitarono ad una mera comunicazione dei risultati provvisori. In conclusione a Palermo non c'è stata ancora una proclamazione del sindaco della città''.
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Il pomeriggio del 14 maggio scorso, Leoluca Orlando, candidato sindaco di Palermo per l'Unione alle ultime amministrative, convocava una conferenza stampa per denunciare ''una sequela di intimidazioni e illiceità'' nei due giorni del voto. ''Fatti di enorme gravità: abbiamo assistito a centinaia di annullamenti di schede e i nostri rappresentanti di lista sono stati minacciati anche fisicamente''. Orlando chiese quindi al Viminale l'annullamento delle elezioni, parlando di ''risultato inficiato'' dalle irregolarità.
Accuse che furono immediatamente respinte dal vincitore, Diego Cammarata, che le tacciò come patetiche fandonie.
Vero è che segnalazioni di fatti strani e inequivocabilmente disonesti ne sono arrivate tante, un po' a tutti gli organi di informazioni. C'è chi ha ammesso d'essere stato pagato per votare per una determinata persona, chi si è visto recapitare pacchi pieni di viveri (che sarebbero dovuti andare ad associazioni no profit) il giorno prima delle elezioni, persone che hanno ricevuto fototelefonini con il quale fotografare la scheda elettorale, nonché persone fermate fuori dal seggio ed ''energicamente'' invitati a votare quel candidato piuttosto che un altro.
Certo, voci di voci e testimonianze senza denuncia, si disse.
Ora però, a dare ragione alle pesante accuse mosse da Orlando c'è spuntato un video nel quale sono state riprese circostanze che gettano un ombra inquietante sopra la vittoria del candidato della CdL.
A girarlo con una telecamera nascosta è stata Dina Lauricella che per giorni ha viaggiato nelle circoscrizioni e all'ufficio centrale di Palermo, filmando e intervistando elettori delusi e candidati insoddisfatti di entrambi gli schieramenti derubati di voti, navigando tra burocrazia e denunce, tra ricorsi e inchieste, tra avvocati e cittadini scorati, fotografando immagine dopo immagine i voti perduti, cambiati, i verbali corretti, imbiancati, incollati. Video spedito e pubblicato su Repubblica Tv (guarda il video), e per il quale ieri pomeriggio il governo si è dovuto mettere a lavoro per rispondere all'interpellanza presentata da Leoluca Orlando e da altri cinquanta parlamentari, sui brogli ora sempre meno presunti e sempre più certi.
Nel video, della durata di 10 minuti, di irregolarità se ne vedono parecchie: correzioni, voti di preferenza che superano quelli di lista, nomi di candidati cancellati e sostituiti con altri. Il filmato registra anche i commenti di alcuni funzionari che esaminano i documenti: ''Uno cancella - dice una voce - e mette i voti con la matita''.
Come abbiamo prima ricordato, la denuncia di Orlando partì lo stesso pomeriggio dello scrutinio, e presto si mise in piedi un comitato per raccogliere le segnalazioni di anomalie. Le proteste e le denunce arrivarono non solo da esponenti dell'Unione, ma anche da candidati vicini a Forza Italia che hanno visto sparire i loro voti, quelli sicuri, quelli che proprio loro avevano messo nell'urna. Fatti paradossali come quelli raccontati dall'ex parlamentare Cristina Matranga, candidata con la lista ''Sindaco Orlando'', la quale ha affermato che nella sezione dove lei e i suoi familiari hanno votato, non ha ricevuto alcun voto: ''Nel mio seggio era scomparso persino il mio di voto senza contare che in decine di verbali non c'era il mio nome, o era sbagliato, in alcuni ero diventata addirittura un uomo''.
Scandalizzato anche Pietro Garofalo, candidato della lista ''Vizzini per Palermo'' del centro destra: ''Ero venuto a votare con la mia famiglia. Nel mio seggio alla fine per me non c'era neppure un voto, neppure quello sicuro che mi ero dato io''.
Infine, un elettore, Michele Messina, iscritto alla sezione 395, ha denunciato che qualcuno aveva già votato al suo posto quando la sera di domenica si è recato al proprio seggio: ''Qualcuno aveva già votato al posto mio, mi hanno detto che avevo già votato e che quindi non c'era nulla da fare''.
Secondo l'avvocato Fausto Amato, che con altri colleghi ha costituito un pool per seguire il caso, ''non si era mai verificato che la Digos, già all'indomani dello scrutinio, presentasse alla magistratura un esposto con centinaia di segnalazioni di cittadini. La situazione è davvero grave''. Orlando, che aveva chiesto al ministro degli Interni di invalidare le elezioni, oggi terrà a Palermo una conferenza stampa.